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Emergenza coronavirus, l’impiego del ventilatore respiratorio nella terapia intensiva

Di Pierpaolo Piras

Roma. In questi giorni, l’Italia ha raggiunto il triste primate del numero delle vittime dall’epidemia da coronavirus.

La schematizzazione di polmoni e bronchi

Esso è definito come un virus respiratorio capace di esercitare la sua azione patologica nelle alte e basse vie respiratorie.

La sua pericolosa nocività è quella di provocare, in una minoranza dei casi, un’infiammazione acuta e acutissima nelle estreme diramazioni dell’albero bronchiale fino agli alveoli, lesionandone gravemente la struttura.

Il quadro clinico residuo è rappresentato da un’ insufficienza respiratoria acuta e grave (Distress respiratorio) a rapida evoluzione, che facilmente provoca il decesso del Paziente, specie se già affetto da patologie respiratorie e/o con affezioni delle difese immunitarie.

Un Paziente in rianimazione respiratoria ventilatoria meccanica

Ovvero, viene meno la funzione vitale dell’organismo, chiamata “Respirazione”, intesa a garantire il passaggio dell’aria ricca di ossigeno (O2) dalla atmosfera ai polmoni con inspirazione e viceversa tramite la successiva “espirazione” per l’eliminazione della anidride carbonica (CO2).

Semplificando un argomento estremamente vasto e complesso della pneumologia, il flusso dell’aria avviene perché spinta da tre diverse pressioni: atmosferica, alveolare/intrapolmonare, intrapleurica

La pressione alveolare è quella che determina la pressione necessaria per l’assorbimento dell’ossigeno da parte del sangue circolante nel polmone.

E’  in questa sede anatomica che avviene il maggior danno a carico degli alveoli fino alla morte delle cellule alveolari. Il risultato non può che essere la impossibilità d’assorbimento dell’ossigeno.

In questi Pazienti, diventa rapidamente necessario poter rifornire il corpo umano di ossigeno concentrato alla giusta pressione d’assorbimento respiratorio, tramite speciali apparecchiature meccaniche, i ventilatori, dei quali sentiamo parlare in ogni telegiornale.

Il ventilatore respiratorio ha un funzionamento meccanico, asservito ad un controllo digitale, che assicura il necessario apporto di ossigeno molecolare (O2) , somministrandone la giusta quantità rispetto all’altezza ed il peso corporeo.

Un ventilatore meccanico

Nella fase espiratoria garantisce, altresì, la fuoriuscita della anidride carbonica (CO2) accumulata nell’organismo.

Grazie a questa capacità suppletiva, il ventilatore è usatissimo nei reparti di Rianimazione e nel corso degli interventi chirurgici in anestesia generale, condizione nella quale la respirazione del Paziente passa interamente sotto l’esclusivo controllo dell’Anestesista tramite l’utilizzo, appunto, di un apparecchio ventilatore.

L’uso di questo vitale strumento si è reso ancora più necessario nel corso di questa epidemia da coronavirus, nella quale, però, il grande aumento dei Pazienti in insufficienza respiratoria grave è risultato ben più numeroso sia del numero dei malati che della possibilità delle aziende che lo producono.

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