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Il Padre d'Italia, Fabio Mollo dirige l'alchimia tra Luca Marinelli e Isabella Ragonese

Il padre d'Italia

Uscirà nelle sale italiane il prossimo 9 marzo “Il Padre d’Italia”, il nuovo film presentato da Bianca e Rai Cinema, distribuito da Good Films e diretto da Fabio Mollo con protagonisti due volti sempre più affermati nel nostro panorama cinematografico: Luca Marinelli ed Isabella Ragonese. Giovani, belli e bravi. Potrebbe sembrare un cliché eppure è la realtà, questi attori poco più che trentenni, sono stati capaci di costruire le rispettive carriere con dedizione e talento. E continuano a meravigliare.
Tra un diploma di lui all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” e uno di lei conseguito presso la Scuola Teatès, ruoli a teatro, concorsi ad importanti festival europei e film d’autore, ecco che le strade percorse separatamente da Marinelli e Ragonese, sono finalmente destinate ad incrociarsi. E lo fanno letteralmente, in un interessante Road Movie ideato e girato da un altrettanto giovane Mollo, al quale va anche il grande merito di aver “corteggiato i due attori per convincerli a prendere parte al progetto”.
Il Padre d'Italia
 
E il risultato sono 93 emozionanti e travolgenti minuti. Il Padre d’Italia, appare un film inizialmente cupo, sia a livello sonoro che visivo, segue poi un percorso di maturazione che lo porta man mano a rendere tutto più chiaro, vivace, senza variarne l’intensità emotiva. La metafora del viaggio su strada in relazione a quello introspettivo dei due protagonisti, Paolo e Mia, ed in particolar modo di Paolo, li trascina tappa dopo tappa al raggiungimento di un traguardo diverso per entrambi, al quale arrivano però grazie al sostegno reciproco.
La trama de Il Padre d’Italia, è fondamentale per comprendere meglio due personaggi tanto opposti quanto complementari: “Paolo ha 30 anni e conduce una vita solitaria, quasi a volersi nascondere dal mondo. Il suo passato è segnato da un dolore che non riesce a superare. Una notte, per puro caso, incontra Mia, una prorompente e problematica coetanea al sesto mese di gravidanza, che mette la sua vita sottosopra. Spinto dalla volontà di riaccompagnarla a casa, Paolo comincia un viaggio al suo fianco che porterà entrambi ad attraversare l’Italia e a scoprire il loro irrefrenabile desiderio di vivere.”

Il Padre d'Italia, opposti
Il Padre d’Italia, opposti che si compensano

Nel corso della conferenza stampa che è seguita oggi all’anteprima del film, trasmesso presso la Casa del Cinema di Roma, sono intervenuti a regalare qualche dettaglio in più Fabio Mollo, Luca Marinelli ed Isabella Ragonese. Il regista, autore anche del soggetto e della sceneggiatura, frutto della collaborazione a quattro mani con Josella Porto, ha spiegato meglio il lavoro che portato alla creazione di due personaggi come Paolo e Mia. Il regista de Il Padre d’Italia, ha confermato di essere innanzitutto partito dal punto di vista di un genitore, non da quello di un figlio o una figlia.
Gli altri aspetti che caratterizzano la pellicola, e dunque le vite dei protagonisti sono la precarietà, economica e -soprattutto- emotiva, tipica di questi tempi. Un simile sentimento di sconforto, condiviso dalla maggior parte dei giovani d’oggi a cavallo tra i venti e i trenta anni (ma anche dopo), è lo stesso che opprime e che al tempo stesso, spinge per far riaffiorare speranze e stati d’animo sopiti. Mollo ci spiega che il suo protagonista Paolo, -come molti- sente di non essere degno di provare felicità. Mia al contrario, vive senza preoccuparsi troppo di ciò che merita e preferisce seguire la “pancia” più che la testa. Sarà proprio quella pancia, al sesto mese di gravidanza a farli incontrare, stravolgendo e unendo le loro vite.
Il padre d'Italia
Paolo si lascia difatti trasportare da Mia, che lo smuove da alcune sue convinzioni meno radicate di quanto lui stesso non creda. Nel conferire due interessanti personalità ai protagonisti, c’è un grande impegno dimostrato fin da subito sia da Luca Marinelli che Isabella Ragonese, così come da parte di tutta la troupe, come sottolineato dall’interprete di MiaLe scene e le battute, sono state personalizzate con molta cura. Un altro elemento centrale de Il Padre d’Italia, tanto da essere stato definito decisivo, è la musica, come  già introdotto. Risulta infatti essere una caratteristica che contribuisce ulteriormente a delineare i due personaggi.
Mia è una cantante rock, Paolo ha una passione per la Bertè e il loro incontro avviene in una discoteca. Lo stesso Mollo ha spiegato quanta cura e ricerca ci sia dietro alla scelta dei brani e delle musiche e, se qualcuno fa notare un certo parallelismo tra la Bertè e Marinelli, che già in Jeeg Roobot in versione villain, cantò uno spezzone de “Non sono una signora”, oltre al brano “Un’emozione da poco” della Oxa, la replica arriva esaustiva. Fabio Mollo ha invero così motivato la scelta relativa a due brani della cantante: “Io sono di Bagnara Calabra, proprio come lei, quindi per me il richiamo è immediato. Inoltre, Luca Marinelli stesso la adora. Per quanto riguarda Mia e Loredana Bertè c’è una similitudine tra le due artiste. La Bertè ha sempre cantato per sé ed è sempre stata una ribelle. In generale c’è un richiamo agli anni ’80, studiato proprio nei suoni e nei colori. C’è molta elettronica.”
Il padre d'Italia
Casa del Cinema, conferenza stampa con Fabio Mollo, Luca Marinelli e Isabella Ragonese, affini anche nella perplessità!

Proseguendo con la sua analisi, Fabio Mollo ha confermato le influenze per la realizzazione de Il Padre d’Italia, provenienti dai lavori di Xavier Dolan, tanto che sia Luca Marinelli che Isabella Ragonese, sul set lo avevano scherzosamente soprannominato “Xaverio” o “Saverio” . Altri riferimenti cinematografici presenti, derivano da “Una giornata particolare” di Ettore Scola e “Il ladro di bambini” di Gianni Amelio. La scelta di renderlo un Movie On the Road, deriva in aggiunta dal fatto che il regista 36enne ha sempre associato ad una storia romantica un viaggio, tanto da ritenerlo un elemento imprescindibile: “E’ un film che si basa poco sulla biologia e molto sull’amore. Ma un amore puro, forte che supera le barriere. Il messaggio che spero di trasmettere è proprio quello di un amore che abbatte limiti e vincoli.”
Per quel che concerne la presenza all’interno de Il Padre d’Italia di una sorta di coro matriarcale, Fabio Mollo è stato altrettanto chiaro: “Si tratta di uno snodo narrativo che non vuole giudicare nessuno. E’ un momento di confronto che racconta la famiglia tradizionale, che può essere una famiglia qualsiasi al Nord o al Sud. Mia da questa realtà fugge, Paolo invece si trova quasi a bramarla, non avendola mai vissuta. Entrambi sono in cerca di un equilibrio, che è però diverso per ognuno di loro.”
Svestiti i panni di Mia, Isabella Ragonese ha proseguito dicendo la sua: “Casa non è sempre intesa come un nido. Per il mio personaggio ad esempio è un qualcosa che spiega le difficoltà che ha sempre riscontrato in un determinato contesto. Di conseguenza, è facile comprende come mai per lei sia tanto complicato accettarsi, dopo che ti hanno fatto sentire sbagliata per tanto, troppo tempo. Allo stesso momento, è proprio Mia che si dimostra molto materna con Paolo. Non ritengo sia facile scindere i due personaggi, c’è come una sorta di corto circuito che si verifica quando incontri una determinata persona al momento giusto. Con un estraneo è più facile creare intimità, confidarsi. I due si compensano, si aiutano. Mia è davvero poco razionale, lui lo è fin troppo, ma entrambi si trovano davanti ad un baratro, nel senso che c’è ad attenderli una scelta che li pone di fronte a grandi cambiamenti. Io lo vedo come un viaggio di due angeli custodi e l’amore è da intendere in questo senso: come la voglia e il bisogno di prendersi cura di qualcuno”.
Il Padre d'Italia conferenza stampa, l'alchimia tra due interpreti di Mia e Paolo
Il Padre d’Italia conferenza stampa, l’alchimia tra i due interpreti di Mia e Paolo

A sua volta, Luca Marinelli ha esternato il proprio pensiero: “Per me prima di tutto è fondamentale che il regista all’attore piaccia e poi trovo importante emozionarmi leggendo un copione. Con Il Padre d’Italia è successo e poi, è nata subito una forte intesa anche con Fabio, appunto come quella che si crea con un estraneo, al punto che ci siamo trovati a parlare di tutt’altro all’inizio, invece di discutere del film. Questa alchimia poi l’ho riscontrata anche con Isabella sul set. Paolo e Mia sono come una sorta di ‘gemelli in paura’, si riconoscono l’uno e nell’altra e si donano a vicenda. L’amore deve essere inteso anche come rispetto e amore di sé. Credo poi che l’aspetto forte di questo film, la chiave di tutto, sia la capacità di toccare argomenti scomodi con delicatezza.”
L’omosessualità, il ruolo della ragazza madre, la mentalità bigotta (a Nord quanto a Sud), il precariato e il futuro incerto sono tutte tematiche nonché fattori reali all’interno della nostra società. L’Italia viene direttamente criticata una sola volta da Paolo che si chiede da omosessuale, come si possano accettare le conseguenze dei desideri comuni tra le coppie etero, come quello di mettere al mondo un figlio. Un uomo gay e razionale che si accetta in quanto tale, si adegua inizialmente al contesto. A ciò che “è contro natura”, anche se per definizione, come viene fatto notare da Mia, anche i miracoli sono contro natura. Il vero viaggio di Paolo, sarà quello che farà all’interno di sé, per capire fino in fondo quanto certe barriere non contino.
A volte siamo così abituati a vederle intorno a noi, che anche all’estero pensiamo funzioni così. Basti pensare ad un esempio, riportato dall’alter ego di Paolo, Luca Marinelli: “Stavo guardando un tg a Berlino e dopo un servizio sui gay dissi «è così breve perché ve ne vergognate», e allora mi venne fatto notare che era il contrario. Mi sono infatti sentito rispondere «Ma no, è che noi, siamo abituati, è normale.»Il Padre d’Italia lo è dunque anche di un’Italia simbolica, attraversata da Torino fino a Reggio Calabria e con questa commedia drammatica, Fabio Mollo non vuole generalizzare o banalizzare nulla. In 93 minuti si sorride, si ride, si riflette e ci si commuove, perché alla fine dei conti, tutti siamo un po’ Paolo e Mia.
Locandina Il Padre d'Italia

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Written by Veronica Sgaramella

Nata a Roma nel Luglio 1990, laureata in Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione presso La Sapienza. Coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, precedentemente redattrice per Vocegiallorossa, poi collaboratrice e speaker @ 1927 On Air - la storia continua, in onda su Centro Suono Sport. Opinionista periodica sportiva a Gold TV. Ora co-conduttrice di Frequenze Giallorosse (ReteneTVision). SocialMente attiva, amo leggere, viaggiare e immortalare attimi.

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