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Guardia di Finanza e Carabinieri: operazione congiunta contro le ramificazioni della ‘ndrangheta in Lombardia. Eseguiti numerosi arresti e sequestrati beni per oltre 4 milioni di euro

Di Armando Modesto

Brescia. I finanzieri di Brescia, il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza e i Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale hanno eseguito ordinanze di misure cautelari emesse dal Tribunale di Brescia, su richiesta della Procura Distrettuale nei confronti di 13 soggetti indagati – a vario titolo – per i delitti di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose e associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati tributari e in materia di lavoro.

I finanzieri dello SCICO impegnati negli arresti

Contestualmente è stato eseguito un sequestro preventivo di beni e disponibilità finanziarie per un valore di oltre 4 milioni di euro.

Contestualmente ai citati provvedimenti i Carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro, a conclusione di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria – Direzione Distrettuale Antimafia, hanno eseguito 66 ordinanze di custodia cautelare (delle quali 47 in carcere, 16 agli arresti domiciliari e 2 sottoposti all’obbligo di dimora), nei confronti di persone ritenute responsabili di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni, usura e danneggiamenti aggravati dalle finalità mafiose, riciclaggio e autoriciclaggio nonché associazione finalizzata al traffico di stupefacenti.

Anche in questo caso, su provvedimento dell’Autorità Giudiziaria calabrese, è stato ordinato il sequestro preventivo di una ditta specializzata nello sfruttamento delle risorse boschive (valore stimato in circa 700 mila euro), ma che nel caso specifico sarebbe stata utilizzata per agevolare le attività criminali di una nota cosca di ‘ndrangheta.

Le indagini in parola, che ancora una volta confermano il perfetto raccordo collaborativo esistente tra Direzioni Distrettuali Antimafia di Reggio Calabria e di Brescia – operato sotto il coordinamento dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo – hanno consentito di tracciare i nuovi equilibri della cosca dei Bellocco di Rosarno (Reggio Calabria), ma soprattutto definire quali siano le loro attuali proiezioni criminali nel Nord Italia e che sono principalmente legate all’infiltrazione dell’economia legale.

I Carabinieri dell’Aliquota Primo Intervento durante l’operazione

Le indagini coordinate dalla DDA di Brescia hanno preso avvio da una precedente attività investigativa dei militari dell’Arma, grazie alla quale era stata confermata l’operatività criminale di un’articolazione facente capo alla suddetta cosca rosarnese stabilitasi nelle provincie di Brescia e Bergamo.

Dalle attività investigative è anche emerso che l’elemento di vertice dell’articolazione, condannato in via definitiva nel 2009 per associazione mafiosa, pur detenuto, continuava ad impartire ordini ai familiari, concorrenti nei reati.

Sempre a Rosarno gli investigatori sono riusciti altresì ad individuare i terminali della struttura impiantata in Lombardia, i quali partecipavano fattivamente nella gestione di molteplici attività economiche di loro interesse, prevalentemente realizzate con l’appoggio di un imprenditore locale del settore edile ed immobiliare.

Gli inquirenti ritengono che questo presunto fiancheggiatore possa aver fornito un fattivo contributo per la vita dell’associazione criminosa, anche attraverso la commissione di delitti tributari e la somministrazione fraudolenta di manodopera, il tutto (come dettagliatamente ricostruito dalla GDF) mediante un giro di società-fantasma esistenti solo sulla carta ed aventi essenzialmente la funzione di emettere fatture per operazioni inesistenti.

Le attività di polizia giudiziaria, eseguite con il supporto dei reparti della Guardia di Finanza e dei Carabinieri di Brescia, Bergamo, Como, Varese, Monza Brianza, Roma, Chieti, Reggio Calabria e Siracusa, sono state condotte anche con l’ausilio di unità cinofile specializzate nella ricerca di denaro contante (i cosiddetti “cash dog”) del Servizio Cinofili della Guardia di Finanza.

Va comunque ricordato che i provvedimenti adottati nei confronti dei soggetti coinvolti sono stati assunti sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare e pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza.

 

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