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Caso Pantani, svolta vicina: il Pirata fu fermato dalla camorra

5 giugno 1999. La morte sportiva del Pirata, Marco Pantani. La fine della persona Marco Pantani. L’inizio del calvario del Pirata, conclusosi malinconicamente il 14 febbraio 2004 in una stanza del Residence Le Rose a Rimini.
A distanza di sedici anni, il giallo di Madonna di Campiglio, luogo dove Marco fu estromesso ad un passo dall’ennesimo trionfo al Giro d’Italia, è vicino ad una svolta.
Pantani fu fermato per ematocrito oltre il consentito (51,9 su una soglia di 50) ed estromesso dalla corsa.
Dopo l’autobiografia pubblicata da Renato Vallanzasca, capobanda della Comasina che negli anni ’70 compì numerosi e cruenti sequestri di persona, l’estromissione di Pantani dalla corsa in rosa assunse i contorni di un vero e proprio giallo. Il Vallanzasca infatti scrisse: “Un membro di un clan camorristico, mio vicino di cella, mi consigliò fin dalle prime tappe di puntare tutti i soldi che avevo sulla vittoria dei rivali di Pantani. Alle mie obiezioni sulla forza dimostrata in salita dal Pirata, rispondeva: “Non so come, ma il pelatino non arriva a Milano. Fidati. Se vuoi ti presto io i soldi, se perdi non mi devi nulla. Perché lo faccio? Sei Vallanzasca…”. Non puntai neppure 100 lire, ma la mattina di Campiglio quel detenuto venne da me tutto soddisfatto. “Che ti avevo detto? Pantani è stato squalificato, dovevi darmi retta”
A sostegno delle dichiarazioni del Vallanzasca, a distanza di sedici anni, spuntano delle intercettazioni di un affiliato al clan camorristico. Quest’ultimo conferma come l’ombra della camorra abbia messo le mani sul Giro D’Italia. Il motivo è da ricondursi ad un giro di scommesse clandestine: in molti avevano puntato vincente il Pirata, così, per evitare un buco ultra-miliardario, il clan decise di “far fuori” il campione romagnolo.

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Written by Alberto Stasi

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