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Guardia di Finanza: Roma, scoperta una rete di corruzioni tra un imprenditore e funzionari ministeriali. Eseguite 7 misure cautelari personali

Di Massimo Giardinieri

Roma.  Sono sette le misure cautelari personali che i finanzieri del Nucleo Speciale Polizia Valutaria (NSPV) hanno eseguito stamani nei confronti di altrettanti soggetti, per i quali la Procura della Repubblica di Roma contesta – a vario titolo – il reato corruzione in atti d’ufficio e per atti contrari ai doveri d’ufficio, peraltro aggravata dall’aver agito in concorso.

Più nel dettaglio, agli arresti domiciliari è finito un imprenditore romano, amministratore di tre società e di una fondazione che – tra il 2018 ed il 2021 – hanno ricevuto affidamenti da parte di istituti scolastici per circa 23.000.000 di euro, tre soggetti collegati allo stesso imprenditore che avrebbero avuto un ruolo nella dazione di indebite “utilità”, due dipendenti del Ministero dell’Istruzione, Università, Ricerca (MIUR) accusati di aver commesso atti contrari ai propri doveri d’ufficio in cambio di “utilità” ricevute dall’imprenditore, mentre a carico di un terzo dipendente del citato Dicastero è stata applicata la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per la durata di un anno.

In base agli elementi probatori che gli specialisti del NSPV hanno raccolto nella loro difficile indagine, sono infatti emerse evidenze circa la azioni illecite messe in atto dal predetto imprenditore (peraltro già sottoposto agli arresti domiciliari per aver corrisposto le solite “utilità” ad un alto funzionario dello stesso MIUR), ciò per altre ipotesi di corruzione in cui sono coinvolti ulteriori dirigenti del Ministero medesimo.

Secondo gli inquirenti della Procura capitolina, l’imprenditore avrebbe infatti potuto contare sulla collaborazione fornitagli dai dipendenti pubblici infedeli di cui sopra, secondo il classico schema del “do ut des” fatto di reciproci scambi sostanziatisi in vantaggi economici per l’imprenditore e “regalie” varie per i funzionari di cui sopra.

GDF – stemma NSPV

Grazie a tale rete di favori, l’uomo d’affari sarebbe così stato in grado di conoscere anticipatamente (ma illegittimamente) contenuti e termini dei bandi pubblici indetti per il finanziamento di progetti scolastici, facendo apportare agli stessi tutte “modifiche” necessarie a favorire le sue società.

Un sistema corruttivo dunque ben congegnato e collaudato e che, come detto sopra, si basava sulle pesanti ingerenze del “dominus” della vicenda il quale, con l’aiuto di suoi fiancheggiatori inseriti nei quadri del MIUR, poteva così “pilotare” i bandi di gara verso le condizioni che più gli aggradavano, ovviamente a completo discapito delle altre imprese che avrebbero partecipato agli stessi bandi oltre che in danno degli interessi nonché dell’imparzialità della Pubblica Amministrazione.

Gli odierni arresti domiciliari hanno peraltro riguardato anche il titolare di una ditta con sede a Marcianise (CE), il quale avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti allo scopo di fornire una tangibile giustificazione contabile al flusso di denaro in uscita dalle società che facevano capo all’imprenditore romano; soldi che sarebbero serviti a coprire le spese sostenute per uno dei dirigenti ministeriali indagati.

Per quanto riguarda le somme di denaro corrisposte agli altri dipendenti pubblici, il loro impiego sarebbe invece servito per pagare canoni di locazione, lavori di ristrutturazione eseguiti su un immobile di proprietà, l’acquisto di un ciclomotore e di un PC ed addirittura la lunga locazione di una camera presso un bed&breakfast di Roma.

Proprio in ragione di tali aspetti finanziari, il GIP del Tribunale capitolino ha altresì disposto nei confronti dei pubblici dipendenti di cui sopra, un sequestro preventivo che è pari alle somme oggetto delle azioni corruttive qui descritte, anche se va comunque sottolineato come il procedimento giudiziario in parola sia ancora nella fase delle indagini preliminari e che dunque – fino a sentenze definitive – per tutti gli indagati vale la presunzione di non colpevolezza.

 

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