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Quell'Italia lecchina che rinnega la propria cultura

In occasione della visita del presidente iraniano Hassan Rohani in Campidoglio, come consuetudine italica, a causa del solito complesso di inferiorità intellettuale di alcuni, il Bel Paese tutto ha, ancora una volta, ceduto il passo.
La vicenda, ormai, è diventata una “questione giornalistica”, dice qualcuno, forse, per screditare il polverone che il malsano gesto ha trasversalmente sollevato.
Sono state coperte, su tutti i lati, da anonimi pannelli bianchi, che farebbero invidia ad Ikea, alcune meravigliose statue di nudi dei Musei Capitolini.
All’oscuramento delle statue, deciso come forma di rispetto al presidente iraniano ed alla “sua suscettibilità”, è seguito oggi lo scaricabarile del governo che, facendo proprio il solito ‘modus operandi’, ha riconosciuto l’errore di coprire le statue di nudi ma negando ogni responsabilità, additando quindi alla Soprintendenza.
Così, come prevedibile, nel giro di pochi minuti ha fatto capolino sui media la smentita della Soprintendenza capitolina ai beni culturali che ha precisato come l’intera organizzazione della visita del presidente iraniano sia stata curata da Palazzo Chigi.


Insomma nessuna novità, siamo ormai abituati al rimbalzo delle responsabilità.
“Posso dire solo che gli italiani sono molto ospitali, cercano di mettere a proprio agio gli ospiti”, ha dichiarato ai giornalisti in conferenza stampa il presidente Rouhani.
Beh come ‘giustificazione’ mi sembra un’ottima frase, ben pensata, tuttavia il ritratto che l’Italia (anzi, i responsabili della vicenda) ha comunicato al mondo è l’immagine di un paese sottomesso, di una nazione senza spina dorsale, pronta a cancellare la propria identità culturale millenaria soggiogandola ad interessi economici ed ideologici. Insomma le bave di ‘qualcuno’, cadute a furia di adulare i partners iraniani, non sono passate di certo inosservate.
Quindi oltre al danno, si aggiunge la beffa. Dall’estero, infatti, i quotidiani più autorevoli hanno dedicato titoli e vignette alla barbara scelta di coprire le statue.
Inoltre il quotidiano inglese Guardian fa notare come anche lo scorso ottobre “quando Renzi ricevette nella sua Firenze il principe ereditario di Abu Dhabi, Mohammed bin Zayed”, fu coperta con un paravento una statua di nudo dell’artista Jeff Koons.
Mi chiedo soltanto cosa direbbero le state se solo potessero esprimersi. Forse direbbero, agli autori della scellerata decisione di coprirle, che siamo il paese con il maggior numero di siti patrimonio dell’umanità, con un ricchezza culturale e artistica inestimabile che non andrebbe svenduta o piegata a suscettibilità alquanto discutibili.
Una vergogna che poteva essere evitata! Ma come sempre, sono pronto a scommettere che tutta la vicenda si risolverà in una bolla di sapone. Viva l’Italia!

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