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SPECIALE CBRN-e, l’impiego del 7° Reggimento Difesa NBC “Cremona” contro eventuali minacce

Roma. Il 7° Reggimento Difesa NBC “Cremona” è stato istituito il 31 dicembre 1998 per riconfigurazione del preesistente 7° Reggimento Artiglieria pesante campale “Cremona” ed è di stanza a Civitavecchia (Roma)

Il personale del Reggimento ha già servito in Bosnia Erzegovina., Kosovo, Albania, Macedonia, Afghanistan ed Iraq.

Specialisti NBC

E’ composto da Comando di Reggimento, Compagnia comando, Battaglione NBC su 5 Compagnie di cui 4 omologhe.

La Bandiera di Guerra è decorata di una Medaglia di Bronzo, una Croce di Guerra al Valor Militare e di una Croce d’Oro al Merito dell’Esercito.

In virtù della sua antica tradizione artiglieresca, il Reggimento festeggia il 15 giugno, anniversario della battaglia del Solstizio (1918).

Le unità NBC ricordano, inoltre, il 1° luglio 1923, anniversario della costituzione del Servizio Chimico Militare.

Il Colonnello Fabrizio Benigni è il suo comandante. Report Difesa lo ha intervistato, nei giorni scorsi, a margine del CBRN-e Summit Europe, organizzato a Roma da Intelligence-sec.

Comandante Benigni, quali sono le principali minacce CBRN che unità sul terreno potrebbero incontrare?

Sono molteplici. Quella diciamo di più facile impiego prevede l’utilizzo di esplosivo non predisposto associato ad agenti chimici.

 

L’analisi di campioni

Si possono costruire ordigni improvvisati CBRN?

Si. Non ci vuole molto. Servono dell’esplosivo ed appunto agenti chimici che si possono reperire con facilità. Per realizzarli serve una buona preparazione chimica di base. Combinando questi fattori si può creare una minaccia ad una forza schierata sul terreno.

Il rischio è quindi alto?

Sì. Ma compiere un attacco CBRN provoca una reazione molto forte dalle grandi potenze. Anche un gruppo terroristico ci pensa molto prima di agire. Perciò non si segnalano grossi eventi CBRN. Questo ci deve fare riflettere.

Qualora i nostri militari fossero colpiti da un attacco di questo tipo, hanno la possibilità di difendersi immediatamente? Come?

Tutti i militari italiani, impiegati in Italia e nei Teatri operativi all’estero, hanno dei sistemi di protezione e di decontaminazione personale, proprio per reagire ad un’eventuale minaccia. Tutti dispongono di un apposito equipaggiamento.

Vengono svolti corsi di formazione?

Ci sono corsi specifici per figure chiave all’interno delle varie unità. Ed il personale dei Reparti fa un periodo particolare di addestramento per l’impiego di materiali di protezione che, come detto, servono per reagire e proteggersi in caso di un evento.

Come NBC siamo sempre pronti a rispondere. Perchè dopo un primo intervento da parte del soldato c’è quello di unità specializzate le quali svolgono attività specialistiche di rivelazione, identificazione ed eventuale decontaminazione approfondita.

Vengono anche analizzati i reperti?

Quando scatta un allarme, il soldato si protegge dalla minaccia. Dopo che si è protetto intervengono gli specialisti che fanno attività di identificazione sul campo. Possono contemporaneamente reperire dei campioni che vengono analizzati in laboratori campali, schierati un’area sicura o in quelli che noi chiamiamo di tipo forense o di terzo livello. Queste analisi sono ancora più specialistiche e danno la certezza di quale tipo di sostanza si tratti. Ed a seconda del tipo di sostanza vengono implementate eventuali misure di protezione.

C’è una dottrina apposita?

Sì. Essa specifica bene quali siano le competenze a diverso livello di intervento.

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Written by Report Difesa

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