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Non ci resta che…ridere!

Prendete l’esuberanza toscana, unitela alla comicità napoletana, proiettatela per 107 minuti su uno schermo e cominciate a ridere: è questa la ricetta perfetta per una sana e spensierata risata. I suoi ingredienti principali ci vengono forniti da un impareggiabile duo comico: Roberto Benigni e Massimo Troisi, i quali nel 1984 scrissero, diressero ed interpretarono un’opera di grande effetto scenico e dall’umorismo più sincero: Non ci resta che piangere. Un continuo susseguirsi di vicende surreali collocate in un’altra dimensione temporale, all’insegna del buon umore, dove persino le scene più crude e macabre si trasformano in puri momenti di ilarità. L’incredulità iniziale, la rassegnazione al corso degli eventi, la possibilità di importare nel passato invenzioni del futuro, l’incontro con Leonardo da Vinci, il tentativo di fermare la partenza di Cristoforo Colombo: tutti elementi in perfetta armonia tra di loro, dal risultato finale più unico che raro, posto sullo sfondo di un paesaggio italiano senza rivali, una natura incontaminata estremamente adatta alle riprese di tipo storico.

E’ un medioevo aspro e duro quello in cui vengono catapultati i protagonisti: indelebili le scene del “memento mori” e del passaggio alla dogana, perle assolute della nostra cinematografia. Quest’ultima scena fu di difficile realizzazione, in quanto agli stessi attori risultava impossibile rimanere seri: dovettero addirittura rinunciare a girare tale sequenza come da copione, in preda ad inarrestabili sghignazzate. Inoltre le condizioni di vita dell’epoca, le usanze e le tradizioni, insaporiscono le scene, rendendole una sorta di documento storico della nostra cultura, rivisitata in chiave comica.

Record d’incassi nell’anno d’uscita (15 miliardi di lire), il film fu l’unico realizzato in coppia dai due autori, i quali vollero omaggiare un altro grande duo storico: la scena della lettera scritta a Savonarola ricalca quella presente nel film Totò, Peppino e…la malafemmina (1956), un sublime elogio ad Antonio De Curtis (“il principe della risata”) e Giuseppe De Filippo, che per anni hanno portato la felicità nelle case degli italiani.

Roberto Benigni, attore pluripremiato, portavoce e simbolo della cultura italiana nel mondo, in seguito alle riprese di Non ci resta che piangere, ha saputo deliziarci con altri indimenticabili capolavori, sia come attore che come regista, regalandoci in egual misura il sorriso e le lacrime. Lo stesso vale per Massimo Troisi, ma la sua storia merita un approfondimento: l’ultimo film che ci ha lasciato è stato Il Postino (1994), pellicola immensa, dalla grande intensità emotiva, detentore del record del maggiore incasso di sempre, nel mondo, per un film italiano. L’attore scomparve prematuramente all’età di 41 anni, proprio 12 ore dopo le riprese di tale film, colpito da un attacco cardiaco che fermò il suo cuore, il cuore di colui che ha fatto battere i nostri con intenso ardore.

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