Di Fabrizio Scarinci
WASHINGTON. Secondo quanto riportato dal New York Times, in seguito ai colloqui di oggi tra il Presidente statunitense Joe Biden e il Premier britannico Keir Starmer, giunto a Washington per la sua prima visita ufficiale, la Casa Bianca dovrebbe dare il suo via libera all’eventuale utilizzo, da parte ucraina, di armi occidentali nell’ambito di raid in profondità sul territorio russo.
Stando a quanto si è avuto modo di apprendere, però, questo via libera si configurerebbe, più che altro, come una sorta di “feedback” positivo rispetto alle intenzioni dei Paesi NATO maggiormente inclini a supportare Kiev nella conduzione di questo tipo di attacchi e, almeno, per il momento, sembrerebbe non riguardare i sistemi forniti dagli USA, che, dal canto loro, sembrerebbero, comunque, non volersi discostare più di tanto da quanto deciso a maggio; ossia raid in territorio russo sì ma solo nelle aree di confine a ridosso della regione di Kharkiv.
Tale via libera non dovrebbe, pertanto, riguardare sistemi “made in USA” quali ATACMS (missili “surface to surface” in grado colpire fino a 300 km di distanza) o AGM-158 JASSM (cruise aviolanciati a bassa osservabilità caratterizzati da una gittata di circa 370 km che l’Ucraina spera di poter integrare presto sui propri F-16).
Tuttavia, le forze di Kiev avrebbero comunque la possibilità di impiegare i missili da crociera Storm Shadow/SCALP forniti da Londra e Parigi, che consentirebbero loro di colpire in modo molto più efficace di quanto non siano riuscite a fare fino a questo momento con i loro sistemi di concezione nazionale.
Dal canto suo, però, il Presidente russo Vladimir Putin ha ammonito la NATO sull’eventualità che gli ucraini utilizzino tali armi nell’ambito di azioni d’attacco in profondità.
In particolare, il leader del Cremlino ha specificato come le forze di Kiev non potrebbero mai essere in grado di colpire con tali armamenti senza l’ausilio di un’adeguata capacità di “targeting” satellitare, e, considerando che tale capacità potrebbe essere fornita solo dagli occidentali, qualora il territorio della Federazione subisse attacchi in profondità con armi occidentali, Mosca considererebbe la NATO come parte attiva del conflitto, prendendo “tutte le misure” che riterrà necessarie.
A fronte, intanto, le forze del Cremlino sembrerebbero aver intrapreso una controffensiva volta a riprendere il controllo delle aree del Kursk conquistate dagli ucraini nel corso delle ultime settimane.
Altre azioni offensive da parte russa si sarebbero, inoltre, registrate nella regione di Dontesk.
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L’articolo Incontro Biden-Starner: gli USA potrebbero dare il loro consenso all’utilizzo di armi occidentali (ma non americane) per attacchi in profondità sul suolo russo. Per Putin si tratterebbe di azioni di guerra diretta proviene da Report Difesa.
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