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Guardia di Finanza: a Milano scoperte infiltrazioni criminali nel tifo organizzato di Milan e Inter. Eseguiti 19 arresti

Di Valentina Giambastiani             

MILANO. Ha riguardato gli ambienti del tifo organizzato la vasta operazione congiunta che ha preso avvio dalle prime ore di oggi e che ha visto impegnati gli agenti della Polizia di Stato e i militari della Guardia di Finanza, i quali hanno operato sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) della Procura della Repubblica di Milano.

Autopattuglia del Comando provinciale GDF di Milano

Ad operare in primissima fila sono stati gli uomini del Servizio Centrale Operativo (SCO) della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato e della Squadra Mobile di Milano, i quali sono stati impegnati in nell’esecuzione di 19  misure cautelari (di cui 16 in carcere e 3 agli arresti domiciliari) ed in decine di perquisizioni domiciliari nei confronti di soggetti indagati – a vario titolo – per associazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso, estorsione, lesioni ed altri gravi reati.

 

Anche la Polizia di Stato ha partecipato all’Operaziojne

Ai militari delle Fiamme Gialle, più precisamente a quelli in forza al Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata (SCICO) e al Nucleo Polizia Economico Finanziaria (PEF) di Milano sono invece state affidate ulteriori misure cautelari che giungono al termine di diversi filoni investigativi, anche di natura finanziaria.

Si tratta di un’inchiesta che ha fatto emergere connivenze con il clan ‘ndranghetista dei Bellocco, il cui esponente in città era Antonio Bellocco, vittima di un omicidio avvenuto lo scorso 4 settembre; fatto di sangue balzato subito agli onori delle cronache e che per principali indagati vede A.B. e F.M., soggetti pericolosi che gli inquirenti ritengono essere rispettivamente l’autore e il promotore di tale omicidio.

Le persone arrestate nel corso dell’operazione fanno tutte parte delle tifoserie “ultras” di Inter e Milan, e secondo gli inquirenti si sono resi responsabili di atti criminosi realizzati all’interno di un giro d’affari legato alle partite di calcio delle due squadre milanesi; business che veniva attuato anche ricorrendo a risse, lesioni personali e resistenze a pubblico ufficiale commesse durante manifestazioni sportive, con parallele estorsioni realizzate sulla vendita dei biglietti ad altri gruppi del tifo organizzato, con l’esecuzione di servizi di catering (in realtà mai resi) strumentali soltanto al pagamento di fatture per operazioni inesistenti, a cui si aggiunge anche l’intestazione fittizia di beni.

Un ulteriore illecito fatto emergere dagli investigatori è poi quello di un “pizzo” da 4 mila euro mensili versati dal gestore dei parcheggi dello stadio (a sua volta indagato e raggiunto da misura cautelare per i reati di falso e concorso nell’accesso abusivo a sistemi informatici).

Denaro che serviva da ulteriore canale di finanziamento illecito per l’associazione criminale di matrice interista oggi sgominata, il cui anello di collegamento è stato individuato in un dipendente della medesima società di servizi.

Una seconda ipotesi di reato associativo riguarda invece i vertici del tifo organizzato milanista e che come principale indagato vede L.L., personaggio noto negli ambienti ultras oltre che in città.

Anche a questa articolazione criminosa vengono contestati, oltre a numerosi episodi di violenza commessi a margine di manifestazioni sportive e non, altre azioni criminose con evidenti finalità estorsive messe in atto ai danni di una cooperativa che si occupa dei servizi di vendita e facchinaggio all’interno dello stadio San Siro, la quale era costretta a “corrispondere” somme di denaro precedentemente accantonate – anche in questo caso – attraverso fatture per operazioni inesistenti.

Altro particolare di non poco conto emerso nelle indagini è stato poi il vero e proprio patto di non-belligeranza concordato tra i big delle due tifoserie, evidentemente sancito per massimizzare i rispettivi profitti illeciti, nonché quello di un’ulteriore manovra estorsiva riguardante la vendita delle bibite all’interno dello stadio meneghino, che vede coinvolti – in concorso – alcuni appartenenti alla curva rossonera ed a quella neroazzurra.

In considerazione dell’attuale fase preliminare delle indagini va comunque fatta salva la presunzione d’innocenza, che dunque qualifica gli arrestati come non colpevoli sino ad eventuale e intervenuta sentenza irrevocabile di condanna che ne dichiari le rispettive responsabilità penali.

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