Di Fabrizio Scarinci
MILANO. A meno di un anno dalla scomparsa dello storico manager Elserino Piol (noto ai più come il padre del venture capital italiano), nasce nel bellunese un’importante fondazione a lui dedicata.
Fortemente voluta dai figli Andrea e Alessandro e dalla sorella Marinella, la Fondazione Eugenio Piol, presentata giovedì scorso a Milano, si configura come un come un ambizioso progetto a vocazione internazionale pensato al fine di incentivare l’utilizzo di tecnologia e ricerca in taluni particolari settori dell’economia, come, ad esempio, quello turistico (potenzialmente ancor più redditizio in seguito alla fine della pandemia), quello dell’”Agri-tech” (ricordiamo che nel nostro Paese gli investimenti nel settore agricolo sono aumentati del 90% nel corso degli ultimi anni) e quello della mobilità sostenibile (settore anch’esso in crescita che necessita, però, di essere affiancato da un’adeguata progettazione di tipo urbanistico e territoriale).
Chi era Elserino Piol
Nato nel 1931 a Limana (in provincia di Belluno), Elserino Piol iniziò la sua carriera nel 1952 come programmatore di macchine a schede perforate all’interno di Olivetti Bull, ossia una joint venture tra Olivetti e Compagnie de Machines Bull.
Nel corso della sua decennale carriera in Olivetti sarebbe arrivato a ricoprire numerosi ruoli di responsabilità, tra cui quello di direttore marketing, quello di direttore generale per le strategie e lo sviluppo e quello di vicepresidente.
Convinto sostenitore dello sviluppo delle tecnologie elettroniche, nel corso del tempo egli sarebbe stato chiamato a sovrintendere allo sviluppo di diversi prodotti innovativi, tra cui computer, telescriventi, macchine contabili e periferiche di stampa.
Nel 1990, intuendo le potenzialità del mercato delle telecomunicazioni mobili, avrebbe fondato, insieme a Lehman Brothers, Cellular Communications International, Bell Atlantic International e Telia, la Omnitel Sistemi Radiocellulari Italiani (oggi Vodafone).
In seguito si sarebbe dedicato prevalentemente al “venture capitalism”, che, a partire dal 1996 (anno in cui avrebbe definitivamente lasciato la Olivetti) avrebbe costituito, per molto tempo, la sua principale attività.
Tra le varie startup da egli finanziate (soprattutto tramite i fondi Kiwi I e Kiwi II della Pino Venture Partners, creata insieme a Oliver Novick) figurano aziende come Tiscali, Yoox Net-A-Porter Group, Click.it, Blixer, Investnet, Cubeccom e Vitaminic.
Dal luglio 2006 a giugno 2015 sarebbe, poi, stato anche presidente della Fedoweb (Federazione operatori web), di cui sarebbe, poi, rimasto presidente onorario.
Piol e la “Olivetti Programma 101”
Uno degli aspetti maggiormente interessanti della lunga carriera di Elserino Piol è, senz’altro, costituito dal suo legame con il calcolatore da tavolo programmabile “Olivetti Programma 101”, definito da molti come il primo personal computer della Storia.
Negli anni 60, infatti, egli fu incaricato di sovrintendere al lancio sul mercato del nuovo sistema, che avrebbe scelto di presentare sul mercato americano (ritenuto molto più adatto ad un prodotto così rivoluzionario) superando anche i dubbi dello stesso Pier Giorgio Perotto (che della macchia era stato l’inventore).
Più tardi, in sede di cessione della proprietà intellettuale dei progetti della Divisione elettronica di Olivetti a General Electric, Piol sarebbe incredibilmente riuscito a convincere i compratori che la P101 fosse solo una mera calcolatrice e non un apparecchio elettronico, evitando che anche questo progetto fosse venduto agli statunitensi.
Grazie a tale sistema e ai suoi derivati, la Olivetti sarebbe riuscita a conseguire una posizione di grandissimo rilievo nel panorama hi-tech degli anni 70 e 80, dando un importante contributo all’affermazione di tutta la nostra industria nazionale.
Al netto dei suoi difetti, della corruzione, di una gestione economica che cominciava a fare acqua da tutte le parti e di una politica talmente ideologizzata da impedire, di fatto, qualsiasi forma di alternanza, l’Italia di quegli anni si configurava comunque come un Paese ancora portato, soprattutto a livello culturale, a guardare al futuro (e al progresso) con una certa fiducia.
Negli anni successivi, tale spirito sembrerebbe essersi offuscato (sia nel settore pubblico che in quello privato), soprattutto per ciò che concerne gli investimenti nei settori tecnologici più innovativi e la tutela del nostro know-how (senza contare quanto accaduto nel campo dell’energia).
Dopo aver pesantemente pagato il conto di tale smarrimento, si può solo sperare che, con il contributo di tutti, il Paese possa rimettersi in cammino e tornare a puntare con decisione, serietà e determinazione sui settori maggiormente all’avanguardia allo scopo di riprendersi la propria fetta di futuro.
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L’articolo Tecnologia e ricerca: nasce nel bellunese un nuovo hub per l’innovazione in memoria di Elserino Piol proviene da Report Difesa.
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