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Ricatti informatici, un progetto di Europol impedisce che 108 milioni di dollari vadano in mano agli estorsori del Web

Bruxelles. Grazie ad un progetto, nato su iniziativa dell’Europol, nei primi tre anni di attività appena compiuti è stato impedito che 108 milioni di dollari finissero nelle mani degli estorsori Web.

Un progetto di Europol impedisce le estorsioni Web

La National High Tech Crime Unit della Polizia olandese, l’European Cybercrime Centre dell’Europol e McAfee hanno aiutato oltre 200 mila vittime di estorsioni informatiche a recuperare i loro dati.

Sono stati oltre tre milioni i visitatori del sito “No more ransom” che grazie agli oltre 150 partner pubblici e privati mette a disposizione strumenti per combattere 109 “famiglie” di ransomware diverse. E’ disponibile in 35 lingue e ha avuto visitatori da 188 Paesi del mondo.

“Quando si analizza il ransomware si vede come sia facile infettare un dispositivo in pochi secondi – ha evidenziato Steven Wilson, capo della divisione sul cybercrime di Europol -. Basta un clic sbagliato perché database, foto e una vita di memorie possono sparire per sempre”.

Per Wilson, “No More Ransom” dà un po’ di speranza alle vittime. Si tratta di una vera opportunità di controbattere, mandando anche un chiaro messaggio ai criminali.

Il problema dei ransomware è molto diffuso in Italia. Il nostro Paese risulta il primo in Europa e il decimo nel mondo più interessato da questo fenomeno, secondo quanto sostenuto in un rapporto Trend Micro Research.

Secondo un altro studio, realizzato dal progetto Cyber Risk Management, un attacco globale, sfruttando il ransomware, potrebbe costare 193 miliardi di dollari e colpire oltre 60 0mila aziende a livello mondiale.

Qualche settimana a Baltimora, negli Stati Uniti, sono stati attaccati 100 mila computer della Pubblica Amministrazione, bloccando i servizi pubblici, con email degli uffici ferme, nessun accesso dei servizi ai cittadini compresi i pagamenti delle bollette, tasse e parcheggi.

Solo nell’ultimo anno 20 città americane ne sono state vittima.

La miglior difesa, ricorda Europol, rimane sempre la prevenzione. Ovvero fare due backup dei dati, usare un antivirus robusto, aggiornare sempre i software.

Insomma, spiegano gli esperti, non fidatevi di nessuno. Qualsiasi account potrebbe venire compromesso e i link maligni
possono essere inviati dagli account degli amici sui social media, dalle caselle mail dei colleghi di lavoro o dalle chat dei giochi di on-line gaming.

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