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Vacanze intelligenti. Per bambini deficienti?

Furio, ipocondriaco viaggiatore del film "Bianco Rosso e Verdone"

Ore 6.14, mattina presto. Sono alla guida da poco più di un’ora e mezzo. E’ il 10 agosto, si prospetta un caldo sabato mattina, e tra il pieno weekend e l’appropinquarsi di Ferragosto, il rischio è quello di usare il cofano motore della macchina appena riverniciato come barbecue per le salsicce conservate nella borsa frigo e che ormai rischiano di deteriorarsi. Sì perchè con una macchina come la mia, che di chilometri sulle spalle ne ha pochi meno di 220 mila, il primo imbottigliamento lo passerebbe senza quasi nessun problema, ma al secondo “aprirebbe le ruote” e il motore non sarebbe poco più utile di un barbecue. Ho preferito partire in direzione della meta finale delle ferie alle 4.40 circa – e se ci fossi riuscito, sarei partito ancora prima!
Ancora ricordo il primo anno che da Firenze sono sceso per le ferie estive in Puglia con la mia vecchia Lancia Prisma, assicurandomi un viaggio esilarante, un bel po’di risparmio con il GPL ma anche le parole di alcuni amici che, senza senso dell’intraprendenza e un po’ viziati, guardandomi mettere piede a Terlizzi con la Prisma pensarono – ed esplicitarono – che tendenzialmente assomigliavo a Pasquale, il materano emigrato protagonista di uno degli episodi di “Bianco Rosso e Verdone”. Non avevo i sedili foderati di pelle di vacca, non vedo l’assonanza con il personaggio. Ma con ironia ho accettato la battuta e sul mio telefonino è comparsa la suoneria del genio Morricone, “La marcia di Pasquale”.
Ma ritorniamo al viaggio recente, quello sotto Ferragosto… Per necessità personali e lavorative, sono dovuto rimanere “in sede” per una settimana in più del dovuto, essendo quindi costretto ad avvicinare la partenza disastrosamente al Ferragosto, in uno che tutti i telegiornali avevano tragicamente annunciato, quasi con voce fantozziana,un WE da BOLLONE NERO. E così, caricata la vettura alle 4.12 circa, “tra ninnoli e nannoli”, alle 4.42 eravamo al casello di Firenze Sud. L’ho potuta definire partenza intelligente fino alla bretella di Ponte a Niccheri, perchè già al casello (e figuriamoci in corsia di accelerazione) era cambiato tutto. La deserta Firenze sembrava aver creato un raduno di girovaghi sulla A1, certo non un traffico da vigilia di Ferragosto in tarda mattinata, ma comunque sostenuto. Prima sosta programmata al confine con la Toscana, fortunatamente il bombolone del GPL mi ha assistito fino lì. Ero quasi diventato il Furio di Verdone, con la programmazione del viaggio nei minimi dettagli con tanto di buste sigillate. Peccato che i tempi sono cambiati. In autogrill, tra pausa caffè e pieno di Gas, invece che i canonici 13-18 minuti, se ne sono andati la bellezza di 37 minuti. Sette solo per cercare un posticino dove incastrare la macchina, visto che una simpatica famiglia di emigranti italiani con targhe tedesche ha colonizzato metà del parcheggio con le loro vetture, tamarre con vetri oscurati e cerchi in lega da fare invidia ai rapper americani. In totale un nucleo familiare di 6 persone, il papà alla guida di un camper, la mamma con una Alfa 147, il figlio maggiore con una BMW 320 e la seconda figlia con una Smart carrozzata Brabus, con le portiere aperte e musica dance a palla alle 6 del mattino. I due più piccoli sembrano poco più che adolescenti, unica motivazione per la quale non sono 6 componenti per 6 autoveicoli. In tutti i casi uno spreco niente male. Grande cosa il consumismo… Per non parlare della baraonda all’interno del bar. Bimbi che strillano, genitori innervositi e furbacchioni saltafila. La mamma degli stupidi è sempre incinta…
Il viaggio dopo questa pausa quasi infinita riprende. Arriviamo sotto Roma e siamo costretti a un massiccio rallentamento. Incidente a Valmontone, alle 7.45 del mattino. Un camion? autista che ha perso il controllo? No, un altro furbone ha cercato di sorpassare a modo suo, superando a destra una fila di auto di cui l’ultima tentava di rientrare in corsia e, non accorgendosi della volpe, lo speronava lateralmente, creando un disagio per la circolazione. E così siamo costretti a percorrere il tratto Valmontone – Colleferro, di appena 6 km, nella bellezza di 58 minuti, mentre altri furbacchioni proseguono imperterriti la loro marcia invadendo la corsia di emergenza. E io spero vivamente che in cima alla coda ci sia una pattuglia che tiene d’occhio tali escamotages…
Il resto del viaggio, dopo lo “sbottigliamento” procede mediamente bene. Unica dannazione, tentare di evitare la situazione che ha costretto le due vetture di prima all’incidente. Già perchè le regole stradali, in italia, per tanti sono ancora un grande tabù. Non è detto che, perchè ci sono due macchine in fila a 105 km/h sulla corsia veloce, tutti ci si deve accodare. Ma nessuno ricorda questa regola e quindi abbiamo due corsie parallele occupate alla medesima velocità. Quella centrale è INESORABILMENTE VUOTA! E la tentazione di fare lo slalom è tanta….
L’arrivo a destinazione sta diventando il momento più piacevole persino per chi, come me, ama mettersi al volante e macinar chilometri, ma in mezzo a una giungla di regole non rispettate, maleducati e furbi sulla falsariga di “lei-non-sa-chi-sono-io” il viaggio, da piacevole momento di svago rischia di diventare il preludio a una vacanza ricca di incazzature niente male. E così tra un sorpasso mal riuscito e la borsa da spiaggia calpestata da un improvvido turista maleducato, si finisce per non rilassarsi per nulla, anzi tornare al lavoro più stanchi di prima. Partenze intelligenti? sì ma solo per bambini deficienti. Inventeremo il bugiardino da distribuire ai “natanti”: VACANZA, tenere lontano dalla portata di maleducati e furboni. Con la speranza di rilassarsi nel modo più giusto…

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