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50 anni di 8 e mezzo: il genio di Federico Fellini

Girato nel 1963, capolavoro del cinema mondiale, perla assoluta nata dall’estro e dalla genialità di uno dei più grandi registi della storia del nostro paese, il film 8 1/2 ha contrassegnato un’epoca e il modo di fare cinema negli anni a venire, ispirando numerose generazioni di cineasti. A distanza di cinquant’anni questa inebriante pellicola non è stata dimenticata dagli amanti del settore ed è recentemente stata al centro della Notte Rosa, svoltasi sulla Riviera Romagnola tra il 5 ed il 7 Luglio, ponendosi come tema principale degli eventi organizzati, inerenti al concetto di anima (AsaNIsiMAsa: la formula magica dei bambini protagonisti del film).

Nato da un accumulo di idee vaghe che si mescolano nella testa assai confusa del regista, 8 1/2 è la perfetta rappresentazione in immagini di tutto un insieme di concetti, di parole e di sentimenti che penetrano nello spettatore, il quale rimane sbalordito dalla profonda spontaneità e duttilità immaginifica di Fellini, che arriva appunto dritta all’anima.

In parte girato a Chianciano Terme (SI), immersa in un panorama toscano senza rivali, la pellicola narra la storia di un regista alla ricerca della propria identità e delle giuste ispirazioni artistiche in un circense mescolamento di sogno e realtà, un film nel film, concetto assolutamente innovativo per l’epoca. 140 minuti di intense emozioni, di fiato sospeso, di estasi per gli occhi e di armonia musicale (la colonna sonora viene infatti affidata al pluripremiato Nino Rota), vincitore di 2 premi Oscar (miglior film straniero e migliori costumi) e di 7 Nastri d’Argento, 8 1/2 segna un nuovo inizio per la cinematografia, una tappa essenziale della nostra storia artistica, con i suoi personaggi memorabili e le sequenze da antologia.

Troppo poco valorizzata, questa pellicola sublime meriterebbe indubbiamente un trattamento migliore, più consono alla sua intensità emotiva: bella l’idea di incentrare eventi mondani sui temi felliniani, ma se ciò deve accadere una volta ogni cinquant’anni sono ben poche le speranze di sopravvivenza per il cinema d’epoca, ultimo baluardo di una genialità tanto cara alle generazioni passate, ma abbandonata dalle nuove.

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