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Guardia di Finanza: a Catania percepivano contributi COVID, nonostante condanne per reati di mafia o senza previsti requisiti. Denunciati 9 imprenditori

Di Massimo Giardinieri

Catania. Avrebbero indebitamente percepito i contributi COVID stanziati a sostegno delle imprese e dei lavoratori autonomi colpiti dai nefasti effetti della pandemia, ma erano in precedenza stati condannati per reati di mafia o comunque sprovvisti degli specifici requisiti necessari per accedere a tali speciali misure.

 

Le indagini della GDF di Catania

Questo è quanto hanno scoperto i finanzieri  del Comando Provinciale di Catania al termine di una serrata attività svolta a tutela della spesa pubblica, ma anche al contrasto – sotto il profilo patrimoniale – della criminalità organizzata (indubbiamente uno dei settori operativi d’elezione della GDF), che ha permesso di individuare all’interno della provincia etnea 9 imprenditori ora accusati di aver percepito soldi pubblici ai quali non avevano diritto.

L’indagine, che ha visto operare congiuntamente i finanzieri del locale Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria (PEF), nonché quelli in forza alla Compagnia di Riposto (Catania) ed alla Tenenza di Acireale, si è accentrata verso soggetti economici che – a seguito di regolare istanza di sovvenzionamento – avevano ottenuto contributi a fondo perduto oppure altre forme di finanziamento garantite dallo Stato, ciò in base alla speciale normativa nazionale emanata per favorire la ripresa economica durante al suddetto periodo emergenziale, con particolare attenzione verso quelle imprese e quei lavoratori autonomi che hanno accusato un consistente calo del loro fatturato.

Gli approfondimenti condotti dagli investigatori delle Fiamme Gialle catanesi hanno così permesso di appurare come 9 imprenditori attivi in diversi settori economici (edilizia, commercio all’ingrosso e trasporti), avessero ottenuto finanziamenti per circa 130 mila euro ai quali non avevano però diritto in quanto – tra le altre cause di esclusione – sono risultati esser stati condannati per il reato di associazione a delinquere di tipo mafioso, mentre altri ancora non erano in possesso requisiti economico-finanziari richiesti.

Per tale motivo, tutti i soggetti in questione sono stati così denunciati alla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, con contestuale segnalazione agli Enti erogatori finalizzata al conseguente recupero delle somme indebitamente intascate.

La descritta attività dei finanzieri catanesi rientra in un più ampio campo d’azione investigativa che la Guardia di Finanza sta conducendo incessantemente in tutto il territorio nazionale e che, oltre ad incidere sulle disponibilità economiche della criminalità organizzata e dei loro fiancheggiatori, in questo caso si pone il primario obiettivo di assicurare la corretta attribuzione d’importanti risorse pubbliche nei riguardi della piccola e media impresa che riveste ancora un ruolo fondamentale nell’economia del Paese, e che ha pieno diritto ad essere sostenuta affinché possa uscire al più presto dal grave e perdurante momento di crisi determinato dall’emergenza pandemica.

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