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Difesa: il capo di SMD, Generale Enzo Vecciarelli in audizione al Parlamento. Politica e industrie devono rendere le Forze Armate più competitive

Roma. Competizione strategica tra le potenze mondiali. E’ questa parola che per il capo di Stato Maggiore, Generale Enzo Vecciarelli, è davvero preoccupante per il nostro futuro geopolitico e per quello delle Forze Armate.

Il capo di SMD, Generale Enzo Vecciarelli

Nel corso dell’audizione, ieri a Roma, in sede di Commissioni Difesa di Senato e Camera sul Documento programmatico pluriennale (DPP) per la Difesa per il triennio 2019-2021, Vecciarelli ha spiegato ai parlamentari che “si sta verificando, e lo notiamo specialmente in quella che è la competizione economica e industriale, la volontà di emergere”.

Vecciarelli parla anche di una “nuova Guerra Fredda” nella misura in cui le grandi potenze di oggi, Stati Uniti, Cina e Russia si muovono.

La nuova frontiera del confronto, anche in termini di investimenti per gli armamenti, è lo Spazio. Con un altro Paese come l’India pronto ad entrare nel grande business scientifico ed economico del settore.

Finora, ha sostenuto con forza Vecciarelli, “abbiamo fatto riferimento alla Difesa come qualcosa di negativo”.

Buona parte dell’opinione pubblica ha sempre pensato e qualcuno anche sostenuto che i nostri militari facciano la guerra.

“Dal 1948, per la nostra Costituzione – ha ragionato Vecciarelli – noi ci difendiamo, portiamo la pace nell’ambito di organizzazioni internazionali”.

Ai parlamentari il capo di SMD ha detto che serve una cultura della Difesa. “Le nostre capacità – ha spiegato – sono professionalmente elevatissime”, tanto da “poterci porre al confronto senza nessuna titubanza con il resto del mondo e non solo sono materialmente ma anche culturalmente e di valore”.

Vecciarelli ha fatto così appello al Parlamento di investire in una ricchezza che l’Italia ha e non dovrebbe perdere.

Insieme alle industrie che devono essere più ambiziose, devono mettersi in gioco, si devono assumere i rischi d’impresa, sfidando il mondo attuale sarà possibile far crescere il nostro Paese.

In special modo nel settore aerospaziale, dove secondo Goldman Sachs, ci sarà una crescita esponenziale che passerà dai 100 milioni di 5 anni fa e 400 milioni di dollari attuali, ad un trilione e mezzo nel 2040.

La situazione delle nostre Forze Armate ha ricordato, il Generale, ai deputati e senatori non è rosea.

L’Esercito è la Forza Armata che più paga la crisi, seguita dall’Aeronautica Militare. Sta meglio la Marina Militare che, grazie a investimenti recenti può ancora mantenere “un equilibrio di buona sufficienza sia per quello che riguarda il potenziamento sia per quel che riguarda l’investimento”.

La Marina Militare tra le Forze Armate è quella che sta meglio

Nel bilancio delle Forze Armate, la prima voce è quella dei costi del personale. “Non è che il nostro personale guadagna chi sa quale stipendio a fine mese – ha evidenziato il Generale Vecciarelli – e quindi penso che le rivendicazioni dei miei uomini e delle mie donne siano legittime”.

Per il personale, secondo Vecciarelli, occorre restare sui numeri del 2012. Il capo dello Stato Maggiore della Difesa chiede “un’ ulteriore razionalizzazione degli Stati Maggiori di alcuni distaccamenti che rimangono fine a se stessi spersi in periferia.

Su un totale di 13,9 miliardi di euro, le spese di personale continueranno a gravare in maniera sostanziale, ha sostenuto Vecciarelli, assorbendo “circa il 74% (10,4 miliardi di euro) delle risorse ascrivibili a bilancio ordinario”.

Mentre le percentuali del settore esercizio ed investimento sono sostanzialmente equivalenti “attestandosi a circa il 13% del totale con un importo rispettivo di 1,7 miliardi di euro e 1,9 miliardi di euro”.

Ma questo pone le nostre Forze Armate molto distanti da un riferimento internazionale ideale basato su una ripartizione percentuale del 50% – 25% – 25%, rispettivamente per personale, esercizio ed investimento

“E’ certamente un segnale positivo – ha continuato il Generale Vecciarelli – la conferma dei fondi di investimento per il rilancio dell’industria nazionale e per le amministrazioni centrali, garantiti già a partire dal 2017 e con profondità quindicinale. Si tratta di provvedimenti che procedono nella direzione auspicata di creare stabilità finanziaria per l’alimentazione di un comparto che necessita di punti fermi soprattutto in previsione di future cooperazioni internazionali e per conseguire l’ottimizzazione dei cicli produttivi e importanti economie di scala”.

Tuttavia, come registrato in relazione ai primi fondi sinora entrati in operatività, le risorse più ingenti risultano concentrate alla fine del prossimo decennio, condizione che rischia di creare lunghe attese e stagnazione tecnologica.

Il Capo dello Stato Maggiore della Difesa ha fatto appello ai parlamentari affinché spieghino l’interpretazione alla lettera delle norme perché “ogni volta che sono trovato anche personalmente a sollecitare il procedimento di trasferimento di alcuni reparti ho avuto immediatamentecontroindicazioni che mi sono arrivate da tutto l’arco costituzionale”.

La razionalizzazione va fatta. Vecciarelli condivide l’impostazione del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, sulla possibile ricollocazione a Sud di alcune funzioni , come ad esempio la logistica e la formazione. E non quella operativa.

Per Vecciarelli sarà “un processo lungo per le difficoltà”. Ma per il futuro potrebbe essere possibile.

Il problema sono sempre le risorse attuali.

Del velivolo di 6^ generazione si deve assolutamente parlare  poiche’ da esso dipendera’ il futuro dell’industria aeronautica europea.

Ma per parlarne ci vogliono i finanziamenti.

E sempre con più soldi si potrebbe lavorare a tutto ciò che riguarda il volo ipersonico suborbitale.

Ma solo poche, piccole imprese ci hanno investito per la costruzione di componenti. Se ci fossero più soldi allora si potrebbe ragionare magari ad un progetto di più grande respiro, utile a realizzare la ricchezza del Paese e più posti di lavoro.

Le Forze Armate italiane del futuro, ha ancora sottolineato il Generale Vecciarelli, hanno bisogno di più investimenti intelligence, la surveillance, il  cyber, la crittografia, la possibilità di analizzare i data e le informazioni.

Sono stati lasciati indietro programmi quali il CH 47 long range perché costa moltissimo. E quindi si va avanti con quello che c’è.

Lo sviluppo del nuovo Carro “Ariete” è fermo da tempo, “biblico”, ha sostenuto il capo di SMD.

Un carro Aiete im movimento

Queste le principali progettualità calendarizzate per quest0’anno per rispondere alle esigenze capacitive delle singole Forze Armate:

Esercito: Programma di aggiornamento del Carro “Ariete” e sistemi individuali di combattimento.

Marina Militare: Programma di cooperazione italo-tedesco per lo sviluppo di battelli sottomarini da impiegare per la sorveglianza subacquea negli scenari di rilevanza strategica.

Programma pluriennale di acquisizione della nuova unità idro-oceanografica maggiore (NIOM)

Aeronautica Militare: I programmi di sviluppo di sistemi di autoprotezione destinati agli aeromobili di trasporto e supporto della Difesa e della flotta di Stato e quelli di acquisizione di elicotteri di categoria media finalizzati al completamento delle capacità di ricerca e supporto (Search and Rescue – SAR) nazionale.

A partire dal 2020, saranno avviati questi  ulteriori programmi:

Carro ArieteEsercito;: sistemi di simulazione

Marina: acquisizione del munizionamento “VULCANO”;

Aeronautica: Acquisizione, dall’industria nazionale, di armamento di precisione funzionale al raggiungimento della piena capacità operativa dei caccia di ultima generazione.

In un F-35 c’è anche tanta capacità ingegneristica italiana

Nel 2021, infine, l’Arma dei Carabinieri, beneficerà dell’avvio di un programma per incrementarne la mobilità tattico terrestre sia per l’impiego in teatro operativo sia nel territorio nazionale.

E tenuto conto delle esigenze capacitive riscontrate e delle limitazioni di bilancio, il DPP. ha detto il Generale Vecciarelli nel corso dell’audizione, “è stato elaborato prevedendo l’impiego delle risorse finanziarie disponibili e assicurando, per quanto possibile, lo sviluppo delle seguenti aree indicate in senso prioritario: disponibilità delle forze e degli assetti attuali necessari per le operazioni in corso, nonché le capacita minime richieste dalla NATO e dall’Unione Europea; esigenze comuni a tutte le Forze Armate in grado di sviluppare maggiore efficienza in ambito interforze e di interesse interdicasteriale; risoluzione delle criticità programmatiche dei precedenti esercizi finanziari; completamento dei programmi già avviati per evitare che vengano vanificati gli sforzi finora fatti e le risorse già investite; prosecuzione delle bonifiche ambientali; razionalizzazione delle infrastrutture, valutando anche la fattibilità di perseguire una aggregazione interforze e una modifica dell’impronta infrastrutturale gravitando per quanto possibile al Sud; potenziamento della capacità di operare nel dominio cibernetico; sostegno della ricerca tecnologica”.

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