Di Fabrizio Scarinci
TEL AVIV. In un attacco con droni lanciato qualche ora fa contro un avamposto delle Forze Armate statunitensi in territorio giordano tre soldati sarebbero rimasti uccisi e altri trentaquattro risulterebbero feriti.
Stando alle parole del Presidente Biden, l’azione sarebbe stata condotta dalle milizie filo-iraniane operanti nella regione.
Come noto, dal 7 ottobre scorso le forze statunitensi hanno già subito (prevalentemente in Iraq) moltissimi attacchi di questo tipo ad opera di tali gruppi, a cui Washington ha scelto di rispondere conducendo alcuni raid aerei e missilistici di moderata entità.
Nondimeno, pur avendo causato svariate decine di feriti, i precedenti attacchi non erano mai riusciti a provocare la morte di nessun soldato.
Per tale ragione, ci si aspetta ora una rappresaglia molto più dura, che secondo alcuni potrebbe essere diretta anche contro le stesse forze militari iraniane o parte del loro personale.
Non dimentichiamo, infatti, come, la stessa uccisione del Comandante della “Forza Quds” Qassem Soleimani, avvenuta nel gennaio 2020, sia stata pianificata anche in risposta ad un attacco di alcuni mesi prima ai danni delle forze USA schierate nella base irachena di Ain Al Assad (condotto sempre dalle milizie filo-iraniane), in cui persero la vita due militari statunitensi.
Nel corso delle ultime ore, ad invocare un’azione “esemplare” sarebbero stati diversi esponenti del panorama politico americano.
Tra essi anche lo Speaker della Camera dei Rappresentanti Mike Johnson, che ha spiegato, in un tweet, come l’America dovrebbe inviare un “chiaro messaggio” al mondo intero sul fatto che gli attacchi contro i suoi soldati non siano tollerati.
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L’articolo Medio Oriente: attacco contro i militari USA al confine tra Siria e Giordania da parte di milizie filo-iraniane. Si attende la reazione di Washington proviene da Report Difesa.
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