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Guardia di Finanza e Carabinieri: scoperta a Roma una maxi-truffa al Servizio Sanitario Nazionale. Sequestrati 10 milioni di euro e indagati 9 soggetti

Di Armando Modesto

ROMA. La Guardia di Finanza e i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (NAS) di Roma hanno eseguito un sequestro “per equivalente” di beni immobili e denaro per un importo di circa 10 milioni di euro, nell’ambito di un’articolata indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Velletri nel settore delle truffe al Sistema Sanitario Nazionale.

Carabinieri dei NAS in attività

Il pesante sequestro – finalizzato alla successiva confisca – è stato eseguito nei confronti di otto persone fisiche – tra proprietari, amministratori e dirigenti medici – e di una società alla quale è riconducibile un noto centro diagnostico di Grottaferrata, accreditato presso il Servizio Sanitario della Regione Lazio, convenzionato con l’ASL ed operante in diverse regioni. Le indagini sono finalizzate ad acclarare ipotesi di reato di concorso in falso e truffa.

I controlli sulle strutture sanitarie effettuati da parte dei militari della Guardia di Finanza

L’attività investigativa, avviata nel 2017 dal NAS di Roma a seguito di una serie di verifiche condotte in collaborazione con personale dell’ASL presso strutture sanitarie private, si è sviluppata attraverso ispezioni, servizi di osservazione, attività tecniche e accertamenti patrimoniali, unitamente ai finanzieri del Gruppo di Frascati, che hanno portato al sequestro di oltre 7.000 cartelle cliniche.

Gli approfondimenti in questione hanno così fatto emergere come – dal 2012 al 2019 – gli indagati avessero falsamente attestato sulle cartelle cliniche di numerosi pazienti l’avvenuta erogazione di onerose prestazioni di tipo oncologico e urologico in realtà mai effettuate, permettendo in tal modo ai responsabili di ottenere indebitamente dalla Regione Lazio i relativi rimborsi.

Finanzieri controllano le prescrizioni sanitarie

La truffa ha consentito di conseguire ingenti rimborsi e pagamenti non spettanti dalla Regione Lazio. Venivano infatti incassate in maniera indebita somme più elevate di quelle corrette, ottenendo un indebito profitto.

L’Autorità Giudiziaria titolare delle indagini ha interessato la Guardia di Finanza per quantificare esattamente le somme non spettanti e per effettuare mirate indagini patrimoniali finalizzate ad individuare posizioni finanziarie e proprietà immobiliari, poi valorizzate secondo gli indici OMI (Osservatorio del Mercato Immobiliare).

Gli elementi raccolti dai militari delle Fiamme Gialle hanno così permesso al Pubblico Ministero di richiedere e successivamente ottenere dal GIP del Tribunale veliterno l’emissione del provvedimento cautelare nei confronti degli indagati per un importo pari al profitto del reato.

Il provvedimento è stato emesso sulla base delle acquisizioni probatorie dunque, in attesa di giudizio definitivo, per gli indagati vale la presunzione di non colpevolezza.

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