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Guardia di Finanza: a Palermo operazione interforze con Polizia di Stato, Marina Militare e FRONTEX contro l’immigrazione clandestina. Catturato in mare aperto un veliero con due scafisti

Di Antonio Aniello Barbati

Palermo. L’operazione aveva preso avvio dal fermo di 32 migranti sopresi all’alba di due giorni fa dagli agenti della Polizia di Stato mentre in contrada Marianelli – provincia di Siracusa – erano appena sbarcati da un piccolo gommone, con ogni probabilità sganciato da una più grossa imbarcazione con il fine di fargli raggiungere la costa senza avvicinarsi troppo e riguadagnare così al più presto il largo.

La circostanza ha però innescato un rapido scambio di informazioni tra la Questura di Siracusa ed il Reparto Operativo Aeronavale (ROAN) della Guardia di Finanza di Palermo, questo perché il piccolo gommone ritrovato a poca distanza dal punto di rintraccio dei migranti poteva molto probabilmente essere il “tender” di un veliero battente bandiera tedesca, che un aereo della GDF aveva avvistato e fotografato proprio il giorno precedente mentre navigava a 50 miglia a sud-est delle coste siciliane, nel corso di un’attività di pattugliamento aeromarittimo disposta all’interno dell’operazione “Themis 2021” dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (FRONTEX).

Sulla base di tali circostanze è stato così immediatamente disposto il decollo di un aereo del Gruppo Esplorazione Aeromarittima (GEA), che in poche ore ha nuovamente individuato il veliero sospetto mentre questo si trovava a circa 20 miglia da Pozzallo (RG), con rotta verso Malta ma stavolta battente bandiera degli Stati Uniti.

Stemma Comando Operativo Aeronavale GDF

Il cambio di bandiera, evidentemente adottato per sviare sospetti, non ha tuttavia ingannato i finanzieri a bordo dell’aeromobile i quali, notando altresì l’assenza dell’imbarcazione di servizio, hanno fornito a terra tutte le coordinate del “target” in questione.

Alla luce di tali circostanze, è stata cosi disposta una nuova missione di intercettamento da mare coordinata dalla Centrale Operativa del Comando Generale GDF, in collaborazione con il Comando in Capo della Squadra Navale della Marina Militare.

Sull’obbiettivo venivano quindi fatti confluire un guardacoste nonché una vedetta velocissima delle fiamme gialle che si trovavano già impegnate in attività di sorveglianza nelle acque antistanti Lampedusa e Pozzallo, mentre la Marina Militare disponeva l’impiego del pattugliatore “Vega” – in quel momento presente nel Canale di Sicilia – allo scopo di fornire una maggior cornice di sicurezza all’operazione di polizia che si sarebbe concretizzata di lì a poco.

Nel volgere di poche ore il “target” sospetto è stato così raggiunto dalla vedetta del ROAN di Palermo mentre navigava ad una distanza di 33 miglia a sud di Pozzallo, con i finanzieri che nel frattempo stavano compiendo una c.d. “inchiesta di bandiera” finalizzata ad esercitare il diritto di visita a bordo, facoltà questa che è prevista dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) essendo più che fondato il sospetto che il veliero fosse privo di nazionalità.

I componenti del suo equipaggio, però, non erano dello stesso avviso e non hanno ottemperato all’ordine di arrestare il moto, almeno fino a quando un “boarding team” delle fiamme gialle non è riuscito a salire sul natante assumendone finalmente il controllo.

Aereo ATR 72 MP – GEA Guardia di Finanza

Sul veliero in questione, oltre ai due occupanti di nazionalità ucraina, i finanzieri hanno rilevato gli evidenti segni di bivacco lasciati da molti altri occupanti, oltre alla bandiera tedesca che era stata issata nei giorni precedenti nel far rotta verso l’Italia.

Dopo aver “cristallizzato” la situazione, e dopo non aver rinvenuto nessun tipo documentazione di bordo, i militari della GDF hanno condotto l’imbarcazione fino al porto di Marzamemi (SR) dove gli agenti della Squadra Mobile ed i finanzieri della Sezione Operativa Navale di Siracusa hanno compiuto tutti i rilievi del caso, forniti tempestivamente alla locale Procura della Repubblica, dai quali sono emersi elementi probatori molto netti e comunque tali da ritenere che lo sbarco di migranti intercettato il giorno prima sulla costa siracusana fosse stato l’epilogo d’un traffico di esseri umani originato proprio da quel veliero catturato in alto mare.

I due cittadini ucraini (a questo punto sospettati d’essere i classici “scafisti”) sono stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria, mentre l’imbarcazione da loro condotta è stata sequestrata.

 

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