MILANO. La vitale connessione tra cyber security e privacy appare ogni giorno più evidente: come emerso anche dai dati del più recente Rapporto Clusit, quotidianamente vengono violati sistemi con l’obiettivo primario di esfiltrare informazioni, a scopo di lucro, di spionaggio o di azioni dimostrative.
Negli ultimi 5 anni si è registrata a livello globale una crescita degli incidenti cyber dell’86%, con una media di quasi 8 attacchi gravi al giorno nel 2023; nel primo semestre dello scorso anno il 9,6% degli attacchi complessivi ha riguardato vittime italiane.
In tutti i casi, le informazioni personali, come dati finanziari, informazioni mediche e dettagli identificativi, sono un obiettivo primario per gli attaccanti.
Tuttavia, spiega Gabriele Faggioli, presidente di Clusit: “Tutelare la privacy oggi non riguarda solo il rispetto dei diritti individuali, ma ha profonde implicazioni per la società digitale e la stabilità delle istituzioni”.
“Guardiamo al 2024 come l’anno in cui Governi, organizzazioni e individui dovranno affrontare la sfida di bilanciare l’innovazione tecnologica con la protezione dei dati personali – aggiunge Faggioli -. Il lavoro delle istituzioni, con la creazione e l’aggiornamento di leggi robuste sulla privacy – per esempio a fronte della rapidissima integrazione di tecnologie di Intelligenza Artificiale in prodotti e processi – con l’implementazione di misure di sicurezza avanzate e la promozione di una cultura della consapevolezza, saranno essenziali per garantire che la data protection rimanga al centro delle strategie di business e governance delle imprese”.
“Investire nella data protection non è solo un atto di conformità, ma una decisione per preservare la fiducia, la sicurezza e il futuro di individui e società”, conclude Faggioli.
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L’articolo Clusit. Gabriele Faggioli: “Tutelare la privacy per salvaguardare la società digitale e le istituzioni” proviene da Report Difesa.
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