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Lotta al caporalato, nel Materano i Carabinieri smantellano una rete di sfruttamento di cittadini rumeni: 14 i provvedimenti di custodia cautelare

Matera. Oggi, nella provincia di Matera, a conclusione di indagini condotte dai Carabinieri materani congiuntamente ai militari per la Tutela del Lavoro, è stata eseguita ad una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP (Giudice delle indagini preliminari) di Matera, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 14 persone, di cui 11 in carcere, 1 agli arresti domiciliari, 1 obbligo di dimora ed un altro con l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria.

Operazione contro il caporalato dei Carabinieri nel Materano

I principali reati contestati, a vario titolo, vanno dall’associazione per delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (caporalato) con carattere della transnazionalità, estorsione, violenza privata, uso indebito di carte di credito e corruzione. 

Le indagini sono partite da una denuncia presentata nel maggio scorso alla Compagnia Carabinieri di Policoro da un cittadino rumeno per sfruttamento illecito del lavoro. Sono state svolte dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Policoro e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Matera e Potenza che nello stesso mese di maggio dell’anno passato hanno effettuato 4 fermi di indiziato di delitto di cittadini rumeni.

Le fasi successive delle attività investigative, sviluppate anche in ambito internazionale, hanno consentito di evidenziare le responsabilità penali dei singoli appartenenti all’organizzazione criminale transnazionale, dedita all’intermediazione illecita ed allo sfruttamento della manodopera. Oltre ad individuare il loro modus operandi che consisteva nel reclutare all’estero, tramite l’uso di social network (Facebook), i lavoratori, principalmente rumeni,.

Questi, una volta giunti in Italia, venivano privati dei documenti di riconoscimento e costretti, sotto minaccia ed intimidazione, a lavorare in diversi fondi agricoli privati a Scanzano Jonico e Policoro.

Chi arrivava veniva alloggiato in abitazioni a loro fittate forzatamente, il cui costo veniva loro automaticamente decurtato dal salario. I lavoratori venivano costretti a lavorare fino a 14 ore consecutive con un salario medio di 3,5 euro l’ora, con una sola pausa per il pranzo di soli 30 minuti e sotto continue minacce ed intimidazioni.

A tutto questo, secondo le indagini dell’Arma, hanno preso parte anche alcuni titolari e gestori di aziende operanti nel settore orto-frutticolo, nonché un impiegato presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Scanzano Jonico e due sindacalisti di un patronato di Marconia di Pisticci, tutti raggiunti da misure cautelari.

Tra il 2014 ed il 2018, sarebbero stati sfruttati circa 200 lavoratori ed i profitti illeciti ammonterebbero ad oltre un milione e trecentomila euro.

Nel corso delle perquisizioni sono stati rinvenuti documenti comprovanti le attività illecite e 56 mila euro in contanti. Tutti sequestrati.

L’importante operazione contro lo sfruttamento dei lavoratori e l’odioso fenomeno del caporalato è il frutto dello sforzo sinergico dei Carabinieri del territorio lucano e di quelli specializzati nella tutela del lavoro, con il fondamentale apporto delle Stazioni Carabinieri, imprescindibili presidi di sicurezza e legalità per i cittadini.

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