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Guardia di Finanza: a Crotone operazione “Jonica”. Colpo alle ‘ndrine della zona, eseguite 10 misure cautelari e sequestrati beni per circa 2 milioni di euro

Di Massimo Giardinieri

Catanzaro. Estorsione, usura, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, peraltro aggravati dalle modalità mafiose di cui al noto all’art. 416-bis del Codice Penale; sono questi i pesanti capi d’accusa che il GIP del Tribunale di Catanzaro – su richiesta della locale Procura Distrettuale – contesta in capo a 10 soggetti nei confronti dei quali l’Autorità Giudiziaria inquirente ha disposto altrettante misure cautelari personali.

Operazione della GDF a Crotone

Le citate misure sono state eseguite dai finanzieri del Comando Provinciale di Crotone tra le località di Cutro (Crotone), Petilia Policastro (Crotone) e Botricello (Catanzaro), mentre un ulteriore provvedimento di custodia cautelare in carcere (che ha riguardato un soggetto accusato di usura ed estorsione) è stato eseguito dai Carabinieri di Sellia Marina (Catanzaro), ciò sulla base di elementi probatori emersi a seguito della denuncia di un imprenditore che si era rivolto proprio al soggetto finito agli arresti per ottenere un prestito, a condizioni poi divenute insostenibili.

Stemma del Comando Regionale Calabria della Guardia di Finanza

Contestualmente all’esecuzione dei citati provvedimenti di custodia cautelare personale, la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) ha dato inoltre esecuzione ad un sequestro preventivo d’urgenza – finalizzato alla successiva confisca cosidetta. “per sproporzione” – che ha riguardato beni aventi un valore vicino ai 2.000.000 di euro, che ha interessato quattro ditte individuali site nel Crotonese ed operanti in vari settori quali quello della vendita di caffè, di prodotti agroalimentari, oltre che nel campo dell’edilizia ed in quello della distribuzione alimentare, a cui si aggiungono 19 rapporti bancari, un terreno, 6 appartamenti e 6 autovetture.

Sul procedimento giudiziario in parola va comunque precisato che questo si trova ancora nella fase delle indagini preliminari, ed è perciò necessaria la successiva verifica processuale – nel contraddittorio con la difesa – prima di accertare in maniera definitiva tutte le responsabilità penali ascritte nei confronti dei 10 soggetti indagati per i fatti delittuosi di cui sopra che, com’è intuibile, hanno a che fare con le attività illecite perpetrate dai clan ‘ndranghetisti che esercitano il loro “controllo” criminale su quella zona della Calabria.

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