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Australia, alle elezioni politiche stravincono i conservatori. Si dimette il leader dei laburisti

Di Pierpaolo Piras

Canberra. A scrutinio totalmente ultimato delle elezioni politiche, svoltesi sabato scorso in Australia, prevale la coalizione dei Conservatori, attualmente al governo.
Il primo ministro, Scott Morrison ha parlato apertamente di un evento straordinario, alla luce dei sondaggi preelettorali che lo davano in forte calo.

Ora ha conquistato ben 77 seggi con una maggioranza necessaria di 76.

Elettori ai seggi

Il capo del Partito Laburista, Bill Shorten, già precedentemente sconfitto nel passato confronto elettorale del 2016, ha riconosciuto l’insuccesso, nonostante i sondaggi lo dessero per vincente, pure con un ampio margine.

Ha perso ogni possibilità di guidare il Paese nei prossimi anni.

Appena noto il risultato del voto, si e’ dimesso.

Attualmente lo schieramento conservatore è nella migliore condizione per formare una prossima coalizione di governo, insieme ad altre forze politiche, di simile orientamento politico.

Sembra più certa la conferma di Morrison nella carica attuale di primo ministro in quanto, per la Costituzione australiana, il capo della forza politica maggioritaria esprime automaticamente il capo del Governo.

Sono state elezioni che hanno segnato il futuro di questa importante nazione del Pacifico meridionale.

Il programma laburista è stato incentrato sui temi dell’ambientalismo ed il salutismo, la lotta all’inquinamento (che gli ha avversato il mondo industriale), promettendo di ridurre i gas serra ma anche di tagliare le agevolazioni fiscali dei ceti più abbienti.

Il 51enne, Scott Jhon Morrison, entrato in Parlamento nel 2007, equilibrato e con riconosciuto talento politico, è avviato ad altri tre anni di carica come capo del Governo.

Egli ha sedato le lotte intestine tra i suoi sostenitori, restando più pragmatico in campagna elettorale.

“Sono stati gli australiani che hanno lavorato sodo ogni giorno, hanno i loro sogni, hanno le loro aspirazioni, ottenere un lavoro, ottenere un apprendistato, avviare un’impresa, incontrare qualcuno di straordinario”, ha detto.

È stato più concreto nel riconoscere le aspirazioni degli australiani, specie quelli più giovani e disoccupati.

Ha insistito sui temi più vicini alla gente comune, come gli investimenti sulle fonti di energia rinnovabili, il costo della vita, la mancanza di abitazioni a prezzi accessibili, facilitazioni scolastiche per i figli, la sicurezza del sistema pensionistico e, non ultimo, il contrasto alla immigrazione clandestina.

Ciò che appare maggiormente è un confronto tra due mentalità dove accanto ai due stili di vita, più o meno ambientalisti, vige l’aspirazione a due modelli di vita, in questo momento più favorevole ad una visione più liberista e più industriale, ma compatibile verso un futuro all’insegna di un rispetto più rigoroso dell’ambiente.

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