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Libano del Sud: incontro interreligioso dal titolo “un cammino comune verso la pace perpetua”

Shama (Libano del Sud). Perseguire una reale fratellanza attraverso il dialogo e la fiducia reciproca che aiutino a superare le paure verso il prossimo, facendo sì che la religione abbia quel ruolo vero di fabbrica della pace perpetua che è profondamente inscritto nel cuore di ogni uomo.

Un momento dell’incontro sul dialogo interreligioso nel Libano del Sud

Sono questi i temi emersi al termine dell’incontro interreligioso dal titolo “Un cammino comune verso la pace perpetua”, organizzato nella base “Millevoi” di Shama (Libano del Sud) dal Generale di Brigata Andrea Di Stasio, comandante del contingente italiano in Libano, attualmente su base Brigata “Sassari”.

Presenti i rappresentanti delle principali religioni monoteiste del Sud del Paese e il capo missione e comandante di UNIFIL, Generale di Divisione Stefano Del Col.

All’incontro, svoltosi nel rispetto delle misure anti Covid ed in linea con i principi ispiratori fissati in occasione del primo forum interconfessionale promosso dai “Caschi blu” italiani nel 2012, hanno partecipato il nunzio apostolico in Libano, monsignor Joseph Spiteri, l’arcivescovo maronita di Tiro, monsignor Chucrallah-Nabil El-Hage, l’arcivescovo greco-melchita di Tiro, monsignor Michel Abrass, l’arcivescovo greco-ortodosso di Tiro, Sidone e Marjayoun, Elias Kfoury, il mufti sciita di Tiro Hassan Abdullah, il mufti sunnita di Tiro Medrar Al Habbal.

Il tavolo del dialogo

I lavori sono stati aperti dal Generale Di Stasio il quale ha sottolineato l’importanza dell’operato dei *peacekeepers* nel variegato mosaico culturale del Libano del Sud, dove diverse comunità religiose vivono in straordinaria armonia, “grazie anche al comune e forte desiderio di confronto e di apertura. Poiché nel futuro ci saranno società multietniche, multiculturali e multireligiose”, ha proseguito Di Stasio, “occorrerà gettare ponti di dialogo per abbattere il muro delle differenze e
riconoscere che la diversità non è una minaccia, bensì una ricchezza”.

Parole condivise da tutte le autorità religiose, che nei loro interventi hanno avuto parole di apprezzamento e gratitudine nei confronti dei “Caschi blu” italiani, “testimoni quotidiani del rispetto nei confronti di una differente cultura e tradizione”, per il contributo fornito al
mantenimento della stabilità e della sicurezza nel Sud del Libano, “una terra in cui la convivenza è un valore irrinunciabile”.

 

Il Libano è un crocevia geopolitico e religioso molto importante

“La pace, essendo un dono divino molto prezioso, dobbiamo custodirlo tutti con grande cura. La pace però, è anche opera delle nostre mani ed è per questo che possiamo parlare di un’opera divina e umana allo stesso tempo”. Lo scrive il cardinale Miguel Ángel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, in un messaggio inviato a sorpresa ai
partecipanti all’incontro interconfessionale.

“Voi conoscete i pericoli che minacciano la pace a livello mondiale, regionale, come pure nel vostro
caro Libano”, scrive il porporato nel messaggio, letto dal nunzio apostolico in Libano, monsignor Joseph Spiteri, durante i lavori. “Per promuovere e custodire la pace qui e nel mondo intero – si legge ancora nel messaggio – impegniamoci davanti a Dio e davanti ai nostri fratelli e sorelle a rispettarli, apprezzarli e ad amarci a vicenda, a prescindere dall’appartenenza religiosa, confessionale, politica e partitica”.

A chiudere i lavori è stato il Generale Del Col.

Il capo missione e comandante di UNIFIL ha ringraziato il comandante del contingente italiano per la riuscita dell’iniziativa, “frutto di una consolidata tradizione, divenuta negli anni un punto di riferimento e occasione di approfondimento sui nuovi orizzonti della comunità interreligiosa libanese, nella quale i Caschi blu rivestono il ruolo conciliante di interpreti imparziali”.

“Il recente annuncio dell’inizio della negoziazione per la definizione dei confini tra Libano e Israele – ha concluso Del Col – va nella direzione di rendere sempre più stabile l’area nello spirito della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU”.

Nel corso dell’incontro, i leader religiosi delle comunità cristiane e islamiche hanno rinnovato l’impegno comune affinché in questo momento storico, al di là del credo religioso di ciascuno, si possa promuovere rispetto reciproco e amicizia fraterna, rafforzando il bene supremo della pace attraverso un cammino di vita leale e sincero.

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