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Spagna: dalla guerra civile all'indipendentismo catalano

La guerra civile in Spagna iniziata il 17 luglio 1936 e conclusasi l’1 aprile 1939 è stata il preambolo della seconda guerra mondiale e del futuro confronto/scontro tra le principali ideologie politiche: Socialismo, Comunismo, Anarchia.
La guerra civile, ovviamente, fu devastante per tutta la Spagna e al termine di essa si trovò a salire al potere il dittatore Francisco Franco che governo per 36 anni.
L’ inizio della democrazia si ebbe solo dopo la morte di Francisco Franco il 20 novembre 1975. Da lì si è incominciati a creare la vera democrazia spagnola fino a giungere al 28 ottobre 1982 in cui vinse il PSOE (Partito Socialista Operaio Spagnolo). Nel 1977 avvengono le prime elezioni generali dopo la dittatura.
Nel 1978 viene approvata la costituzione che poi viene ratificata per mezzo di un referendum.
Da qui in poi, per la Spagna, è tutto un susseguirsi di nuove regole, nuove leggi, un rischio di un nuovo (ma fallimentare) colpo di stato nel 1981, l’ingresso nella NATO, la prima TV nazionale, le olimpiadi del 1992, fino al tremendo attentato l’11 marzo 2004 (tre giorni prima delle elezioni spagnole) quando vengono uccise 190 cittadini in vari attentati.
La Spagna oggi è un paese è in continuo fermento e crescita cultura ed economica. La crisi iniziata dopo l’estate del 2008 ha preso di mira anche la Spagna ma comunque resta meta preferita di tantissimi turisti oltre ad essere una delle nazioni europee dove gli italiani possono trovare lavori molto più gratificanti, sia dal punto di vista economico che personale.

Oggi però il problema principale a cui si è assistito, ampiamente raccontato da tutti i media internazionali, è la richiesta di indipendenza della Catalogna. La tensione è ormai alle stelle tra governo spagnolo e Catalogna. Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha assunto direttamente la presidenza della Catalogna e i suoi ministri le altre competenze. Ma il presidente catalano destituito Carles Pugdemont in un brevissimo intervento sull’emittente regionale Tv3 (con accanto le bandiere della Catalogna e dell’Ue) ha fatto sapere che non accetterà il diktat di Madrid. “La nostra volontà è continuare a lavorare per costruire un Paese libero”, ha dichiarato. “E il modo migliore di reagire per difendere le conquiste – ha aggiunto – è un’opposizione democratica all’articolo 155”. Puigdemont ha chiesto “pazienza, perseveranza e prospettiva” per continuare a portare avanti il suo piano indipendentista. “Dobbiamo preservarci da repressione e minacce – ha spiegato – senza abbandonare mai un atteggiamento civico e pacifico. Non vogliamo la ragione della forza”. “In una società democratica sono i Parlamenti a scegliere i governi – ha detto ancora Puigdemont – ieri abbiamo vissuto una giornata storica”. Puigdemont non ha convocato elezioni per scegliere l’Assemblea costituente, come si ipotizzava prima del suo intervento.

Resta il fatto che l’indipendentismo catalano, tradizionalmente di sinistra, è una misura contro legge che non ha mai avuto alcuna maggioranza popolare.

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Written by Vincenzo Priolo

Vincenzo Priolo è nato ad Agrigento il 5 dicembre del 1981. È laureato in scienze politiche e delle relazioni internazionali e ha frequentato nella sua carriera svariati corsi di specializzazione in materia di Sicurezza e Difesa. Ha maturato esperienze notevoli e di responsabilità in settori pubblici e di rappresentanza. Coordina il magazine Yepper fondato sulla base del giornalismo partecipativo. Ama viaggiare, cucinare ed intrecciare nuovi rapporti di collaborazione e amicizia con persone di altre culture e religioni.

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