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Guardia di Finanza e Carabinieri: Operazione “La Garuffa”. A Pisa e Livorno 11 in manette. Accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di molteplici reati

Di Marco Lainati

Pisa. Sono 11 gli arresti che i finanzieri del Comando Provinciale di Pisa ed i carabinieri dei Comandi Provinciali di Pisa e Livorno, hanno eseguito al termine dell’operazione denominata “La Garuffa”, coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo labronico e che ora vede gli arrestati dover rispondere dei reati di associazione per delinquere, usura estorsione, porto abusivo d’arma da fuoco ed estorsione.

Le indagini della GDF

La vicenda trae origine dall’omicidio di A.C. (alias “Cacciavite”) ucciso durante un agguato avvenuto a Pisa quasi 20 anni fa; un grave fatto di sangue sul quale la Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze e la Procura della Repubblica non hanno però mai spento le luci, sino a scoprirne il movente nonché l’esecutore materiale.

Più in particolare – muovendo su due distinti filoni investigativi – gli inquirenti, supportati dagli uomini delle Fiamme Gialle e dell’Arma, hanno cominciato ad indagare sulle consorterie criminali attive nel traffico della cocaina proveniente dalla Colombia, nonché sui rapporti con la malavita locale; ipotesi che sono state successivamente confermate anche dai contributi testimoniali resi da un collaboratore di giustizia.

Proprio sulla base degli elementi probatori nel frattempo emersi, il GIP del Tribunale di Livorno ha disposto l’arresto del killer che avrebbe esploso i mortali colpi d’arma da fuoco all’indirizzo della vittima, del complice sospettato di averlo accompagnato sul luogo dell’omicidio nonché d’un terzo soggetto accusato di aver fornito l’arma (un revolver calibro 38) all’assassino.

Per gli stessi inquirenti, il movente è da ricercarsi nei contrasti sorti all’epoca dei fatti tra i gestori di bische clandestine ed organizzatori del gioco d’azzardo attivi nel circolo dove A.C. usualmente orbitava, i quali si erano contrapposti ai loro “competitor” attivi nei medesimi settori criminosi ma appartenenti ad un circolo rivale ma posto sotto la protezione d’una pericolosa “batteria” di malviventi, ritenuta in stretti rapporti con la criminalità organizzata di stampo mafioso nonché con gli ambienti dell’eversione nera.

Secondo l’ordinanza siglata dal GIP di Livorno, “Cacciavite” era divenuto soggetto assai sgradito alla citata “batteria”, della quale ne aveva per di più spavaldamente messo in discussione il potere, e proprio per questo, fu decisa la sua eliminazione che ha poi innescato il più classico dei “cold case”.

Proprio lo sviluppo di quelle indagini, sorte a seguito di un omicidio che aveva tutte le caratteristiche del “regolamento di conti” tra esponenti della malavita, hanno indotto gli inquirenti a ritenere la concomitante esistenza di una ben strutturata associazione per delinquere, da tempo operante nella città di Pisa, specializzatasi nei prestiti “a strozzo” ai danni di persone in gravi difficoltà economiche.

Le attività usurarie in questione, più nel dettaglio, prevedevano l’acquisto di monili d’oro ad un valore doppio o anche triplo rispetto al loro valore di reale, preziosi che poi le vittime rivendevano a negozi compro-oro compiacenti pronti a corrispondergli soldi liquidi ma per il prezzo corrente di mercato.

In tal modo i “clienti” dello strozzino continuavano a rimargli debitori per somme doppie (se non triple) ciò a causa dei gioielli dallo stesso comperati a prezzi assolutamente irragionevoli e con interessi passivi quantificati in 150 euro a settimana.

Esposizioni debitorie in continuo aumento e praticamente insostenibili per gli sventurati debitori, per i quali, in caso di ritardato o mancato pagamento, era sempre pronta ad intervenire una squadra di picchiatori che oggi gli inquirenti accusano di essere abitualmente dediti ad azioni estorsive.

Ancora una volta il raccordo operativo adottato tra diverse Forze di Polizia si è dunque rivelato essere l’arma più efficace per risolvere un caso che aveva seriamente rischiato di finire senza colpevoli, andando contestualmente a liberare dall’insopportabile giogo dell’usura diversi imprenditori ed assicurando altresì alla Giustizia strozzini senza scrupoli e violenti estorsori.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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