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Guardia di Finanza: Fiumicino, sequestrati due rari esemplari di Falco Pellegrino asiatico. Denunciato l’importatore

Di Fabio Mattei e Mariateresa Levi

Fiumicino (Roma). Due splendidi esemplari di “Falco Pellegrino” di provenienza asiatica sono stati sequestrati dai finanzieri del Comando Provinciale di Roma – Gruppo Fiumicino, nell’ambito dei routinari controlli che i militari delle fiamme gialle ogni giorno compiono tra le molte migliaia di merci che transitano dall’importante hub capitolino.

I rapaci viaggiavano in apposite gabbie al seguito di un cittadino italiano proveniente da Dubai (UAE) il quale, alle domande dei finanzieri, aveva risposto con sicurezza mostrando una certificazione doganale e sanitaria che attestava gli animali come di provenienza europea, peraltro dimostrata dagli anelli di marcaggio che, in effetti, li attestavano come nati in cattività e regolarmente registrati in Spagna.

I finanzieri del speciale Nucleo CITES, però, conoscono molto bene il loro lavoro oltre agli animali protetti dalla Convenzione internazionale sul commercio internazionale di specie della fauna e della flora in via d’estinzione (denominata appunto CITES), e quei due falchi non davano proprio l’impressione di appartenere alla variante europea di questo incredibile predatore.

Il Falco Pellegrino, infatti, anche se diffuso in molte zone del mondo, si presenta in diverse sottospecie – alcune delle quali piuttosto rare – adattatesi ai diversi ambienti ed ai diversi climi nei quali vivono, mostrando peraltro livree e dimensioni che possono essere ben differenti tra una sottospecie e l’altra, anche se la sua struttura rimane quella di uno dei rapaci più agili e veloci esistenti sulla Terra.

Guardia di Finanza in azione

Proprio sulla base di questi presupposti, i finanzieri hanno così deciso di approfondire il controllo assicurandosi che lo stress già causato dal lungo viaggio non si prolungasse ulteriormente sui volatili, riscontrando – in un primo momento – la loro origine europea.

La parallela attivazione con l’Autorità di Gestione CITES del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale nonché con le collaterali Autorità iberiche, hanno però presto rivelato una ben diversa realtà: a quei due falchi erano stati applicati anelli identificativi clonati ed aventi gli stessi numeri di serie che contraddistinguono gli esemplari europei, mentre quelli che avevano davanti erano appartenenti ad una sottospecie asiatica di “falcus peregrinus peregrinator” chiamata “black shaheen”.

Lo scambio degli anelli era stato dunque funzionale ad eludere la normativa internazionale che ne vieta severamente l’introduzione in Europa.

I due falchi, un maschio e una femmina, una volta ceduti agli appassionati del settore, avrebbero potuto fruttare ai trafficanti anche oltre i 100.000 euro, ma stavolta, invece di andare ad impreziosire le voliere di qualche facoltoso compratore, sono stati affidati alle cure di un centro specializzato.

Il responsabile dell’illecito traffico, è stato invece denunciato alla Procura della Repubblica di Roma per i reati di falso e introduzione in Italia di fauna in via d’estinzione.

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