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CURIOSITY DELLA VITA EXTRATERRESTRE

La sonda Curiosity, chiamarla sonda sarebbe un’offesa, quindi meglio non essere prolissi e parlare della straordinaria scoperta che sorella Curiosity ha effettuato sul pianeta Marte. Sul pianeta rosso sono stati individuati tutti gli elementi necessari all’esistenza di batteri denominati chemiolitoautotrofi, capaci di trarre la vita dai minerali. Pare che questi batteri siano imprigionati nelle rocce sedimentarie della zona del cratere Gale.
John Grotzinger, del California Institute of Technology ha dichiarato: ”Siamo in grado di dimostrare che il cratere Gale ospitava un antico lago con caratteristiche adeguate a supportare una biosfera marziana basata su chemiolitoautotrofi”.
Giovanni Bignami, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, invece dichiara: ”L’importante scoperta di Curiosity, l’esitenza su Marte di acqua, sarà sviluppata dalla sonda europea ExoMars in arrivo sul pianeta”. ”L’esistenza di vita extraterrestre sarebbe una scoperta rivoluzionaria”.
Gulp! Vita extraterrestre? E la chiesa come potrebbe reagire alla straordinaria rivelazione di altre forme di vita su altri pianeti? La chiesa in realtà già da tempo ha cercato di arrivare ad una conciliazione, un’intesa, una spiegazione da fornire ai propri fedeli che è più rivoluzionaria delle stesse scoperte di vite microbiche su altri pianeti e attraverso un proprio famoso portavoce, Guy Consolmagno, gesuita astronomo, che lavora all’Osservatorio astronomico del Vaticano denominato “Specola Vaticana” ha dichiarato al Dayli Telegraph: “di sentirsi perfettamente ‘a suo agio’ con l’idea di forme di vita evoluta nello spazio”.
Mentre il gesuita argentino José Gabriele Funes, laureato in teologia e in astrofisica afferma:«È possibile credere in Dio e negli extraterrestri. Si può ammettere l’esistenza di altri mondi e altre vite, anche più evolute della nostra, senza per questo mettere in discussione la fede nella creazione, nell’incarnazione e nella redenzione». “Da astronomo io continuo a credere che Dio sia il creatore dell’universo e che noi non siamo il prodotto della casualità ma i figli di un padre buono, il quale ha per noi un progetto d’amore”.
A me invece viene da pensare che noi esseri umani siamo davvero la morchia dell’universo, pur sapendo che tutto ciò che pulsa è assimilabile alla vita, non perdiamo tempo nel trucidare gli animali, conquistare territori, ammazzare altri esseri umani, inquinare e distruggere il nostro mondo quasi fossimo consapevoli e atavicamente certi di non essere figli di questo sistema solare o di questo pianeta. Ho come l’impressione che i nostri progenitori siano giunti da altri corpi celesti e abbiano colonizzato questo pianeta come fosse un momentaneo passaggio nell’attesa di impadronirsi e annientare un’altra stella, siamo indiscutibilmente dei colonizzatori, lo dimostra la storia. Un lento viaggio verso Dio o verso il nulla? Provate ad immaginare se vedeste per la prima volta un elefante, una lucertola di Komodo. Rimarremmo pietrificati, senza parole, non riusciremmo a capacitarcene. Millenni di conoscenza e non sappiamo amare. Sapete che cosa penso? Credo che questa Terra sia un centro zoologico intergalattico permanente, e noi esseri occupanti, di conquista in conquista, dopo aver accresciuto la conoscenza, non abbiamo sviluppato l’amore, unico sentimento rimasto all’età della pietra. la Terra rappresenta lo scrigno della vita da conservare, la goccia dello sperma divino da preservare.
“Ogni entità, non importa quanti tentacoli abbia, può avere un’anima”.

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Written by Michele Rubini

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