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Guardia di Finanza: Monza, scoperti due centri-massaggi a “luci rosse”. Arrestate le direttrici e sequestrati 400.000 euro di incassi

Di Massimo Giardinieri

MONZA. Il tutto è partito da una telefonata al “117”, il numero di pubblica utilità delle fiamme gialle, nella quale veniva segnalata la poco chiara attività di due centri per massaggi olistici siti a Seveso (MB); da lì i finanzieri hanno avviato una serie di accertamenti a seguito dei quali è scattata l’esecuzione di due arresti domiciliari, disposti dal GIP del Tribunale di Monza nei confronti altrettanti soggetti gravemente indiziati – a vario titolo – di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione oltre che di autoriciclaggio.

La stessa attività della GDF monzese si era inizialmente concentrata su un “centro massaggi” di Cesano Maderno (MB), presso il quale gli investigatori hanno presto riscontrato lo svolgimento dell’attività di meretricio che – nell’arco dell’intera giornata – veniva svolta da giovani donne italiane e straniere, il tutto sotto la direzione della proprietaria rivelatasi essere una trentasettenne di origini marocchine residente in Brianza.

Le investigazioni, delegate dalla Procura della Repubblica di Monza ai finanzieri della Compagnia di Seveso, hanno richiesto l’utilizzo di intercettazioni telefoniche e ambientali, indagini finanziarie ed anche lo sviluppo di segnalazioni di operazioni bancarie sospette; investigazioni molto accurate dunque ed a seguito delle quali è stato possibile individuare un secondo “centro massaggi” in cui si sarebbero prestati i medesimi trattamenti  “a luci rosse”, stavolta a Seregno (MB) e con direttrice una 39enne peruviana anch’essa residente nel Monzese.

Secondo quanto rilevato dagli investigatori i contatti con i clienti venivano gestiti direttamente dalle titolari dei centri, le quali provvedevano anche alla fissazione degli appuntamenti, a stabilire gli importi delle singole prestazioni nonché alla pubblicizzazione su internet dei centri in questione, trattenendo poi il 50% del compenso ricevuto dalle ragazze per la singola prestazione eseguita (costo medio di 150/200 euro).

GDF – autopattuglia (MB)

Alcuni clienti erano disposti a pagare fino a 1.000 euro per “trattamenti” di 4 ore, e tra i frequentatori dei due centri figuravano anche imprenditori e professionisti provenienti da Milano e Como.

Secondo gli inquirenti il profitto conseguito da tale illecita attività supererebbe le 300.000 euro, mentre la titolare del secondo centro avrebbe reimpiegato 116.000-euro dei suoi “incassi” derivanti dallo sfruttamento della prostituzione in acquisto di titoli finanziari e buoni postali, con l’evidente fine di camuffare la provenienza delittuosa di quei soldi e commettendo dunque il reato di autoriciclaggio.

Entrambi i centri in questione sono stati ovviamente sequestrati unitamente ad oltre 400.000 euro, cifra che per l’Autorità Giudiziaria inquirente costituisce l’entità dei guadagni ottenuti dalle indagate tra il 2019 ed il 2022, e nel quale è presente anche l’importo del denaro autoriciclato.

Le posizioni delle due indagate, tutt’ora al vaglio degli inquirenti, sono al momento sotto il principio della presunzione di innocenza, ed ogni responsabilità d’ordine penale non potrà dunque che intervenire solo a seguito di sentenza irrevocabile di condanna, eventualità questa che porterebbe alla conseguente confisca dei beni sequestrati.

 

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