Vibo Valentia. Due uomini, un 44enne con precedenti di Polizia e un 61enne, già noto alle Forze dell’Ordine per ricettazione di beni archeologici sono stati notati in atteggiamento sospetto, poco prima della mezzanotte dai Carabinieri della sezione Radiomobile di Vibo Valentia.
Entrambi sono stati scoperti in una zona protetta da vincolo archeologico da parte della Soprintendenza regionale per i Beni e le Attività culturali della Calabria, nei pressi di una villa ubicata in via Murat, in pieno centro cittadino a Vibo.
I due uomini a quell’ora stavano facendo dei lavori all’interno di un giardino. Nulla di straordinario se non fosse per l’orario e per il luogo dove i due presunti operai stavano svolgendo la loro attività.
Non sapendo fornire spiegazioni ai militari, sono stati denunciati in stato di libertà e nei loro confronti sono adesso in corso degli accertamenti.
Il sospetto dei militari è che i due anziché operai fossero in realtà dei “tombaroli”.
E’ stato sequestrato il materiale in loro possesso: quattro puntelli in ferro, due sacchi di plastica, una scala in ferro, otto pedane in legno e un telo di nylon.
L’area in questione è la stessa che nel 2010 fu interessata da un’inchiesta condotta dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza e da quelli del Raggruppamento operativo speciale di Catanzaro che portò all’arresto di diverse persone per traffico illecito di reperti trafugati.
Una rete criminale che sarebbe stata collegata alla famiglia ‘ndranghetista dei Mancuso di Limbadi dedita a scavi clandestini nel sito di Scrimbia, risalente al VII secolo a. C., un’ area sacra dell’antica città di Hipponion.
Proprio qui i militari avevano individuato un tunnel lungo circa 40 metri che dal garage di un’abitazione privata arrivava fino a Scrimbia con dentro migliaia di reparti poi sequestrati.
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L’articolo Carabinieri, a Vibo Valentia denunciati presunti tombaroli sorpresi a scavare in una zona protetta da vincolo archeologico proviene da Report Difesa.
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