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Marina Militare: Parla il Capitano di Vascello Giancarlo Ciappina: “Con gli F-35B Nave Cavour sarà in grado di gestire autonomamente le operazioni di volo e la missione di questa straordinaria macchina

Norfolk (Stati Uniti). Con le prove in mare” (sea trials) per l’impiego operativo dell’F-35B, il velivolo da combattimento di quinta generazione del programma Joint Strike Fighter con capacita di decollo corto e atterraggio verticale (STOVL – Short take Off and Vertical Landing), di prossima dotazione Marina Militare in sostituzione degli AV8B-plus sono state portate a termine tutte le prove previste.
E’ stato rilasciato un permesso di volo provvisorio (IFC – Interim Flight Clearance), che permetterà a Nave Cavour e al suo equipaggio di proseguire l’addestramento.
Report Difesa ha intervistato il suo Comandante, Capitano di Vascello Giancarlo Ciappina.

Nave Cavour è in piena campagna Ready for Operations, cosa vuol dire per la portaerei della Marina Militare Italiana, per definizione 3 navi in 1 sia per dimensioni che per capacità operative, nonché
Ammiraglia, essere pronta per le operazioni?

Raggiungere la Ready for Operations per la Portaerei Cavour, ottenere quindi la certificazione per poter operare con il nuovo velivolo F-35B, ha un significato principalmente di natura tecnico-operativa ma ha,
inevitabilmente, dei risvolti di carattere strategico per la Marina, nonché per la Difesa e per il Paese intero.

Ma andiamo per ordine…

Sul piano tecnico-operativo la capacità di operare con la quinta generazione di aerei tattici garantisce al Cavour la possibilità di avvalersi di capacità e performance in un ambiente di operazioni ad alto
profilo di condivisione delle informazioni tra le varie piattaforme presenti nel teatro delle operazioni (cd. ambiente net-centrico); altresì, tale capacità consentirà di eseguire un ampio spettro di missioni, che spaziano dalla proiezione di potenza in profondità all’interno del territorio ostile, alla soppressione di sistemi missilistici avversari, concorrendo, al contempo, al conseguimento e mantenimento della superiorità aerea. In altri termini,  sfruttando lo stato dell’arte della tecnologia e della bassa osservabilità si potrà garantire un vantaggio decisivo, aumentando la capacità di proiezione di forze sul mare e dal mare e il livello di protezione delle Unità navali della Flotta, nonché dei nostri uomini e mezzi schierati a terra. Pertanto, l’obbiettivo di confermare e rinnovare la capacità portaerei attraverso l’integrazione della quinta generazione dei velivoli da combattimento, con la “Ready for Operation
Campaign” proietta l’Ammiraglia e quindi le Forze Navali della Marina, in un nuovo contesto di cooperazione con le forze alleate – squisitamente aeronavali o joint che siano – ove le operazioni nei nuovi scenari d’impiego conteranno sempre di più sul vantaggio tecnologico e informativo.

Senza “girarci” molto intorno, tra tutte le caratteristiche esprimibili dal Cavour – polivalente e flessibile come deve essere ogni moderno mezzo navale – la “capacità portaerei” è senza alcun dubbio la più pregiata, quella che consente di soppesare la valenza e l’efficacia di ogni Marina e quindi di ogni Paese a connotazione marittima, come l’Italia.

In quest’ottica, quindi, il salto generazionale in corso con l’arrivo del velivolo F-35B, che sostituirà progressivamente i velivoli AV-8B arrivati oramai a fine vita operativa, è davvero notevole. Nave Cavour sarà in grado di gestire autonomamente le operazioni di volo e la missione di questa straordinaria macchina, ampliando di fatto il ventaglio delle operazioni aeronavali possibili per lo strumento militare italiano e assicurando, al contempo, elevati standard di interoperabilità a livello NATO e/o Unione Europea.

Tornando allo specifico riferimento del “3 navi in 1” , le capacità esprimibili dall’Unità, in termini di Comando e Controllo o di potenzialità ospedaliere, mantengono senz’altro la loro valenza, ma, in primis, la Ready For Operations si focalizza sul carattere irrinunciabile e strategico del più tecnologico e pregiato strumento di cui può disporre la Marina, quello aeronavale, un tutt’uno “Cavour-F-35B” con il quale la Marina Militare e la Difesa più in generale si proiettano con forza verso un futuro di nuove capacità sul mare e dal mare.

Facciamo un passo indietro allora. USA ora, ma la portaerei Cavour è partita da Taranto. Cos’era il Cavour prima e cosa è oggi per poter affrontare la campagna Ready for operations?

Il percorso intrapreso da Nave Cavour per essere pronta a questa Campagna inizia nel dicembre 2018 con l’inizio della sosta lavori presso l’Arsenale Militare Marittimo di Taranto per l’adeguamento e l’ammodernamento dell’Unità agli standard previsti per il velivolo F-35B. Lavori eseguiti, principalmente, nel bacino “Edgardo Ferrati” a partire da luglio 2019.
L’ingresso della Portaerei in uno dei più grandi bacini militari in muratura d’Europa ha rappresentato il ‘giro di boa’ nella conduzione dei lavori di manutenzione e adeguamento al velivolo F-35B. Durante la sosta tecnica, a bordo della portaerei si sono susseguiti importanti interventi tecnici, tra i quali il rifacimento della carena e la metallizzazione del ponte di volo, necessaria a limitare gli impatti termodinamici del nuovo aereo, notevolmente superiori rispetto al predecessore AV8B-plus. I lavori di manutenzione e adeguamento del Cavour hanno rappresentato la massima espressione delle capacità produttive dello stabilimento tarantino e hanno permesso di mettere a frutto la sinergia tra Arsenale, industria nazionale e piccola media impresa, coordinati dagli ufficiali tecnici della Marina Militare. 

Nel maggio del 2020, con il termine della sosta tecnica, la portaerei Cavour ha lasciato il Mar Piccolo di Taranto rientrando nella disponibilità della Squadra Navale e affrontando un periodo di addestramento propedeutico per la partenza per la Campagna negli Stati Uniti. In ultimo, non da poco sono stati gli sforzi compiuti da tutto l’equipaggio per preparare la partenza nonostante l’imperversare della pandemia da COVID-19. L’Unità ha infatti messo in atto un rigoroso protocollo di isolamento e tamponi pre-partenza riuscendo a raggiungere la “bolla” di sicurezza sanitaria e, il 28 gennaio 2021, a mollare gli ormeggi dalla Stazione navale Mar Grande di Taranto, alla volta degli USA.

Operazioni di volo

Tra i punti di forza di una nave, c’è sicuramente l’equipaggio. Circa 1000 persone, tra militari italiani ed americani, numerosi compartimenti, per ciascuno uno o più capiservizio, qual è stata la chiave di volta per prepararsi alla campagna in America prima e quale continua ad essere oggi affinché tutti gli assetti siano perfettamente in equilibrio tra loro?

Una nave è il suo equipaggio: un imprescindibile “tutt’uno”. Un’attività così importante come la Campagna Ready for Operations può essere preparata e portata a termine con successo solamente da un equipaggio coeso, addestrato, professionale e motivato. Ma ciò non basta: per superare le difficoltà che le attività come queste comportano, vedasi la lontananza prolungata dai propri cari, servono ben altri valori e qualità di cui, devo ammettere, l’equipaggio ha sempre dato grande prova. Un forte spirito di corpo lega ogni marinaio di Nave Cavour e infonde negli animi la forza per superare i momenti più difficili. La grande versatilità e lo spirito di collaborazione che contraddistingue ogni donna e uomo della Portaerei permette di raggiungere ottimi livelli di sinergia sia tra i vari reparti della nave che con il personale americano dell’Integrated Test Force che al nostro fianco sta lavorando per il raggiungimento dell’ambizioso traguardo che sarà la certificazione dell’impiego operativo dell’F-35B.

Le difficoltà non sono poche, ma il morale e la determinazione dell’equipaggio fanno la differenza: la consapevolezza dell’importanza della missione ci guida e ci fa traguardare con risolutezza i prossimi e
sfidanti obbiettivi della Campagna. 

La Marina Militare ha molto investito in questa operazione dal punto di vista strategico cosa rappresenta questo viaggio negli Stati Uniti?

La Campagna Ready for Operations negli USA ha una profonda valenza strategica. Basti pensare che la capacità portaerei è indicativa del rango internazionale del Paese e della sue Forze Armate, è il pilastro delle capacità di proiezione sul mare e dal mare e rappresenta la massima espressione del potere marittimo di una Nazione, nella sua più ampia accezione. Con la certificazione Ready for Operations all’impiego de velivolo F-35B di nave Cavour, l’Italia entrerà a far parte di una élite di pochi Paesi al mondo in grado di esprimere una capacità portaerei con velivoli da combattimento di 5ª generazione, diventando di fatto l’unico paese dell’Unione Europea a vantare questa capacità.

Dal punto di vista strategico, il viaggio della portaerei Cavour negli USA costituisce altresì una validissima occasione per riaffermare e confermare l’indissolubile legame che lega l’Italia agli USA con la cooperazione a carattere bilaterale ancor prima che multilaterale nell’ambito del Patto Transatlantico. Oggi, l’equipaggio di nave Cavour che lavora gomito a gomito con il team USA dell’Integrated Test Force, durante le Sea Trials è emblema anche di questo. Quello che viviamo giorno per giorno sul ponte di volo della Portaerei non è solo coordinamento e collaborazione, ma è piena integrazione: un efficace e avanzato lavoro di squadra.

Nave Cavour al tramonto

Sono iniziate le attività congiunte con i militari americani. La nostra Marina che assetti sta disponendo?

A latere dell’attività Sea Trials vengono capitalizzate le diverse occasioni di integrazione e addestramento con le forze aeronavali Statunitensi, come accaduto con l’addestramento congiunto con la Fregata USS Stout e un Maritime Patrol Reconnaissance Aircraft durante la fase finale della traversata oceanica in trasferimento verso Norfolk. 

La cooperazione con gli assetti della US Navy è stata molto viva durante la fase di Sea Trials. Infatti, già in tre occasioni,  Nave Cavour è stata rifornita in mare di viveri e combustibili dalla rifornitrice americana
USNS John Lenthall, attività che ha garantito alla Portaerei i necessari rifornimenti per protrarre l’attività di test in mare per quasi un mese. La sera del 20 marzo è poi avvenuto l’incontro tra nave Cavour la portaerei americana G. Ford, un ottima occasione per addestrarsi nella conduzione di manovre cinematiche e scattare qualche foto del suggestivo incontro.

Le interazioni con le forze Statunitensi sono state appaganti e di piena soddisfazione da ambo le parti. A bordo della Portaerei oggi è rappresentata gran parte delle capacità della Marina Militare.
All’equipaggio del Cavour si aggiungono per primo gli equipaggi dei gruppi di volo, sia per la parte elicotteri, presenti a bordo in 4 unità di (due SH-90 e due EH-101), sia per la componente ad ala fissa, in prospettiva d’impiego del velivolo F-35B. Il compito dei primi, estremamente importante, è quello di garantire la massima prontezza per le attività di
Search And Rescue (SAR) in caso di inconvenienti durante le attività di volo con i velivoli ad ala fissa. Ma non mancano le possibilità di condurre anche eventi addestrativi estremamente utili sia ai team funzionali di bordo che agli elicotteristi stessi. Il personale specialista della componente ad ala fissa del Gruppo Aerei Imbarcati della Marina Militare è
un altro pilastro dell’attività. Tale personale sta oggi familiarizzando con la gestione sul ponte di volo della Portaerei del nuovo velivolo F-35B e acquisendo dunque il know-how necessario per condurre le operazioni di
ponte, garantendo la massima rapidità e sicurezza.

A bordo è presente anche personale della Brigata Marina San Marco che contribuisce alla sicurezza dell’unità per la Force Protection, nei punti critici della navigazione o quando ormeggiati in porto. 

C’è stata grande attesa per il primo appontaggio degli F-35B ma bisogna chiarire che il Cavour, con questa missione, non porterà i velivoli in Italia per ora, come si pensava in un primo momento. Questo non fa calare di certo l’attenzione su questo pezzo di storia della Marina Militare Italiana. Perché sono così importanti?

L’F-35, nella versione “BRAVO” ossia a decollo corto e atterraggio verticale (STOVL) e quindi adatto all’impiego da unità portaerei che, come il Cavour, non sono dotate di catapulta, appare sin da subito come un velivolo straordinario, un concentrato di tecnologia dalle prestazioni allo stato dell’arte; costituirà certamente l’ultimo tassello per confermare la
capacità portaerei nell’era della quinta generazione dei velivoli da combattimento, conferendo all’Italia quella rilevanza per potere assicurare il proprio ruolo e la difesa degli interessi nazionali nel contesto del Mediterraneo allargato. Il salto generazionale del mezzo rispetto ai normali velivoli legacy (come l’AV-8B) rende l’F-35B interamente orientato
all’assolvimento della missione rendendo molto semplici le tecniche di pilotaggio. In questo modo il pilota può concentrarsi al massimo sulla gestione e la valutazione della notevole mole di informazioni che viene fornita dai numerosi sensori del velivolo, diffondendo le informazioni e condividendole con tutti i mezzi operanti nel teatro operativo d’impiego
(ambiente net-centrico). Il tutto conferendo quindi un vantaggio significativo in termini di efficacia della propria azione offensiva, ma anche – e soprattutto – per la difesa degli uomini e dei mezzi assegnati alla Forza Aeronavale e degli uomini impiegati a terra (e.g. forze anfibie).

Con l’F-35B viene introdotto anche un nuovo modello organizzativo del lato manutentivo e logistico; nello specifico tutti i flussi logistici legati al nuovo velivolo sono centralizzati e vengono gestiti attraverso uno  stoccaggio globale che soddisfa le esigenze di tutti i paesi partner. In questo modo può essere garantita una maggiore operatività dei velivoli con maggiore efficienza e risparmi sui costi di gestione.

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Written by Report Difesa

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