in , ,

DAY 4: BARI-AVELLINO 4-2, LA CRONACA E LE NOSTRE SENSAZIONI: CALIAMO IL POKER MA DIETRO GIOCHIAMO ALLE BELLE STATUINE…

Dopo Catania occorreva la prova del nove. Prova chiamata Avellino (l’ex capolista) ed ampiamente superata. Ma qualcosa da correggere c’è e sarebbe da stupidi negarlo.
Davanti a 25000 spettatori “ammazziamo” i lupi solo nel finale, dopo aver condotto la gara con autorevolezza per buoni settanta minuti. Portiamo a casa tre punti che pesano oro e che ci consentono di rimanere attaccati al treno di testa, a soli tre punti dalla sorprendente capolista Frosinone, a contatto con le corazzate Bologna e Livorno e con  nove punti di vantaggio sulla sorpresa (in negativo) Catania.
CRONACASalviato per Calderoni ed il ritorno di Sabelli, dopo la parentesi in under 21, impiegato sulla mancina, sono le nostre uniche due novità, rispetto alla vittoriosa trasferta di Catania. In casa Avellino mister Rastelli conferma l’11 che ha sconfitto il Carpi. Pronti-via ed è subito monologo a forti tinte biancorosse. Quello che ci aspettavamo, quello che volevamo. Passano solo 7′ ed è già vantaggio. Sugli sviluppi di un corner corto, staffilata del nostro gladiatore di centrocampo Marco Romizi, Gomis viene colto in controtempo e la curva nord può già esplodere. Ma la morsa biancorossa non ne vuol sapere di attenuarsi. Passano cinque minuti e raddoppiamo con un’azione da far vedere nelle scuole calcio. Sciaudone taglia alle spalle del terzino ospite e, dalla destra, serve in area l’accorrente Caputo, che in scivolta sigla il 2-0. E’ Bari show, è Bar(i)cellona. Hai la sensazioni di una squadra che possa dilagare e “regalare” un pomeriggio da incubo ai mille tifosi irpini arrivati al “San Nicola”. Pochi minuti dopo, ci ri-prova Romizi (di gran lunga il migliore  dei nostri). Il copione è lo stesso: solita bordata dalla distanza e solito brivido sulla schiena dei campani. Dal possibile 3-0 che avrebbe “ammazzato” definitivamente gli irpini, si passa al clamoroso 2-1. Castaldo sull’out di sinistra pennella un cross per Comi. Difesa biancorossa da belle statuine, Salviato non segue la linea difensiva e tiene in gioco il centravanti campano. Colpo di testa ravvicinato e match (immeritatamente) riaperto. Noi sbandiamo, loro acquisiscono fiducia e sfiorano il clamoroso pari. Ancora Comi realizza, ma l’assistente di Fabbri ravvisa giustamente la posizione irregolare del centravanti ex Reggina. Un paio di folate biancorosse con Caputo e Salviato chiudono il primo tempo. Andiamo al riposo con la consapevolezza di poter fargli male in qualsiasi momento, ma con la stessa che dietro balliamo (…e parecchio).
Il video dell’azione perfetta: Il 2-0 targato Sciaudone-Caputo

Nella ripresa Mangia non cambia e pigiamo subito il piede sull’accelleratore. Contini pesca Caputo solo in area biancoverde. Lo stacco del capitano è debole e finisce tra le braccia di Gomis. Ma il 3-1 è nell’aria. I veri lupi sono i nostri biancorossi. Sabelli duetta con Defendi e penetra come una lama nel burro la retroguardia ospite. Piattone destro comodo e apoteosi “San Nicola”. Per il terzino, scuola Roma, si tratta  del primo centro (meritato)  in carriera. Caputo e compagni continuano a prendere a pallate gli irpini, rintanati nella loro trequarti ed incapaci di reagire. Ma il 4-1 è solo sfiorato. L’occasione è di quelle ghiotte. Defendi ha sui piedi un calcio di rigore in movimento, ma la cattiveria manca ed il piatto destro è debole. L’Occasione colossale risveglia dal torpore gli ospiti. Prima Comi sciupa a due passi da Donnarumma, poi al 69′ è Castaldo a riaprire il parziale. Ligi e Contini giocano alle belle statuine su un traversone dalla sinistra ed il capocannoniere di B stacca indisturbato trafiggendo i biancorossi. Sembra di essere ritornati indietro di una settimana. A Catania, così come oggi, il parziale è identico e la trama è la stessa. Dominiamo, creiamo, ma se non soffriamo non siamo contenti, non siamo la Bari. Mangia tarda nei cambi e quando lo fa è per necessità (Calderoni per Sabelli). Noi ci trinceriamo nella trequarti e proviamo a chiuderla con un assolo di Galano, subentrato a Stevanovic. Nulla di fatto. La serpentina del Robben delle Puglie termina di un soffio a lato. Nel finale gli irpini sfiorano anche il tre pari. Prima Soumarè impegna Donnarumma, poi Arini calcia alto non di molto. Arriviamo così nell’extra-time e una mano arriva dal direttore di gara. Rigore generoso assegnato per atterramento di Sciaudone. Dal dischetto Ciccio Caputo spiazza Gomis e scrive i titoli di coda. Termina 4-2.
COMMENTI – Tre punti che pesano oro. Tre punti che danno la riprova di una squadra che, quando si accende, è devastante. Tre punti dal sapore di grande squadra. Ma quella sofferenza finale e quelle solite amnesie difensive sono ancora lì a farci compagnia. Palle inattive e calci piazzati mettono in mostra tutte le nostre lacune difensive e non possono gettare al vento prestazioni da grande squadra. Per il resto, la fotografia del match finale di ieri è tutta in un album da incorniciare. L’abbraccio dei tre condottieri è l’immagine di un Bari che rema nella direzione giusta. Il presidente, il mister ed il tifoso. Gianluca Paparesta, Devis Mangia e Giovanni Loseto. Il Loseto collaboratore tecnico, ma che è più un tifoso. Dalla panchina si sbraccia, si agita ed esulta come se ogni partita fosse la finale di Champions. Il presidente che si emoziona e che va a trecento all’ora. Il mister che, passato il battesimo di fuoco delle prime giornate, comincia a dare un’identità di gioco ed a trasmettere uno spirito ad una squadra, praticamente, partita da zero. E ripensando al match, come non menzionare Romizi. Ogni anno è costretto a sovvertire le gerarchie di inizio stagione. E puntualmente ogni anno ci riesce. La prestazione di Marco è di quelle sontuose. Qualità e quantità in mezzo al campo. Fa tanta legna e garantisce dinamismo alla manovra della squadra. Un vero gladiatore. Non tira mai la gamba indietro e quando c’è da stringere i denti è sempre in prima linea. Magari pecca in continuità, bersagliato spesso dalla sfortuna e dagli infortuni. Ma quando c’è in campo lui è un altro Bari. E verrebbe da chiedersi… “Con un Romizi così, siamo sicuri che Donati possa essere un titolare inamovibile?”. Staremo a vedere. L’unica certezza è che il Bari c’è ed ha tutte le carte in tavolo per poter vestire i panni della battistrada.
 

What do you think?

Written by Alberto Stasi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

GIPHY App Key not set. Please check settings

Tiberio Timperi e la bestemmia in diretta RAI

Impiego dei droni nell’investigazione e consulenza forense