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Guardia di Finanza; Torino: scoperte e sequestrate due discariche contenenti oltre 300.000 tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi

Di Consuelo Chiara Maria Sortino

Torino. Il business illecito dei rifiuti non è un qualcosa relegato alle sole aree meridionali del Paese e nemmeno una forma di criminalità (in questo caso ambientale) ad appannaggio della criminalità organizzata, e la dimostrazione a ciò la fornisce l’ultimo servizio condotto in materia dai finanzieri del Comando Provinciale di Torino i quali, nello sviluppo di alcune attività di controllo economico del territorio, hanno individuato e posto sotto sequestro due aree – peraltro anche di una certa valenza ambientale – sulle quali erano state stoccate qualcosa come oltre 300.000 tonnellate di rifiuti di tipo speciale.

Il primo intervento condotto dai “baschi verdi” del locale Gruppo Pronto Impiego ha riguardato un’area di circa 50mila metri quadrati, sita all’interno del comune di Settimo Torinese e posizionata proprio a ridosso della bretella autostradale Torino-Milano. Il sito in questione si presentava “sovraffollato” da materiali di vari, ma per avere una visione più ampia della situazione è stato richiesto il supporto di un elicottero della Sezione Aerea GDF di Varese che, difatti, ha confermato subito gli iniziali sospetti.

Al momento dell’accesso sul luogo per gli accertamenti del caso, i finanzieri operanti hanno chiesto la relativa documentazione al proprietario del terreno che, in realtà, era in possesso dell’autorizzazione unica ambientale a detenere rifiuti ma per un peso contenuto entro le 40mila tonnellate, mentre sul luogo i militari delle fiamme gialle ne hanno rinvenuti per oltre 260.000 tonnellate, vale a dire per una quantità superiore di circa l’85% rispetto a quella consentita, peraltro resa abbastanza palese da enormi cumuli di materiali edili di scarto alti fino a 20 mt. e provenienti da demolizioni industriali o da edificazioni di vario genere eseguiti in tutta la provincia torinese, senza considerare la contemporanea presenza di consistenti quantitativi di amianto che, come noto, richiede appositi processi di smaltimento data la sua pericolosità cancerogena.

Immagine di una parte dei rifiuti rinvenuti dalla Guardia di Finanza

La seconda zona interessata dai controlli della GDF è stata invece quella di Leini (TO), dove i finanzieri della Compagnia di Chivasso hanno sequestrato un deposito di rifiuti – anch’esso “incontrollato” – che i responsabili avevano addirittura ricavato all’interno di un’area boschiva, presumibilmente poco frequentata a causa della presenza di una fitta vegetazione, e dunque ben si prestava all’abbandono di rifiuti restando lontana da sguardi indiscreti.

Sull’area in questione, i finanzieri hanno così rivenuto circa 70 tonnellate di materiale di scarto e di genere classificato come “speciale” in quanto vi era presenza di lastre in cemento armato, contenitori in materiale plastico, pneumatici, motori di veicoli pesanti, bidoni utilizzati per la raccolta di oli esausti e bombole di GPL vuote.

Lo scenario in questione è risultato senz’altro “aggravato” dal fatto che la maggior parte dei rifiuti era stata subdolamente interrata o comunque ricoperta dalla vegetazione spontanea sorta dopo l’abbandono degli stessi.

Curioso notare come la discarica in questione (estesa su circa 2.000 mq.) sia peraltro di proprietà di un’azienda agricola che, oltre all’illecito appena descritto, aveva nel frattempo accumulato anche 15 tonnellate circa di materiali ferrosi senza provvedere al loro smaltimento.

Al termine delle operazioni sono stati 4 i soggetti denunciati alla Procura della Repubblica di Ivrea per il reato di attività di gestione rifiuti non autorizzata, mentre sono già stati attivati i competenti Enti per i necessari rilievi sulla possibile contaminazione dei terreni interessati dai controlli.

I reati di questo genere, oltre a costituire un concreto danno all’ambiente e dunque a tutta la collettività, rappresentano anche una concreta violazione di carattere tributario.

Per questo la Guardia di Finanza invita i cittadini a segnalare tali abusi contattando il numero di pubblica utilità del Corpo “117”, attivo – 24 ore su 24 – in tutta Italia.

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