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Conferenza Perotti a Pinzolo: "La maglia n°10? Non la chiederei mai, sarà sempre di Francesco"

Conferenza Perotti (5)

Diego Perotti ha preso parte alla conferenza stampa odierna, parlando di questo ritiro di Pinzolo: “Stiamo lavorando tutti molto bene, il mister è chiaro nelle direttive e tutti i preparatori sono bravi. Ci stiamo allenando bene ogni giorno per essere pronti al meglio durante la prossima stagione. Anche i ragazzi più giovani che sono qui si stanno impegnando davvero tanto.”
In merito al suo rapporto con Di Francesco ha affermato: “Il mister mi chiede di non essere molto aperto e andare avanti come faccio di solito ed è su questo che devo lavorare, mi chiede di accentrarmi di più e migliorerò sicuramente per il prossimo anno facendo bene anche per la squadra. Similitudini tra le preparazioni a livello tattico tra Spalletti e Di Francesco? E’ ancora presto per fare un’analisi, fino ad ora per quello che ho visto anche con lui gli allenamenti sono molto intensi. Ci chiede di giocare veloci, di avanzare, tenere palla. Si è già visto col Sassuolo che è un allenatore offensivo. A livello di intensità sì vedo similitudini tra i due.”
Non sono mancate le domande su Monchi, ds conosciuto molto bene da Perotti, come da lui stesso ribadito: “Dai tempi del Siviglia ho visto ciò che è in grado di fare. Lo conosco e anche lì ha fatto acquisti incredibili, prendendo giocatori poco conosciuti in realtà di gran valore e infatti li ha poi rivenduti a cifre alte. Roma è diversa da Siviglia ma se gli diamo tempo, lui costruirà una rosa completa e competitiva ciò quella che a noi serve. Ho molta fiducia in lui e so che farà acquisti importanti.”
Sulla cessione di Rüdiger poi ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Sì Strootman ha caricato un post che esprimeva perplessità e Radja ci ha scherzato sù ma voi lo conoscete anche da più di me, lui è fatto così è il suo modo di fare. Non può essere preso tutto come un dramma, sono scherzi tra noi giocatori che magari sbagliamo a fare pubblicamente. Monchi però farà bene, specie ora che stiamo per affrontare la Champions League e non l’Europa League. Avremo quindi una rosa ancora più forte, già due giocatori di livello come Karsdorp e Gonalons sono arrivati. Monchi non parla ancora bene italiano ma sa cosa fare e ha le idee chiare.”
La qualificazione diretta è stata merito proprio della sua rete siglata nell’ultima giornata di campionato contro il Genoa: “Sono consapevole di quello che rappresenta un gol così, ne ho fatta uno uguale al Siviglia al 90°minuto che ci ha permesso di andare in Champions quindi so cosa vuol dire partecipare ad una competizione del genere e non solo a livello economico. Si affrontano club prestigiosi come il Barcellona e il Real. Però nella scorsa stagione potevamo fare sicuramente di più e molto meglio, come ad esempio vincere la Coppa Italia. Mi brucerà sempre il fatto che potevamo fare di più anche se rimane una buona stagione che poteva solo essere più bella.”
Il gap con la Juve? “Piano piano ci stiamo avvicinando sempre di più a loro, basta pensare che siamo passati da arrivargli dietro di 10 punti a 4. Si sbaglia a pensare che affrontando squadre che sono posizionate nella parte bassa della classifica si vincerà facile, infatti spesso questo non avviene. E’ lì che la Juve non lascia indietro punti anche se le squadre si chiudono, loro magari riescono a vincere anche solo per 1-0 ma è quello che conta. Si tratta di partite che fanno la differenza perché quei punti ti permettono di vincere lo scudetto.”
Rivalità con El Shaarawy? “Con Stephan abbiamo un bel rapporto, è un bravo ragazzo che sta facendo bene anche con la Nazionale. Credo che questa competizione tra noi sia stimolate per entrambi e per la squadra perché sai che non ti puoi fermare perché c’è pronto il tuo compagno dietro. La Nazionale? Avere i Mondiali tra un anno è di grande motivazione ma per uno che non viene convocato da 6 anni è un po’ difficile. Tempo fa c’è stata una chiamata poi però è seguita la mancata convocazione ed è stata una cosa brutta che mi ha fatto perdere motivazione. Io comunque devo lavorare bene per la Roma prima di tutto, sapendo che poi può essere utile anche per la Nazionale ma le speranze sono diverse da quelle che avevo anni fa.
Per quel che riguarda la chance di trovare più spazio in campo il prossimo anno, Perotti ha risposto così: “I primi sei mesi della scorsa stagione ho giocato quasi sempre titolare poi verso Natale mi sono fatto male e con il cambio del modulo è cambiato un po’ tutto, inclusi i ruoli come nel caso di Radja. Lì ho giocato di meno ma ho sempre giocato, entrando magari come secondo cambio anche. Tutti vorrebbero essere sempre titolari questa è una verità, ma io devo pensare prima di tutto alla squadra. Sicuramente vorrei essere sempre titolare ma ora dobbiamo dimostrare tutti a Di Francesco ciò che sappiamo fare e quindi chi può essere titolare, specie in una squadra forte come la Roma. Se sono io il rigorista ormai? No, si decide sul momento, magari a volte ne fa due Kevin e la volta dopo va Daniele a calciare e fa bene anche lui. Abbiamo tanti buoni giocatori a me comunque piace far gol e spero di continuare così.”
Circa la sua passione per il numero 10 (che il giocatore ha tatuato sul collo ndr) e il suo nome Diego, ricevuto presumibilmente in onore di Maradona, Perotti ha chiarito la situazione: “No è un mito questa cosa che mi chiami così per lui. L’ho chiesto ai miei giocatori e non è in suo onore. Ho sempre amato i giocatori che hanno indossato il numero 10 che sono sempre stati i miei preferiti ma, non chiederei mai di indossare la maglia con il 10 perché sarebbe una mancanza di rispetto. Quella sarà sempre di Francesco e non so se qualcuno potrà mai indossarla, io non la chiederei.”
Infine Perotti ha parlato degli obiettivi giallorossi del prossimo anno: “Noi puntiamo a tutto, dobbiamo puntare davvero a tutto. Non possiamo pensare solo a una competizione o a due, stiamo per affrontare la stagione che ogni giocatore vorrebbe disputare. Sarà infatti una stagione bella e dura, una di quelle che vedevo anni fa in Tv quando guardavo la Serie A. Ora che le squadre si sono rinforzate con ottimi acquisti, il livello tornerà alto.”
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Written by Veronica Sgaramella

Nata a Roma nel Luglio 1990, laureata in Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione presso La Sapienza. Coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, precedentemente redattrice per Vocegiallorossa, poi collaboratrice e speaker @ 1927 On Air - la storia continua, in onda su Centro Suono Sport. Opinionista periodica sportiva a Gold TV. Ora co-conduttrice di Frequenze Giallorosse (ReteneTVision). SocialMente attiva, amo leggere, viaggiare e immortalare attimi.

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