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Yemen: l’Alto Commissariato ONU per i rifugiati evidenzia il peggioramento delle condizioni di vita di milioni di sfollati a causa dell’aggravarsi della crisi

SANA’A. L’Agenzia ONU per i rifugiati UNHCR evidenzia il peggioramento delle condizioni di vita di milioni di sfollati a causa dell’aggravarsi della crisi dello Yemen, secondo quanto emerge dai risultati di un ultimo studio di valutazione.

Nello Yemen è ancora catastrofe umanitaria

L’aggiornamento del monitoraggio della protezione degli sfollati interni, pubblicato da UNHCR questa settimana, rivela un quadro desolante delle condizioni degli sfollati e delle comunità ospitanti dello Yemen.

I dati, raccolti da oltre 47 mila famiglie nella prima metà dell’anno in corso offrono un quadro delle difficoltà degli sfollati interni, delle persone tornate a casa e dei membri delle comunità ospitanti. Tra queste famiglie, un numero significativo risiede in siti formali e informali per sfollati interni, a testimonianza della crisi in atto.

Lontano dai titoli dei giornali di tutto il mondo, la situazione sta peggiorando.

Il rapporto mostra che l’85% di queste famiglie non è in grado di soddisfare il proprio fabbisogno alimentare quotidiano.

Molte sono ricorse a meccanismi estremi di sopravvivenza, come ridurre le dimensioni dei pasti o saltarli del tutto.

Queste statistiche rappresentano la dura realtà in cui intere famiglie affrontano la fame ogni giorno.

Un altro problema critico, ma trascurato, è la diffusa mancanza di documenti civili tra le famiglie sfollate.

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Oltre il 51% delle famiglie intervistate ha almeno un figlio senza certificato di nascita e il 70% ha membri della famiglia senza carta d’identità nazionale.

Senza questi documenti fondamentali, le famiglie sono tagliate fuori dall’accesso ai servizi essenziali, all’istruzione e ai diritti fondamentali, aggravando la loro vulnerabilità e ostacolando la loro capacità di ricostruirsi una vita.

Nonostante gli sforzi per migliorare le condizioni di vita, la maggior parte delle famiglie sfollate non si sente sicura di tornare a casa a causa della persistente instabilità, della mancanza di opportunità di sostentamento e di pericoli come le mine antiuomo, che le intrappolano in un ciclo prolungato di sfollamento.

Lo Yemen – che rimane una delle peggiori crisi umanitarie al mondo – si trova ad affrontare sfide estreme anche quando l’attenzione si è spostata su altre emergenze globali.

Attualmente, 18,2 milioni di persone nel Paese, tra cui 4,5 milioni di sfollati, hanno urgente bisogno di aiuti umanitari. Tra questi, oltre 60.000 rifugiati e richiedenti asilo, provenienti soprattutto da Somalia ed Etiopia.

Per le Nazioni Unite è necessario un sostegno globale più sistematico e prolungato per Paesi come lo Yemen, uno dei più vulnerabili al clima del mondo.

È anche tra i meno preparati a mitigare o adattarsi agli impatti delle condizioni meteorologiche estreme e dei disastri alimentati dai cambiamenti climatici, che diventano sempre più frequenti.

Le recenti inondazioni catastrofiche nel Distretto di Malhan, nel Governatorato di Al Mahweet, provocate da forti piogge e dallo scoppio di tre dighe, hanno devastato intere comunità.

Nell’ultimo mese, per le inondazioni sono morte 97 persone e si sono registrati molti feriti.

Sono poi rimaste danneggiate  oltre 56.mila case familiari in 20 Governatorati e hanno costretto alla fuga oltre 1.000 famiglie.

Le aree più colpite includono Al Hudaydah, Hajjah, Al-Taweela e Marib.

Questo disastro, per l’alto Commissariato ONU per i rifugiati, che si aggiunge alla crisi in corso nello Yemen, ha aggravato le sofferenze di milioni di persone.

Le infrastrutture vitali sono state cancellate, i rifugi spazzati via e i terreni agricoli sommersi.

Gli ordigni inesplosi portati alla luce dalle inondazioni rappresentano un’ulteriore minaccia per i civili e gli operatori umanitari.

In qualità di Agenzia principale per la protezione, l’accoglienza, i beni non alimentari e il coordinamento dei campi, l’UNHCR sta lavorando con i partner locali per fornire assistenza urgente.

Si sta aumentando l’assistenza in contanti, un’ancora di salvezza fondamentale per i più vulnerabili.

Questo include contanti multiuso per coprire i bisogni essenziali, rispondere alle crisi immediate, ottenere la documentazione e riparare i rifugi danneggiati.

L’UNHCR sta anche promuovendo soluzioni a più lungo termine, tra cui la riabilitazione delle case per gli sfollati interni, il miglioramento delle strutture delle comunità ospitanti e iniziative per promuovere la coesione sociale.

Tuttavia, le risorse disponibili sono insufficienti per soddisfare i bisogni umanitari critici.

Al 31 luglio, scorso l’appello dell’Agenzia ONU per il Paese, pari a 354 milioni di dollari, era finanziato solo per il 21%, lasciando aree critiche come la protezione e l’accoglienza gravemente insufficienti.

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