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LAND, trailer info e trama del nuovo film “apolide” di Babak Jalali

Un film che nasce da una lunga e intensa esperienza e dalla collaborazione tra persone alle quali interessa abbattere i muri dell’intolleranza

LAND

Land, un film scritto e diretto da Babak Jalali, con Rod RondeauxFlorence Klein e Wilma Pelly.
Durata: 111’. Uscita: 21 febbraio 2019. Distribuito da ASMARA FILMS

Incentrato sulle vicende dei Denetclaw, una famiglia di nativi americani del Nuovo Messico, LAND racconta un’America attuale ma nascosta, della quale poco si conosce perché raramente viene raccontata.

LAND, TRAILER

TRAMA

Nella riserva indiana di Prairie Wolf vive la famiglia dei Denetclaw. Li raggiunge la notizia della morte di Floyd, il figlio minore, morto in combattimento in Afghanistan; inizia l’attesa del corpo del ragazzo che deve essere riportato nella riserva per la sepoltura.

Wesley, il più giovane dei figli ancora in vita, è un alcolista. La morte del fratello sembra non riguardarlo in alcun modo, l’unico scopo delle sue giornate è procurarsi della birra. Wesley è quotidianamente in contatto con i bianchi che gestiscono i negozi di liquori appena fuori dalla riserva. Quando la già difficile relazione tra le due comunità, i nativi e i bianchi, raggiunge un livello di massima tensione, scoppia una violenza da cui Wesley è direttamente colpito.

LAND

Raymond, il fratello maggiore, è un ex-alcolista con una moglie e due figli. Nonostante senta una forte responsabilità verso l’intera famiglia, Raymond è troppo impotente e chiuso in se stesso per fare qualcosa per loro. Fino a quando i problemi che affliggono i due fratelli più giovani lo obbligheranno a reagire e a tornare a essere un uomo.

L’ISPIRAZIONE DI BABAK JALALI

Mi hanno da sempre affascinato le comunità “perdute” e le terre da tempo dimenticate. Con LAND ho voluto raccontare una di quelle comunità, una tribù di Nativi Americani che abita in una delle riserve indiane degli Stati Uniti. L’aspetto che più mi interessava della vita contemporanea nelle Riserve è come questa sia influenzata dal rapporto tra la comunità indiana e quella dei non-indiani (ovvero i bianchi), sia a livello locale sia nazionale. Questo non è un film-documentario. Ovviamente la sceneggiatura è stata scritta dopo ricerche e conversazioni con le persone che vivono in quei luoghi. Ma c’erano domande e questioni che volevo approfondire con questo film, volevo osservare coloro che si barcamenano in una vita, apparentemente, senza speranza.

Molti dei personaggi di questo film incarnano questo stato d’animo. Il protagonista, Raymond, vive una vita di quieta disperazione in cui coloro che lo circondano sembrano aver accettato la sua isolata introspezione. Osserva tutto ciò che accade intorno a sé e alla sua famiglia, sentendosi in apparenza incapace di fare alcunché, mentre tutto va in rovina. Cosa succede a un uomo che viene spogliato della sua dignità e, di conseguenza, della sua virilità?

LAND
Babak Jalali

Mary, la capofamiglia, ogni mattina lascia suo figlio alcolista di mezza età al negozio di liquori dandogli una manciata di dollari per comprarsi da bere. La sera lo va a recuperare, compiendo una routine del tutto simile a quella che fa una madre quando lascia e poi riprende un figlio a scuola. Ci sono buone ragioni per ritenere tutto questo come qualcosa di irresponsabile e crudele, ma vedendo le cose da un altro punto di vista potrebbe essere considerato come l’atto di una madre che,del proprio figlio, ha accettato sia la malattia sia il fallimento e non vuole più che soffra o si trovi in pericolo. Facendosi carico dei suoi spostamenti, la madre può in questo modo essere sicura che suo figlio non tornerà in una macchina guidata da un ubriaco. Se è lei a dargli i soldi per gli alcolici, sa che lui eviterà di mettersi nei guai per pagarsi da bere.

Sally possiede il negozio di alcolici fuori dalla riserva ed è, in un certo senso, a capo della comunità del paese di confine. È sempre molto presa dai suoi affari che consistono principalmente nella vendita di alcolici agli indiani alcolisti. Lei ha bisogno di loro almeno quanto loro hanno bisogno di lei. Sally fa in modo che i loro stomaci non siano mai vuoti. Lo fa perché vuole abituarli a bere sempre di più? O perché, in fondo, ha sviluppato una forma di affetto nei loro confronti?

LAND

PRODUZIONE

Sono passati sette anni da quando Babak Jalalici segnalò un articolo del Guardian che parlava della piaga dell’alcolismo in alcune riserve indiane del Nord America. L’articolo si concentrava in particolare sulla riserva di Pine Ridge, luogo simbolo della convivenza talvolta impossibile tra i nativi e i discendenti dei colonizzatori europei. In quell’articolo era impressionante leggere dati che sembravano descrivere una inarrestabile epidemia più che un problema sociale: morti precoci, suicidi, invalidità al lavoro e alla vita sin dalla più giovane età.

Babak, dopo la lettura di quell’articolo, ha trascorso settimane e poi mesi nelle riserve, ed ha immaginato la storia che viene raccontata in LAND. Una storia in cui il desolato fazzoletto di terra in cui sono confinati i Denetclaw diventa metafora di tutti i conflitti legati alle origini, alle razze e alle nazioni. La storia produttiva del film ha rappresentato l’esatto contrario di ciò che viene narrato nel film stesso.

Il regista è iraniano ma vive ed ha studiato a Londra; i produttori sono europei e messicani; per sviluppare il progetto ci sono state tappe a Sofia, Parigi, Torino; i finanziatori che hanno accettato con coraggio di sostenere Land hanno stanza in Qatar, ad Amsterdam, a Città del Messico; il film è ambientato negli Stati Uniti e i suoi attori protagonisti sono tutti nativi e statunitensi. Le riprese si sono svolte poco lontano da Tijuana, a pochi chilometri da quel muro di separazione di cui quest’anno si è tornato molto a parlare.

LAND

Le settimane della lavorazione restano come un ricordo indelebile per tutti coloro che vi hanno preso parte: sul set si parlavano correntemente sette lingue, dal farsi all’italiano fino all’olandese, e centinaia di volte si sono passati confini e controlli che oggi tornano a farsi troppo minacciosi e perentori. LAND è un film apolide, o meglio con tante cittadinanze. Le cittadinanze di tutti coloro che ne hanno reso possibile la realizzazione. Non è stato facile; sono stati sette anni di viaggi, incontri, burocrazia, dubbi, inciampi. Tutto su rotte transoceaniche.

BABAK JALALI

Babak Jalali è nato nell’Iran del nord ma è cresciuto a Londra. Si è laureato in ‘studi dei Balcani e dell’Est Europa’, e ha ottenuto un master in scienze politiche alla University College di Londra. Ha poi conseguito un master in produzione cinematografic apresso la London Film School nel 2005. Il suo corto Heydar, an Afghan in Tehran, da lui scritto e diretto, è stato proiettato in oltre 60 festival in tutto il mondo e ha ricevuto una nomination ai BAFTA come Miglior Corto nel 2006.

Il suo secondo lungometraggio, Radio Dreams, ha vinto a Rotterdam il Hivos Tiger Competition Award nel 2016. Il film ha inoltre ricevuto il premio speciale della giuria al Seattle Film Festival e il Premio per la Miglior Regia all’Andrei Tarkovsky Film Festival in Russia. LANDè il suo terzo film ed è una co-produzione tra Asmara Films (Italia), the cup of tea (Francia), Topkapi Films(Netherlands) e Piano (Messico).

Babak è stato scelto come uno dei sei resident presso il Cannes Film Festival Cinefondation Residence tra il 2006 e il 2007. Durante questa residenza ha sviluppato il suo primo film dal titolo Frontier Blues, uscito nel 2009. Il film ha debuttato, in competizione, al Locarno International Film Festival ed ha poi partecipato a oltre 30 festival in tutto il mondo.

Il film ha ottenuto la maggior parte dei finanziamenti per la produzione attraverso il Torino Film Lab, oltre ad aver ricevuto sovvenzioni dal CNC aides aux cinemas du monde (Francia), dal MiBACT (Italia), dal Fondo Produzioni RAI Cinema (Italia), dal DOHA Film Institute(Qatar), dal Netherlands Film Fund (Olanda) e da Eurimages.

FILM RICONOSCIUTO DI INTERESSE CULTURALE CON CONTRIBUTO ECONOMICO DEL  MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA’ CULTURALI – DIREZIONE GENERALE CINEMA CON IL SOSTEGNO DI  DOHA FILM INSTITUTE  E  MEDIA PROGRAMME OF THE EUROPEAN UNION.

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Written by Veronica Sgaramella

Nata a Roma nel Luglio 1990, laureata in Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione presso La Sapienza. Coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, precedentemente redattrice per Vocegiallorossa, poi collaboratrice e speaker @ 1927 On Air - la storia continua, in onda su Centro Suono Sport. Opinionista periodica sportiva a Gold TV. Ora co-conduttrice di Frequenze Giallorosse (ReteneTVision). SocialMente attiva, amo leggere, viaggiare e immortalare attimi.

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