Di Alessandro Margottini
ROMA. Utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, occultamento e distruzione di scritture contabili, indebita percezione di provvidenze pubbliche, riciclaggio e auto-riciclaggio.
Sono queste le accuse che la Procura della Repubblica di Velletri (Roma) contesta in capo a 16 persone denunciate al termine di un’indagine condotta dai finanzieri del Comando provinciale capitolino, che nei loro confronti ha altresì sequestrato quattro immobili, una barca, auto e moto d’epoca nonché conti correnti bancari, oltre a circa 150 mila euro in contanti e 9 orologi Rolex, Cartier, Tudor e Panerai.
Protagonisti dell’attività in cronaca sono stati i Finanzieri della Compagnia di Nettuno (Roma) i quali, indagando su alcune movimentazioni bancarie, hanno fatto emergere un più che considerevole giro di false fatture, emesse queste da soggetti economici risultati privi di una reale struttura operativa come anche di personale alle proprie dipendenze.
Tale giro di false fatture, stante quanto emerso dalle indagini, era stato orchestrato per consentire a due società – operanti tra Roma e Latina nella commercializzazione di rottami metallici – l’accumulo di un ingente credito IVA nonché un contestuale abbattimento del reddito imponibile ai fini delle imposte dirette, con un indebito risparmio quantificabile in oltre 4 milioni di euro.
Il provento di tale frode fiscale, come solitamente avviene in queste casi, veniva successivamente “drenato” dai conti correnti delle due società beneficiarie attraverso prelievi in denaro contante.
Il sistema fraudolento in questione prevedeva inoltre l’emissione, da parte delle società coinvolte, di documenti di trasporto (anche questi falsi) attestanti movimenti di automezzi in realtà mai avvenuti.
A coronamento di tale quadro illecito, è inoltre emerso come alcuni dei soggetti economici coinvolti nell’indagine avessero indebitamente fruito di contributi pubblici per 250 mila euro, erogati questi per fronteggiare le conseguenze dell’emergenza pandemica.
Gli elementi probatori dettagliatamente esposti agli inquirenti hanno in tal modo consentito di giungere ai pesanti sequestri di cui sopra, finalizzati alla successiva confisca – anche “per equivalente” – del valore corrispondente a quello delle imposte evase dai presunti responsabili della frode.
Resta in ogni caso opportuno precisare che il procedimento penale in cronaca si trova ancora nella fase delle indagini preliminari, pertanto – in attesa di giudizio definitivo – per tutte le persone coinvolte vale la presunzione d’innocenza.
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L’articolo Guardia di Finanza: a Roma scoperto un giro di fatture false. Sequestrati beni e denaro contante per 8,5 milioni di euro. Denunciate 16 persone proviene da Report Difesa.
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