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SPECIALE: Stati Uniti, potere e autorità politica. Cosa i futuri Presidenti dovrebbero mutuare dalla leadership militare

Di Sara Palermo*

Washington. La storia americana ci restituisce la narrazione di una grande quantità di leader militari prima e politici poi che ancora oggi sono fonte di ispirazione.

George Washington (1732 – 1799), comandante in capo dell’Esercito continentale durante tutta la Guerra d’Indipendenza americana, fu uno dei grandi padri fondatori della Nazione ed il primo Presidente degli Stati Uniti d’America.

George Washington, primo Presidente americano

L’unico nella storia degli Stati Uniti ad essere eletto senza un unico voto contrario.

Theodore Roosevelt (1858 – 1919), partecipò alla creazione del 1st United States Volunteer Cavalry, i cosiddetti “Rough Riders” di cui divenne anche comandante.

Theodore Roosevelt (1858 – 1919)

Durante la Guerra ispano-americana dimostrò la propria abilità di comando, conducendo personalmente l′unità militare nella battaglia.

Oltre che di coraggio, mostrò anche doti di leadership e di abilità propagandistica, divenendo un popolare eroe nazionale.

Roosevelt fu eletto il 26º Presidente degli Stati Uniti e divenne primo promulgatore di una intesa Agenda riformista, sicuro che solo un risoluto intervento dello Stato potesse aiutare il capitalismo americano a superare i suoi problemi strutturali.

Fu il primo ad occuparsi seriamente del ruolo dei sindacati e delle politiche ambientali.

E ancora, il Presidente Dwight D. Eisenhower (1890 – 1969), comandante in capo delle Forze Alleate durante la Seconda Guerra Mondiale, dimostrò capacità militari e politico-diplomatiche, svolgendo un ruolo fondamentale di direzione e coordinamento degli Eserciti alleati impegnati contro il Terzo Reich ma anche nella diplomazia della transizione.

Dwight D. Eisenhower

Fu Presidente della Columbia University (1948-1953) e nel 1951 fu il primo Comandante Supremo della NATO.

Venne eletto 34° Presidente degli Stati Uniti d’America, eletto per due mandati tra il 1953 e il 1961.

Durante la sua Presidenza implementò lo sviluppo dell’Interstate Highway System.

Firmò l’Atomic Energy Act (1954) per l’uso civile e militare dei materiali nucleari, creò la Defense Advanced Research Projects Agency (1958), responsabile per lo sviluppo delle nuove tecnologie militari e che avrebbe portato poi alla nascita di Internet; firmò l’atto costitutivo delle NASA (sempre nel 1958).

Il suo metodo di time & task management (the Eisenhower Box) è ancora oggi studiato e preso ad esempio: il concetto essenziale che lo sostiene è la differenza fra importanza e urgenza.

Secondo il Presidente: «What is important is seldom urgent and what is urgent is seldom important».

Il 3 novembre 2020 si sono tenute le 59esime elezioni presidenziali della storia degli Stati Uniti. Gli elettori hanno valutato i candidati su una serie di dimensioni, alla ricerca di un leader affidabile e competente. Caratteristiche personali e competenze professionali sono elementi fondamentali della formula che porta ad essere un buon Presidente.

I candidati potrebbero imparare molto dallo studio della leadership militare.

Alla cerimonia di inaugurazione, il nuovo Presidente presta il giuramento, dichiarando: “Io, […], giuro solennemente di adempiere con fedeltà all’ufficio di presidente degli Stati Uniti, e di preservare, proteggere e difendere la Costituzione al meglio delle mie capacità. Che Dio mi aiuti”.

Questo è ciò che i militari chiamerebbero la “dichiarazione di missione”.

Anche se la missione può essere espressa chiaramente, i mezzi con cui un presidente raggiunge questa missione dipendono da una serie di qualità, abilità e conoscenze che sono più difficili da specificare, ma che rappresentano collettivamente la qualità della leadership.

Cos’è la leadership? Tenendo presente che il presidente è anche il comandante in capo delle forze armate della nazione, è utile guardare a come i militari americani definiscono il concetto.

Secondo lo Army Field Manual (FM) 6-22, la leadership è “il processo di influenzare le persone fornendo scopo, direzione e motivazione mentre operano per compiere la missione e migliorare l’organizzazione”.

Un leader efficace dell’Esercito, quindi, deve avere una chiara comprensione della propria missione, articolare una strategia per il raggiungimento dello scopo prefissato e possedere le capacità interpersonali necessarie per ispirare, motivare e dirigere gli altri nel raggiungimento della missione.

La leadership è un compito complesso. Lo FM 6-22 afferma che la leadership militare deve essere competente, confidente e agile.

Deve ispirare fiducia e per farlo deve improntarsi alle 3C: competenza, carattere e cura.

Un presidente eletto deve prima di tutto essere competente. Ciò significa che deve essere a conoscenza dei problemi che la nazione deve affrontare e deve avere contezza delle risorse e degli strumenti necessari per portare a termine la missione.

Il ruolo della competenza, tuttavia, è mitigato dal carattere.

I leader onesti e a cui ci si può affidare per scegliere «il bene più difficile rispetto al male più facile» (preghiera del Cadetto, US Military Academy, West Point) sono più efficaci di coloro che – nonostante le grandi conoscenze tecniche – non si dimostrano fidati. Per un presidente poi, l’attributo della cura implica il possedere una autentica e concreta preoccupazione per il benessere dei propri subordinati, del proprio team esecutivo, per tutti gli americani. Un presidente di successo, come un generale o un ammiraglio di successo, deve garantire il massimo sulle “3’C”.

Cadetti di West Point

Fare meno significa sollecitare il dissenso, la sfiducia e l’impasse – che vanno a scapito di tutti gli americani.

Che cos’altro suggerisce lo studio della leadership militare come essenziale per la formazione di un presidente efficace? Nel volume intitolato “Leadership in Dangerous Situations” (Naval Institute Press, 2011) si suggerisce che i vertici militari devono possedere tre capacità essenziali per essere efficaci.

In primo luogo, a causa dei rischi e delle esigenze di leadership in situazioni pericolose, devono possedere una forte “corazza psicologica”.

Cioè, devono essere determinati e resilienti, capaci di resistere allo stress e alle avversità del lavoro. In secondo luogo, devono possedere le capacità interpersonali necessarie a persuadere gli altri quando sono in pericolo.

Chiunque diventi Presidente, deve essere preparato e in grado di ispirare e guidare efficacemente la nazione attraverso le sfide più difficili e le minacce più scoraggianti.

E, da ultimo, i vertici militari devono essere in grado di fare leva sull’organizzazione per raggiungere gli obiettivi della missione.

Per un Presidente, questo significa lavorare efficacemente con altre figure politiche e autorità per soddisfare le esigenze interne della nazione e rispondere con successo alle minacce interne ed esterne.

Un argomento di intenso dibattito è se leader si nasce o si diventa. Sebbene alcuni aspetti fondamentali della personalità, come il temperamento, sono influenzati da fattori genetici, la psicologia militare ha chiaramente dimostrato che ci sono modi per sviluppare e migliorare le capacità di leadership.

L’Esercito, ad esempio, ha un approccio sistematico alla “crescita” dei futuri vertici.

Gli aspiranti ufficiali completano la formazione universitaria in una delle accademie della nazione.

Vengono poi insigniti del grado di ufficiale più basso e successivamente vengono progressivamente preparati e chiamati a ricoprire posizioni di comando sempre più importanti.

Naturalmente, non si possono formare i futuri presidenti allo stesso modo dei militari. Per una posizione come quella di presidente, questa è probabilmente una fortuna.

Se da un lato le procedure militari consentono di preparare efficacemente gli ufficiali superiori, dall’altro tendono ad uniformare in termini di esperienza di base e di valori.

Il Presidente deve fare molto di più che servire come Comandante in capo.

Deve lavorare efficacemente con tutti i rami del governo, comprendere le dinamiche politiche internazionali e avere una solida conoscenza delle questioni economiche. Gli elettori devono decidere da soli quale sia il candidato più qualificato, attraverso la biografia ed il curriculum di ciascuno.

Non tutti i candidati avranno prestato servizio militare, ma idealmente coloro che vengono scelti per guidare la nazione dovrebbero avere la competenza, il carattere, la devozione necessari per unificare la Nazione, fungere da guida, traghettare attraverso le difficoltà e trascinare al successo.

*M.Sc. in Clinical Psychology and Ph.D. in Experimental Neuroscience
PostDoctoral Research Fellow
Assistant Specialty Chief Editor for Frontiers in Psychology – Neuropsychology

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