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I capolavori del cinema: La dolce vita

1960Federico Fellini; con Marcello Mastroianni, Anita Ekberg, Annibale Ninchi, Alain Cuny, Yvonne Furneaux.

Un film controverso, perla del cinema del XX secolo, La dolce vita di Federico Fellini racchiude in sé un complesso intreccio di simbolismi e riferimenti storici/culturali. Consacrato a successo mondiale dopo una fase di forte critica, resterà per sempre impressa, nella memoria di tutti i cinefili, l’immortale scena del bagno di Anita Ekberg nella Fontana di Trevi. Una Roma viva, ambigua e fortemente dinamica si staglia sullo sfondo di vicende dai contenuti forti, pungenti ed estremamente riflessivi. Una pellicola così imponente ed impressionante da poter addirittura coniare il termine Paparazzo, nome di uno dei personaggi, che verrà poi assimilato al concetto di fotografo invadente ed indiscreto.

Una molteplicità di fattori che concorrono inevitabile alla consacrazione artistica di tale opera che, oltre ad interpretare con acutezza un momento della storia d’Italia, segna il punto di svolta nel modo della regia cinematografica: vengono abbandonati gli stereotipi, abbattendo tabù e vecchie idee. Continui riferimenti a fatti di cronaca realmente accaduti, simbologie religiose, fini ed elaborate interpretazioni dell’allora cultura contemporanea, fomentarono ed incrementarono le critiche negative nei confronti della pellicola, suscitando un enorme scalpore. Fu proprio questo atteggiamento di disprezzo che contribuì al successo del film.

Un continuo dinamismo dei personaggi e con loro la macchina da presa, traspone sul grande schermo il loro stato d’animo, mutevole, talvolta insofferente. Gli stessi attori recitarono ognuno nella propria lingua d’origine, rendendo ancor più pittoresco un set cinematografico di per sé anomalo, pittoresco. Sette episodi, tutti diversi l’uno dall’altro, ma legati da un complesso gioco emotivo ed estetico perfettamente fluidificato da una stupenda interpretazione recitativa di Marcello Mastroianni, di grande impatto scenico ed estetico.

Molti sono i film che si sono ispirati a La dolce vita: da Blow-up (1966 – di Michelangelo Antonioni) a Lost in Translation (2003 – di Sofia Coppola), passando per Manhattan (1979 – di Woody Allen). Una pellicola che segnato una società, che ha cambiato il modo di pensare, che ha suscitato forti dibattiti nel mondo socio-politico dell’epoca, influenzando le generazioni future e modificando l’approccio stilistico della regia.

Vincitore di un Premio Oscar (Migliori costumi), di una Palma d’oro a Cannes, di un David di Donatello (Miglior Regia) e di ben 3 Nastri d’Argento (Miglior attore protagonista, Migliore scenografia e Miglior soggetto), La dolce vita è il simbolo di un contesto sociale che appartiene alla nostra storia, alla nostra identità, caposaldo imprescindibile della cultura cinematografica italiana, opera sublime di inestimabile valore artistico ed intellettuale.

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