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Bari-Salernitana 2-1: bene, ma non benissimo

Sia chiaro. Nulla di trascendentale. Il Bari incamera tre punti d’oro e deve ringraziare la premiata ditta De Luca-Valiani. Brava la zanzara nel saltare con irrisoria facilità Colombo sull’esterno; altrettanto bravo Valiani nel farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. I biancorossi agguantano i tre punti, dopo aver dilapidato il vantaggio iniziale, siglato da Maniero, e dopo l’ormai consueta dormita difensiva, costata il pari di Donnarumma.
Partita piena zeppa di insidie per i ragazzi di Nicola. L’inizio gara conferma i progressi mostrati nelle ultime uscite. Squadra corta, giuste distanze tra reparti e puntuali rifornimenti per le punte. Il gol al 7′ di Maniero è la logica conseguenza di un’iniziale supremazia territoriale e di idee. Sulla rete, è importante rimarcare l’importanza della spinta sugli esterni e delle discese, sempre più frequenti nelle ultime uscite, dei terzini (nel caso di specie, il traversone con i giri contati di Del Grosso).
Dopo l’iniziale vantaggio, comincia un’altra gara. I biancorossi perdono distanze e mordente. Centrocampo e difesa soffrono tremendamente i fastidiosi inserimenti tra le linee di Gabionetta e Milinkovic. Sacrificato a compiti di copertura Gentsoglou, bravo nel reggere la baracca e nel cercare di dare ritmo e geometrie in fase di possesso. Meno bene Porcari e Valiani nei primi 45′. Le mezz’ali biancorosse offrono spesso il fianco alle scorribande ospiti, curandosi poco dei necessari raddoppi sugli esterni. Esterni dove Sabelli e Del Grosso sono spesso lasciati in inferiorità numerica e da dove i granata portono i maggiori pericoli con le incursioni di Gabionetta da una parte e Milinkovic dall’altra. Difficoltà in mediana accompagnate da un reparto arretrato non sempre impeccabile. Che Contini-Rada sia una coppia inedita, lo si intuisce presto. Coda fa ammattire costantemente i due centrali, incapaci di prendere le giuste misure all’attaccante campano. Le note liete della prima frazione arrivano dal reparto avanzato. Appurata l’ennesima buona prestazione di Rosina, impiegato largo in un attacco a tre e sempre pericoloso con la palla al piede,  stupisce l’intesa De Luca-Maniero. Bravi entrambi, giocando l’uno al fianco dell’altro, nel cercarsi e trovarsi. Un’intesa che sicuramente va affinata e che potrebbe rappresentare la chiave di volta per il prosieguo della stagione biancorossa.
Secondo tempo benino. I biancorossi abbassano ulteriormente il baricentro e il centrocampo tende a schiacciarsi sulla linea difensiva. Un atteggiamento controproducente e che porta, giustamente, Nicola al cambio Porcari-Defendi dopo pochi minuti dall’inizio della ripresa. Mossa azzeccata nello sviluppo della gara. Il Bari torna ad impensierire la difesa ospite, sorpresa dalle costanti incursioni senza palla del neo-entrato Defendi e dall’imprendibile De Luca, devastante sull’esterno. Causa flessione fisica dell’ordinato Gentsoglou, i biancorossi verso metà ripresa perdono lucidità e geometrie in mediana e costringono agli straordinari Valiani (ottimo nella ripresa). Capita così che la gara scorra via senza ulteriori sussulti, sino all’imperdonabile dormita difensiva, che porta la Salernitana sul pari. Una disattenzione gratuita e grave: male il neo-entrato Donkor, che perde l’avversario sulla spizzata; peggio Defendi nel lasciarsi sfuggire Donnarumma. L’ultimo quarto di gara risveglia i biancorossi, bravi nel riprendere le redini del gioco in mano e a collezionare la rete del 2-1 definitivo. Il guizzo di De Luca e il puntuale inserimento dalle retrovie di Valiani scrivono la parola fine ad un match tutt’altro che semplice.
COSA VA:

  • L’intesa De Luca-Maniero.
  • L’intelligenza tattica di Gentsoglou come vertice basso.
  • Il carattere e il cuore di Valiani.
  • La sempre più frequente discesa dei terzini sugli esterni.
  • La duttilità di Rosina. Esterno o trequartista non fa differenza.

COSA NON VA:

  • L’essere imprescindibile di Di Cesare. Contini e Rada non offrono grandi garanzie.
  • Rebus Porcari. L’uomo simbolo dell’incredibile promozione del Carpi, sembra non digerire i dettami tattici di Nicola.
  • La scarsa concentrazione sulle palle inattive.
  • Poca personalità nella gestione del vantaggio

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Written by Alberto Stasi

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