Di Fabrizio Scarinci
TEHERAN. Ad uccidere il capo politico di Hamas Ismail Haniyeh non sarebbero stati né un missile né un drone, ma un ordigno azionato a distanza.
Secondo questa ricostruzione, apparsa ieri sul New York Times, la bomba in questione sarebbe stata contrabbandata in Iran circa due mesi fa per venire posizionata nella palazzina che avrebbe ospitato il leader palestinese ed essere azionata nel momento opportuno.
A parziale conferma di quanto appena detto, anche una delle ultime dichiarazioni alla stampa del portavoce dell’IDF Daniel Hagari, secondo cui, dopo l’uccisione del consigliere militare di Nasrallah Fouad Shukr, avvenuta con un attacco aereo di precisione in territorio libanese il 30 luglio scorso, almeno fino a ieri l’aviazione di Tel Aviv non avrebbe condotto nessun’altra operazione di questo tipo.
Nondimeno, resta ancora da capire come facessero gli israeliani ad essere sicuri che Haniyeh sarebbe effettivamente stato ospitato in quella residenza. Senza contare che la struttura in questione si configura come un grosso edificio di diversi piani; ragion per cui avrebbero anche dovuto essere a conoscenza della stanza che gli sarebbe stata assegnata.
In ogni caso, però, se di bomba davvero si trattasse, l’uccisione di Haniyeh costituirebbe certamente un fallimento non da poco per l’intelligence di Teheran. Un fallimento che, come già specificato, potrebbe presto portare il regime degli Ayatollah a porre in essere un qualche una qualche forma di rappresaglia.
Stando a quanto riportato dalla Reuters, infatti, le autorità di Teheran avrebbero già tenuto un incontro con i loro alleati regionali al fine di discutere una “risposta di carattere strategico” nei confronti di Tel Aviv.
Nel frattempo, sul fronte libanese la situazione sta diventando sempre più incandescente.
Come noto, infatti, domenica scorsa, in un attacco missilistico di Hezbollah, sarebbero morti ben dodici tra bambini e adolescenti sulla alture del Golan controllate da Israele.
Proprio questo attacco, considerato dal governo di Tel Aviv come una linea rossa da non oltrepassare, avrebbe causato il raid mirato contro Shukr.
Nondimeno, nel corso delle ultime ventiquattro ore, Hezbollah sarebbe tornato a lanciare decine di razzi e missili contro Israele (per rispondere, a quanto pare, ad un altro raid di Tel Aviv in cui sarebbero rimasti uccisi quattro siriani nel sud del Libano) e avrebbe minacciato una pesante ritorsione per l’uccisione di Shukr.
Dal canto suo, anche le forze aeree israeliane sarebbero più volte tornate in azione in azione al fine di colpire i miliziani di Hezbollah.
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L’articolo Medio Oriente: Ismail Haniyeh forse ucciso da una bomba. Situazione sempre più tesa sul “fronte” libanese mentre si attende la possibile rappresaglia di Teheran proviene da Report Difesa.
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