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Allenamento e 4-3-3: benvenuti a Zemanlandia

C’e a chi piace, c’è a chi non piace, ma mister Zeman è comunque da sempre fonte di spettacolo e divertimento. Ovvio, molti non lo vorrebbero sulla panchina della propria squadra del cuore, a meno che non si tratti di qualche team di media classifica senza troppe ambizioni e con la sola voglia di divertirsi. Allora si, il boemo è l’allenatore giusto per voi.
Nato a Praga nel 1947 si trasferisce in Italia 21 anni dopo, precisamente a Palermo dove abitava lo zio. Le sue prime esperienze da allenatore nel nostro Paese sono con squadre dilettantistiche siciliane, e nel 1979 ottiene il patentino da professionista a Coverciano. Nel 1983 dopo aver allenato Giovanissimi e Primavera del Palermo viene ingaggiato dal presidente del Licata, dove inizia la sua scalata al successo, portando al secondo anno di permanenza sulla panchina la squadra dalla C2 alla C1. Negli anni seguenti un’apparizione al Foggia, poi il Parma in serie B, l’esonero dagli emiliani e il passaggio al Messina dove lancia il giovane Schillaci.
Il Foggia di Casillo neopromosso nella serie cadetta nel campionato 1989 decide di affidargli la guida tecnica, l’inizio è in salita, le sconfitte si susseguono, ma la fiducia del presidente nei confronti del suo mister è totale. Otterrà a fine stagione una tranquilla salvezza concludendo all’ottavo posto, mentre l’anno seguente vincerà addirittura il campionato, guidato dal trio delle meraviglie Signori, Baiano e Rambaudi. Nella massima categoria si salverà per tre stagioni di seguito, sfiorando addirittura il piazzamento in coppa Uefa, sfumato solo all’ultima giornata del campionato 1993-1994. A questo punto è giunto il momento di fare il salto di qualità, di provare a vincere qualcosa: viene scelto dall’ambiziosa Lazio, dove resta per 3 stagioni, conquistando un secondo ed un terzo posto prima dell’esonero nel 1997. Poi cambia sponda del Tevere, passando sulla panchina giallorossa, dove regala tanto spettacolo ma zero successi: unica soddisfazione aver consacrato nel grande calcio Francesco Totti.
Dopo l’esperienza romana il via ad un continuo girare, cambiare panchine e nazioni, passare dalla guida del Fenerbahce a quella del Napoli, dalla Salernitana all’Avellino dove ritrova il presidente Casillo e  il direttore sportivo Pavone, autori con lui del miracolo Foggia.
Nel 2004-2005 siede sulla panchina del Lecce in serie A, dove ottiene una strepitosa salvezza, con il secondo miglior attacco del torneo ma anche la peggior difesa. Poi Brescia e di nuovo la gita in Salento, dove verrà però esonerato il giorno della vigilia di Natale 2006. Dopo la sfortunata parentesi del 2008 con la Stella Rossa decide di tornare dove tutto ebbe inizio: al Foggia. La squadra è in serie C, i soldi sono pochi e il ricordo di quello che fu ancora vivo nella mente dei foggiani. I risultati furono scadenti e non si ottenne nemmeno la partecipazione ai playoff nonostante un super attacco formato da Insigne e Sau. Sembrava la fine di Zemanlandia, invece nel 2011 ecco la chiamata che non ti aspetti, il Pescara per una B piena di giovani e divertimento. Riuscirà a vincere il campionato e lanciare tanti futuri campioni, ma decide di non proseguire con la squadra l’avventura in serie A, lui ha un grande amore: la Roma. Torna nella capitale, voluto fortemente da tutta la tifoseria, pronti a godere del calcio spettacolare del boemo. Che durerà fino al febbraio 2013 quando colleziona l’ennesimo esonero della sua folle carriera.

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Written by Marco De Rinaldis

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