Guardia di Finanza: Milano, sequestrato al porto di Sanremo uno yacht da 32 metri battente bandiera britannica ma frutto di evasione fiscale

Di Aldo Noceti

Milano. Quel grande e lussuoso yacht da 32 metri battente bandiera britannica faceva sicuramente bella mostra di sé nel porto di Sanremo (IM), ma era stato acquistato con fondi provenienti da un’ingente evasione fiscale e per questo è stato sottoposto a sequestro dai finanzieri del Comando Provinciale di Milano.

Una nuova indagine di polizia giudiziaria volta alla ricerca di beni illecitamente acquisiti, conta oggi un nuovo ed importante risultato che gli investigatori del Nucleo Polizia Economico meneghino hanno conseguito facendo emergere un complesso meccanismo fraudolento messo in atto ricorrendo a false fatturazioni, attività di autoriciclaggio nonché con l’interposizione di società estere.

Nel corso dell’indagine, direttamente delegata dalla locale Procura della Repubblica, i finanzieri sono infatti riusciti ad accertare l’impiego di una società di diritto inglese – avente un capitale sociale “fiduciariamente” detenuto da ulteriori entità giuridiche estere – ma che come unica finalità aveva quella di “schermare” l’origine di consistenti fondi di provenienza illecita, nonché l’effettiva titolarità di quella costosissima imbarcazione nelle piene disponibilità di un imprenditore torinese attivo nel campo della robotica industriale (già condannato per evasione fiscale ed ora indagato anche per autoriciclaggio ed intestazione fittizia di beni) oltre che di quelle del figlio.

Il sequestro

Le risultanze probatorie, giunte all’esito d’indagine obiettivamente difficile ma che i militari della GDF milanese sono riusciti a condurre senza tralasciare alcuna traccia, hanno infatti dimostrato la complicità nella vicenda di alcuni fiduciari italiani e stranieri grazie ai quali il principale indagato aveva potuto impiegare somme di denaro frutto di precedenti evasioni fiscali, a lui necessarie prima per la capitalizzazione di una società britannica e poi per l’acquisto e la gestione dello yacht oggi interdetto dai sigilli del GIP del Tribunale di Milano.

La vicenda, che pone in luce la veste transnazionale di molte attività evasive caratterizzate da particolare insidiosità, ci dà modo di apprezzare il livello di operatività ormai raggiunto degli investigatori economico-finanziari del Corpo i quali, potendo contare su mezzi d’indagine sempre più penetranti nonché sulla fattiva collaborazione resa dalle Autorità Giudiziarie e di polizia estere, mettono continuamente a segno di questi risultati precludendo così ogni spazio d’impunità ai grandi evasori fiscali.

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