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II Guerra mondiale: Celebrato oggi il 78° anniversario dello sbarco di Anzio

Di Francesca Cannataro

Anzio (Roma) – nostro servizio. Erano le due del mattino del 22 gennaio 1944 quando le truppe alleate angloamericane sbarcarono sul litorale romano tra Anzio e Nettuno. Iniziava così l’operazione “Shingle” condotta dagli Alleati sulla costa tirrenica antistante gli abitati di Anzio e Nettuno, durante la campagna d’Italia nella Seconda Guerra mondiale. L’obiettivo era arrivare nella Capitale e liberarla, aggirando le linee difensive tedesche. All’alba la prima divisione britannica giunse sulla costa. Fu un evento epocale, passato alla storia come uno dei più grandiosi e rilevanti sbarchi navali della Seconda Guerra Mondiale.

Lo sbarco avvenne con successo guidato dal Maggior Generale John Lucas, ma nel suo complesso l’operazione non raggiunse gli obiettivi iniziali prefissati.

Un momento della cerimonia

La commemorazione

22 gennaio 1944 – 22 gennaio 2022. 78 anni fa lo Sbarco di Anzio. In nome della memoria e del ricordo, questa mattina ha avuto luogo una cerimonia sobria, nel rispetto della normativa vigente per via dell’emergenza sanitaria, ma intensa ed emozionante arricchita anche dalla presenza di Harry Shindler, 100 anni, veterano dello sbarco di Anzio, che ha voluto onorare i suoi compagni che persero la vita. Pregni di significato i singoli momenti della cerimonia cui hanno preso parte le autorità civili, militari e religiose dell’intero territorio. Schierati in piazza Garibaldi un picchetto in armi della Brigata Informazioni Tattiche, i gonfaloni del comune di Anuvio, delle città di Aprilia, Ariccia, Pomezia, Cassino, della città metropolitana di Roma Capitale e dei comuni di Anzio e della città di Nettuno decorate con la medaglia d’oro al Merito Civile, nonché i labari delle Associazioni Combattentistiche e d’Armi.

I Gonfaloni schierati durante la cerimonia

Dopo la Preghiera per la Patria, sulle note del silenzio, il ricordo dei caduti con il toccante momento della deposizione di una corona dinanzi al monumento che ricorda quanti persero la vita, da parte del sindaco di Anzio, Candido De Angelis, del vicesindaco di  Nettuno Alessandro Mauro, del vicepresidente città metropolitana di Roma Capitale e sindaco di Collefferro Pierluigi Sanna, del comandante della Brigata Informazioni Tattiche Generale di Brigata Maurizio Fronda, del Colonnello Simon Lawrence, addetto per Difesa Ambasciata della Gran Bretagna ed Irlanda del Nord. Infine la preghiera in suffragio dei caduti recitata da Padre Paolo Cirina.

Il Colonnello Simon Lawrence, depone la corona al monumento ai caduti

Gesti, parole, sguardi colmi di immagini e flashback. Questa l’atmosfera che si respirava in piazza Garibaldi baciata dal sole e accarezzata da un vento gelido quasi a voler raccontare essa stessa i frangenti di quell’evento storico.

Il picchetto in armi della Brigata Informazioni Tattiche di stanza nella caserma “Santa Barbara” di Anzio

“Anzio non dimentica, i valori della memoria custoditi e trasmessi ai giovani, per un futuro di pace”. Lo ha sottolineato con forza il sindaco Candido De Angelis in una “giornata – ha detto – importane per la nostra città, che vive in noi attraverso la reminiscenza, custodita nei cuori e nelle menti dei nostri genitori. Un filo della memoria che lega le città del territorio e che fa parte del ricordo di un evento storico che ci fa amare sempre di più la libertà, la pace, la democrazia, parole piene di contenuto – ha concluso – che con forza quotidianamente trasmettiamo ai nostri giovani”.

Il sindaco di Anzio, Candido De Angelis, il vicesindaco di  Nettuno Alessandro Mauro, il vicepresidente città metropolitana di Roma Capitale e sindaco di Collefferro Pierluigi Sanna, il comandante della Brigata Informazioni Tattiche Generale di Brigata Maurizio Fronda, Simon Lawrence, addetto per Difesa Ambasciata della Gran Bretagna ed Irlanda del Nord depongono la corona al monumento ai caduti.

Cuori e menti di chi quegli attimi li ha vissuti che si intrecciano al presente che quei momenti li vivono, oggi, attraverso i racconti. E così nel corso della cerimonia tre giovani ragazzi, talentuosi e promettenti studenti del territorio, i “The Basement”, Francesca Galasso, Paolo Capomaggi ed Alessandro Bianco, hanno fatto ascoltare “Anzio, dove sarai”, un pezzo scritto e composto da loro che collega i ragazzi di oggi con quelli di ieri, che la notte del 22 gennaio 1944 sbarcarono ad Anzio per la liberazione di Roma e dell’Italia.

Il veterano Harry Shindler con i “The Basement”

Le celebrazioni si sono poi concluse al Porto di Anzio, insieme all’Ambasciata Britannica, con la deposizione floreale ai piedi della targa Spartan e della targa The Duke of Wellington.

La deposizione floreale ai piedi della targa Spartan e della targa The Duke of Wellington da parte del Colonnello Simon Lawrence

 

Il ricordo del veterano

Un ragazzo di ieri  Harry Shindler, soprannominato il “Cacciatore di Ricordi”. Era allora un soldato del genio reale, il suo lavoro consisteva nel riparare veicoli e cannoni. Le medaglie brillano sul petto, anch’esse baciate dal sole e accarezzate dal vento. Un volto dalle mille rughe che è tornato ad Anzio almeno una trentina di volte nella sua vita per commemorare i suoi “commilitoni” caduti e, soprattutto, per incontrare i giovani che attraverso la conoscenza del passato vivono il presente e costruiscono il futuro.

“Anzio ormai è la mia seconda casa – ha detto – ho passato tutta la mia lunga vita a tramandare ai giovani le atrocità della guerra e continuerò a farlo finché ne avrò la forza. Non dobbiamo mai dimenticare”. Con vivo fervore racconta i concitati frangenti di quell’ormai lontano giorno di settantotto anni fa. E lo fa in maniera così viva da riportarti in quel momento, come se gli anni non fossero trascorsi. Come se tutto fosse cristallizzato. Proprio perché non bisogna dimenticare. E lo dice con una forza e una veemenza che ti fanno dimenticare i 100 anni che si porta sulle spalle.

Harry Shindlernel corso del suo accorato ricordo dello storico evento

Chiede addirittura scusa per non essersi alzato all’esecuzione dell’Inno di Mameli. Un rispetto e una forza da pelle d’oca. “Abbiamo lottato fianco a fianco con gli italiani per la nostra reciproca libertà – racconta ancora – noi difendevano la nostra libertà. Soltanto quando perdi la libertà capisci quanto è bella la libertà. Il futuro d’Italia e dell’Europa è nelle mani dei giovani di ogg – ha concluso – noi dobbiamo solo aiutarli a capire e comprendere la storia del passato e darla a loro per il futuro”.

Una giornata importante e di grande intensità per ricordare e riflettere su un evento  che  rappresenta una pagina importante della storia. Sui valori che questa storia porta con sé: libertà, patria, democrazia, nazione, gioventù.

Il silenzio echeggia in ricordo dei caduti. Uno degli emozionanti momenti della cerimonia

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