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Festival dell’Oriente 2018, l’incontro tra culture e tradizioni riscuote ancora successo alla Nuova Fiera di Roma

Roma incontra il mondo alla Nuova Fiera capitolina

Festival dell'Oriente 2018

Immergersi nelle culture e nelle tradizioni di un Continente sconfinato è ormai una tradizione presso la Nuova Fiera di Roma. Il 21-22-25 aprile e ancora il 28-29-30 aprile e 1 maggio, difatti, il Festival dell’Oriente 2018 ha permesso alla moltitudine di visitatori di incantarsi ad ammirare colori, luci, suoni (e profumi) provenienti dai vari angoli del mondo.

A disposizione dei visitatori, dalle 10:30 alle 22:30 al prezzo unico di 12 euro, ci sono stati bazar, stand commerciali, gastronomia tipica, mostre fotografiche, cerimonie tradizionali, spettacoli folklorisitici, medicine naturali, concerti, danze e arti marziali. Il tutto alternato alle numerose aree tematiche dedicate ai vari paesi in un continuo ed avvincente susseguirsi di show, incontri, seminari ed esibizioni.

Prima del focus orientale è doveroso sottolineare la possibilità di entrare in contatto con più culture: il Festival Orientale 2018 ha consentito di la (ri)scoperta di usi e costumi dell’Irlanda (festival irlandese, della Spagna (festival spagnolo) dell’America (festival country e that’s America) “classica” e di quella più “caliente” (festival dell’America Latina), senza dimenticare l’ormai imperdibile e coloratissimo appuntamento con l’Holi festival! Altra nota di merito per l’area riservata allo show adrenalinico automobilistico.

Ogni padiglione (o area esterna) è stato allestito per rappresentare al meglio il Paese in questione, attraverso riproduzioni e statue, cibo e bevande locali, musica tradizionale e moderna, abiti, quadri e ogni altra forma d’arte immaginabile. Gli spettacoli a tema hanno conferito quel tocco in più al quale ormai i visitatori del Festival sono abituati fin dalla prime edizioni di una così interessante e variegata iniziativa. Naturalmente alla portata di tutti a prescindere dall’età. Tra un’esibizione a cavallo e un ballo di gruppo, da un massaggio e un’esperienza interattiva (o una degustazione), ogni persona ha avuto modo di scegliere come passare il proprio tempo.

Magari assaporando prima un po’ di sushi, o di cibo vietnamita senza privarsi un assaggio di street food americano. O un buon piatto di paella. O in alternativa di carne argentina senza dimenticare i piatti tipici irlandesi. Insomma sia a livello culinario che di intrattenimento i visitatori del Festival dell’Oriente 2018 hanno avuto la chance di sbizzarrirsi scegliendo tra cibarie, attività, spettacoli, motori, oggetti e abiti in vendita nei numerosissimi stand e oggetti d’arte da ammirare. Per non parlare delle usanze da contemplare e della condivisione delle varie sfaccettature di ogni tradizione.

Spazio all’Oriente:

Tra le novità di questa edizione romana, inoltre, gli appuntamenti con gli spettacoli della danza tradizionale coreana, simboleggianti i fiori, la femminilità, la bellezza, eseguite con i meravigliosi abiti tradizionali e con il supporto di elementi coreografici quali i ventagli o il tamburello Sogo. O quelli d’intrattenimento con Keiichi Iwasaki, il mago illusionista giapponese noto per i suoi trucchi strabilianti, accompagnati dalla sua grande carica di carisma e simpatia. Uno show mozzafiato, di grande stupore e divertimento, dedicato a grandi e piccini!

Non sono mancate nemmeno le danze folkloristiche mediorientali ispirate a Egitto, Tunisia, Libia, Armenia, Turchia, Libano e tantissimi altri affascinanti paesi, per un omaggio al mondo Mediorientale, carico di sensualità, seduzione e magia. Dalla Ghawazee alla Dabke, dal Saidi al Raqs al Sayf e tantissimi altri stili, rappresentati in tutta la loro tipicità e bellezza. Notevole anche il canto tradizionale cinese, in onore della Nazione protagonista di questa edizione del Festival dell’Oriente 2018

Non c’è stato comunque spazio solo per la tradizione: la Bolly-Bhangra fusion ha invero stupito unendo le due danze Indiane più energiche, colorate e divertenti si fondono in uno spettacolo entusiasmante, in un connubio tra tradizione e modernità. Con l’Uzbekistan si è mantenuto invece un profilo più conforme nel rispetto delle origini attraverso una danza tradizionale che ha permesso di realizzare un viaggio nell’Asia centrale, terra ricca di fascino, alla scoperta di una realtà piccola ma ricca di storia e cultura. Questo paese sarà rappresentato attraverso le sue danze caratteristiche, che reinterpretano con originalità le influenze degli altri paesi asiatici, dando vita ad uno stile unico nel suo genere.

L’arte è stata rappresentata anche dalla pittura giapponese Suiboku-Ga realizzata dall’artista nipponica Yoshiko Kubota con inchiostro di china su fogli di carta di riso. Questa tipologia di pittura è molto popolare in Giappone, e la maestra ne ha offerto un saggio eseguendo opere e ritratti per il pubblico. Altro appuntamento interessante? Quello con il contorsionismo mongolo, importante elemento della cultura e del folklore della Mongolia. Un’arte tanto complessa quanto spettacolare. A spiccare anche la danza araba tribal fusion, nata dall’unione tra le danze arabe tradizionali e la danza del ventre con i ritmi etnici di Africa e Sudamerica, per dare vita ad uno stile unico e molto particolare.

Stesso discorso per China Pearl, ovvero talentuoso e pluripremiato gruppo esperto nelle danze tradizionali cinesi. Per rimanere in tema molto bella anche la danza tradizionale della mongolia eseguiti in accompagnamento del gruppo Khukh Mongols. L’arte musicale cinese ha avuto molto spazio dal momento in cui la musica è uno dei grandi protagonisti della tradizione culturale cinese, degnamente rappresentata al Festival dell’Oriente 2018 attraverso dei concerti eseguiti con gli strumenti tradizionali di questo paese.

Le novità da ammirare

Le novità generali sono state caratterizzate dal villaggio giapponese attraverso un vero e proprio viaggio virtuale in Giappone, all’insegna delle sue affascinanti tradizioni. Al Festival dell’Oriente 2018 è stato possibile visitare la riproduzione di un villaggio in stile giapponese, con una tipica abitazione nipponica ricreata sia nei suoi spazi interni che in quelli esterni, con un vero e proprio giardino Zen con laghetto Koi. Presente poi un’area Zen, dove è stato riprodotto un piccolo tempio scintoista animato dai monaci con le attività classiche della spiritualità giapponese, dalla Meditazione Zazen alle pratiche che rappresentano un connubio tra arte e religione come la pittura Sumi-e o l’Ikebana.

L’area India è stata invece dedicata a questo splendido Paese ed ai suoi aspetti più tipici e tradizionali. A spiccare i meravigliosi abiti tipici o gli affascinanti panorami immortalati in una suggestiva mostra fotografica. Non è mancato nemmeno uno squarcio della tradizione spirituale più profonda e toccante di uno dei paesi più ricchi di storia e cultura. Ovvero un viaggio negli usi e costumi religiosi dello Sri Lanka attraverso la fedele riproduzione di un autentico tempio Buddhista, nel quale i monaci cingalesi sono stati a disposizione del pubblico per condividere con loro la propria conoscenza e saggezza nonché intensi momenti di preghiera e benedizione.

A lasciare a bocca aperta anche una riproduzione della Thuparamaya uno dei luoghi simbolo del culto religioso in Sri Lanka. Si tratta di una pagoda costruita con le sembianze di una campana, di colore bianco come la purezza, e tipica del credo Buddhista. La prima Thuparamaya fu fatta costruire da re Devanampiyatissa subito dopo l’introduzione del Buddhismo in Sri Lanka, ed al suo interno furono custodite le reliquie di Buddah. Al Festival dell’Oriente 2018 è stato possibile ammirare la riproduzione di uno di questi edifici sacri cingalesi.

Così come la riproduzione del Taj Mahal. Tecnicamente un mausoleo fatto costruire nel 1632 dall’imperatore moghul Shah Jahan in memoria della moglie preferita Arjumand Banu Begum, meglio conosciuta come Mumtaz Mahal. Nell’immaginario collettivo è da sempre considerata una delle più notevoli bellezze dell’architettura musulmana in India ed è tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. È stato inserito nel 2007 fra le nuove sette meraviglie del mondo.

L’area culturale dedicata alla Mongolia, già presente nelle precedenti edizioni della manifestazione, si è arricchita ulteriormente grazie al prezioso contributo umano degli artisti “Khukh Mongols”. La tipica tenda Yurta è difatti stati ravvivata dalla musica degli artisti, che oltre agli spettacoli sui palchi proporranno anche dei piccoli concerti “da camera” all’interno della tenda. E per i loro ospiti, splendide fanciulle in costume offriranno i tradizionali tè e pasticcini di benvenuto.

Poteva mancare poi il cibo? Anche in questo caso, oltre ai classici ristoranti, all’interno del Festival dell’Oriente 2018, è stata presente una sezione dedicata allo Street Food a tema Orientale. Chioschi, furgoncini e punti ristoro dove gustare prelibatezze e golosità di rapido consumo, da assaporare proseguendo il cammino all’interno del Festival. Piatti tradizionali rivisitati in stile street food per testare le fusion e le influenze della cucina occidentale, per un gusto davvero unico ed eccezionale.

È stato poi possibile interagire e sperimentare gratuitamente decine di terapie tradizionali, visitando il settore dedicato alla salute e al benessere con i suoi padiglioni dedicati alle terapie olistiche discipline bionaturali, yoga, ayurvedica, fiori di bach, theta healing, meditazione, spazio vegano, reiki, massaggi, ci kung, tai chi chuan, shiatsu, tuina, bio musica, rebirthing, integrazione posturale e molte altre ancora. Lasciarsi trasportare nella magia dell’oriente: India, Cina, Giappone, Thailandia, Corea del Sud, Indonesia, Malesia ,Vietnam, Bangladesh, Mongolia, Nepal, Rajasthan, Sri Lanka, Birmania e Tibet non è mai stato così facile come al Festival dell’Oriente, che continua a confermarsi positivamente edizione dopo edizione.

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Written by Veronica Sgaramella

Nata a Roma nel Luglio 1990, laureata in Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione presso La Sapienza. Coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, precedentemente redattrice per Vocegiallorossa, poi collaboratrice e speaker @ 1927 On Air - la storia continua, in onda su Centro Suono Sport. Opinionista periodica sportiva a Gold TV. Ora co-conduttrice di Frequenze Giallorosse (ReteneTVision). SocialMente attiva, amo leggere, viaggiare e immortalare attimi.

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