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Il giusto approccio alla tecnologia – "l'esperto"

Correva l’anno 1990. Mio padre comprava un personal computer. Molti ne parlavano, pochi sapevano a cosa effettivamente servissero. O meglio ben pochi ne avevano una reale necessità, vuoi perché costavano un occhio della testa, vuoi perché non avevano molte più funzioni di una macchina da scrivere che costava la metà di un decimo… o forse anche meno.
Ricordo ancora come se fosse ieri quel giorno di dicembre, in cui arrivarono tutti quegli scatoloni pesantissimi marchiati Olivetti e Fujitsu, pagati la bellezza di circa 4,5 milioni di vecchie e rimpiante lire, che contenevano tutti (o quasi) i componenti di un personal computer nel vero senso della parola. Era un Olivetti PCS 286, tecnologia che se paragonata al più scarso degli smartphone attualmente in commercio è pari a un centesimo della potenza disponibile. Ed effettivamente la conferma arrivava dopo circa 15 giorni di reale utilizzo e scoperta di un po’ tutte le funzioni a disposizione. POCHE ma fatte bene…

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(Dovuto ringraziamento a http://www.computergraffiti.it/pcs286.htm dal quale ho rubato la fotina…)

Visto l’esagerato costo della componentistica, l’unico pensiero di mio padre era, per i primi giorni, di non far avvicinare alla “macchina” me e mia sorella, che di anni ne avevamo rispettivamente 7 e 9. Avremmo certamente, tentando di giocherellare, messo a repentaglio la vita del computer.
Primavera 1994, l’approccio all’informatica di noi, ormai alunni di scuola media, era completamente cambiato. Ci avevano insegnato qualcosa in più rispetto a quel che sapevamo. Ovvero nulla. Con modestia, ovvio. Non si sa mai perché, nelle scuole ci sono sempre delle tecnologie lontane anni luce dal presente, per cui le macchine su cui studiavamo informatica erano degli Olivetti Prodest, circa cinque volte più vecchi e meno potenti del nostro ormai obsoleto pcs286. Nonostante tutto, su questo ciarpame informatico riuscimmo a beccare un virus, bello grosso. O meglio fu il professore di matematica di mia sorella il colpevole, fornendo a mia sorella un dischetto con un programma per imparare l’algebra. Mia sorella non imparò l’algebra, mio padre imparò a bestemmiare. Il pc si bloccò in maniera semi-irrimediabile. Fortuna volle che già allora la mia intraprendenza fece in modo di darmi da fare per trovare una soluzione. E grazie al mio insegnante di educazione tecnica risolvemmo con poco spargimento di sangue il problema. Rendendo immediatamente il pc nuovamente operativo.
Oggi, 19 anni dopo, vivo a parecchi km di distanza dalla mia famiglia e non passa giorno che mio padre non sia lì a chiedermi un consiglio su come comportarsi riguardo a qualche strana “issue” (termine utilizzato per descrivere un comportamento strano di un dispositivo multimediale, ndr) del suo computer. 19 anni dopo la mia è diventata una passione al punto che mi piace smontare e rimontare tutto ciò che è elettronico. Certo, a mio rischio e pericolo, i costi della componentistica sono calati al punto di essere accessibili a tutti, ma la delicatezza è aumentata visto che sono diminuite le dimensioni.
Il fai da te per risparmiare va bene, ma se non si è capaci, meglio chiedere una mano. Il rischio è che un danno provvisorio diventi definitivo. Meglio non fingersi esperti per fare gli splendidi. Rischiereste una gran brutta figura…

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