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Guardia di Finanza: eseguita a Venezia una nuova confisca di beni immobili e disponibilità finanziarie nell’ambito della nota inchiesta sul Mo.S.E.

Di Valentina Giambastiani

VENEZIA. Ventuno milioni e 400mila euro, a tanto ammonta il valore complessivo della confisca che i finanzieri del Comando Provinciale di Venezia – Nucleo Polizia Economico Finanziaria, nell’ambito della nota vicenda giudiziaria connessa alla costruzione del Mo.S.E., hanno completato oggi su disposizione del GIP del locale Tribunale.

La pesante misura ablatoria, che ora farà confluire tale valore al patrimonio dello Stato, è stata disposta in attuazione della sentenza di “applicazione della pena su richiesta”, in altri termini la risposta giudiziaria agli episodi corruttivi accertati che hanno riguardato la costruzione del Mo.S.E. (acronimo di Modulo Sperimentale Elettromeccanico) progettato, finanziato e costruito con risorse pubbliche per salvaguardare la città lagunare dall’azione deleteria della c.d. “acqua alta”.

Una pattuglia della Guardia di Finanza in servizio nella città lagunare

Nella confisca in cronaca sono finiti beni immobili e disponibilità finanziarie nelle disponibilità di due soggetti coinvolti, individuati dalla relativa sentenza di condanna come corruttori di pubblici ufficiali, nei confronti dei quali si è proceduto ai sensi dell’art. 321 del Codice Penale contemplante le pene per il corruttore.

Al fine di dare completa ed esatta esecuzione alla sentenza di condanna ed alla correlata confisca – il cui valore è pari al profitto del reato accertato – sono stati eseguiti accertamenti patrimoniali volti alla ricostruzione dei beni appartenenti o comunque riconducibili ai soggetti condannati.

Un’attività certamente complessa ma che ha permesso d’individuare, anche attraverso l’effettuazione di complessi accertamenti bancari, atti di vera e propria “spoliazione patrimoniale” che i condannati avevano realizzato in favore di familiari attraverso donazioni, trasferimento di fondi con il sistematico invio di bonifici bancari, nonché mediante la rinuncia di crediti.

A finire confiscati, oltre alle disponibilità di natura finanziaria, sono stati nove immobili e un’autovettura, per complessivi euro 1.095.019 euro, che vanno ad aggiungersi agli oltre 18 milioni di euro precedentemente confiscati.

Da rilevare inoltre come, in aderenza della specifica normativa, si è altresì proceduto all’esecuzione della confisca (nella misura di 1/5) dei ratei di pensione spettanti ai due destinatari della medesima misura ablativa.

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