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Immigrazione, al vertice informale dei ministri della Difesa a Vienna l’Europa marcia a varie velocità. E l’accordo non si trova

Vienna. Il tema dell’immigrazione è stato, indirettamente, al centro dell’attenzione dei ministri della Difesa dell’Unione Europea, riunitisi a Vienna per un vertice informale.

Il summit si è svolto nella capitale austriaca in quanto l’Austria guida il semestre della Presidenza della UE. Presenti l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e Politica di Sicurezza e vice presidente della Commissione Europea, Federica Mogherini e del ministro della Difesa della Repubblica d’Austria, Mario Kunasek.

In particolare, il nostro ministro della Difesa, Elisabetta Trenta ha portato all’esame dei suo colleghi la Missione EUNAVFORMED Sophia, il Mediterraneo e la Libia.

Il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta al suo arrivo al vertice di Vienna

In particolare, come anticipato ieri, nella capitale austriaca si è discusso principalmente cosa fare della missione Sophia. Per la Trenta è necessario che per i salvataggi delle navi militari dei Paesi Ue in EUNAVFORMED il porto di sbarco non deve essere più quello italiano. A tal proposito, ha chiesto di introdurre il principio di rotazione dei porti, principio connesso ovviamente alla successiva ripartizione dei migranti tra i Paesi membri.

Un meccanismo, ha ribadito, da attuare per ogni evento Search and Rescue (SAR), a prescindere dalla zona geografica in cui avviene il soccorso.

La proposta di modifica della missione Sophia prevede, inoltre, l’istituzione di una Unità di coordinamento, composta da un rappresentante di ciascun Stato membro partecipante e gestita da Frontex (https://frontex.europa.eu/). L’Unità, per l’Italia, deve essere localizzata direttamente a Catania, dove c’è già una sede Frontex.

“Per certi versi Sophia dimostra che l’Europa sa essere un security provider, ma penso che su Sophia si giochi l’immagine dell’Europa”,  ha detto il ministro Trenta nel suo intervento alla riunione di Vienna, dove ha chiesto una condivisione degli oneri ed ha illustrato la proposta italiana per le modifiche delle regole della missione.

Dovrà essere più stringente la collaborazione con Frontex

“Siamo aperti a tutti i suggerimenti, che riflettano il concetto secondo cui l’Europa è pronta a rispondere alle sfide che la riguardano – ha proseguito -. La nostra proposta mira ad introdurre una rotazione dei porti di sbarco e una unità di coordinamento che assegni il porto al Paese competente. L’auspicio è che oggi venga aperto un dibattito su questo fronte, noi siamo qui per questo”.

Nel suo intervento, il ministro ha sottolineato la necessità di una condivisione degli oneri tra gli Stati membri. “Se tutti traggono beneficio dalla missione EUNAVFORMED Sophia – ha spiegato – è naturale che anche gli oneri vengano condivisi equamente. Sin dall’avvio il nostro Paese ne sopporta invece gli oneri maggiori, ad iniziare da quello per cui tutte le persone salvate in mare vengono sbarcate in Italia e non vi è alcun meccanismo di redistribuzione degli stessi tra Stati membri”.

A margine della riunione il ministro Trenta ha avuto anche diversi colloqui bilaterali, incontrando gli omologhi di Francia, Florence Parly, Germania, Ursula von Der Leyen, Spagna, Margarita Robles Fernández e Malta, Michael Farrugia.

La Trenta ha incontrato il sottosegretario generale per le Peace-keeping operations dell’ONU, Jean-Pierre Lacroix, al quale ha ribadito la volontà del Governo italiano di consolidare e sviluppare ulteriormente il già eccellente partenariato in atto tra l’Italia e le Nazioni Unite, facendo leva sull’importante contributo tradizionalmente apportato dal nostro Paese ai principali settori di attività dell’organizzazione.

Ma “non c’è ancora accordo – riferisce la Trenta a chi le chiede se l’Italia uscirà nel caso non si trovi un’intesa – sulla proposta italiana. Tutti condividono l’importanza dell’operazione Sophia e noi siamo i primi, è chiaro che dovremo fare le nostre considerazioni ed ogni decisione sarà presa col Governo ed il premier Giuseppe Conte”.

“A luglio e agosto abbiamo discusso alcune proposte per risolvere la questione delle regole sugli sbarchi della missione Sophia – ha spiegato la Mogherini – incluse proposte di mediazione che ho messo sul tavolo. Fino ad ora non c’è stato consenso, come sapete occorre l’unanimità. Oggi vedrò se c’è spazio e che tipo di spazio, per trovare una risposta. Questo richiede un atteggiamento costruttivo e responsabilità da parte di tutti gli Stati membri”.

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