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Guardia di Finanza: individuata e sequestrata una “raffineria” clandestina nella quale venivano miscelati carburanti con olii esausti e solventi tossici. Denunciati due cittadini italiani e un polacco

Di Antonella Casazza

ROMA. Circa 230 mila litri di prodotti energetici per autotrazione ottenuti da illecita miscelazione e un deposito clandestino sono stati sequestrati dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma – Nucleo Polizia Economico Finanziaria (PEF) che, nell’occasione, hanno anche denunciato tre soggetti per i reati di contrabbando e detenzione di materiali pericolosi.

L’attività in questione è scaturita da un potenziamento degli specifici servizi di vigilanza sulle accise, nonché di contrasto al contrabbando di carburanti, e ad attirare in questo caso l’attenzione dei militari è stato l’anomalo transito di un autoarticolato con targa polacca in una zona periferica della Capitale.

I Finanzieri del Comando Provinciale Roma mentre accedono nell’area della raffineria clandestina

Lo stesso mezzo è stato, infatti, notato in un’area priva di insegne e riferimenti, in prossimità della quale è stata successivamente individuata una vera e propria raffineria clandestina, ricavata questa su uno spazio di circa cinque mila metri quadri ove erano in corso operazioni di miscelazione di gasolio di contrabbando con altre sostanze (in particolare olii esausti, toluene e metanolo), con le quali “allungare” il prodotto da destinare poi a ignari automobilisti e con le tutte le conseguenze del caso per le loro autovetture.

Nel corso delle operazioni, i Finanzieri hanno inoltre scoperto una sorta di “laboratorio chimico” nel quale erano presenti formule e istruzioni varie per le suddette attività di miscelazione già adottate atto e per quelle ancora in via di perfezionamento, oltre a tutta la strumentazione necessaria per accoppiare il carburante con sostanze fortemente inquinanti, in ogni caso inidonee ad essere combuste nei motori degli autoveicoli (e per tale ragione vietate).

Nella stessa area sono stati, inoltre, rinvenuti due serbatoi interrati utilizzati per stoccare il carburante adulterato (accessibili solo attraverso l’azionamento di un ingegnoso congegno meccanico), nonché autoarticolati ed un veicolo allestito per il “pronto intervento”, in grado di trasportare due mila litri tra gasolio e benzina da sversare poi nei serbatori degli impianti che richiedevano tali “prodotti”.

Uno dei serbatoi mobili per il trasporto del carburante adulterato

Secondo gli investigatori le miscelazioni clandestine in questione permettevano ai responsabili della frode di piazzare consistenti quantità di carburante-fake (fin quasi a raddoppiarlo rispetto alla quantità iniziale), tutto ciò in totale evasione d’imposta.

Un guadagno massimizzato all’estremo, dunque, nonostante tale “prodotto” fosse ceduto a prezzi nettamente più bassi rispetto a quelli di mercato.

Al termine delle operazioni due cittadini italiani ritenuti i gestori della citata “raffineria”, nonché il citato camionista polacco, sono stati denunciati per le descritte attività illecite.

Da sottolineare come i sequestri in cronaca siano stati operati d’iniziativa mentre – allo stato delle attuali acquisizioni probatorie ed in attesa di giudizio definitivo – per tutti i soggetti indagati vale la presunzione di non colpevolezza.

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