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Green Book racconta l’invadenza del razzismo dosando perfettamente leggerezza e sensibilità

Viggo Mortensen e Mahershala Ali divertono ed emozionano con grande intelligenza e intensità

Green Book

Green Book è un comedy-drama film on the road diretto da Peter Farelly e che vede protagonisti due attori del calibro di Viggo Mortensen e Mahershala Ali. Distribuito da Eagle Picture & Leone Film Group, uscirà nelle sale cinematografiche il 31 gennaio. Durata 130′.

Ambientato nel 1962, in seguito alla chiusura di uno dei migliori club di New York in cui lavorava, il buttafuori italoamericano Tony Lip (soprannome di Frank Vallelonga), evento che lo porta a dover trovare a tutti i un lavoro per continuare a mantenere la sua famiglia. Per tale ragione accetta di lavorare per il pianista afroamericano Don Shirley, accompagnandolo in macchina e, di fatto, scortandolo in tour nel sud degli Stati Uniti. Nonostante le differenze e gli iniziali contrasti, tra i due si instaurerà una forte amicizia caratterizzata da confronti brillanti, intimi ed esilaranti che finiranno inevitabilmente per arricchire interiormente entrambi.

Questa scorrevole pellicola (due ore e dieci minuti passano in un lampo tanto è piacevole) affronta una tematica delicata e, come sempre, di grande attualità nonostante il passare degli anni. La piaga del razzismo è il fulcro del film. Ciononostante non è l’argomento predominante. O meglio lo è, ma senza quella pesantezza tipica e spesso doverosa che solitamente accompagna storie simili. Si tratta infatti di una delle forme peggiori del razzismo: quella insita nella società, quella quotidiana, quella ritenuta normale.

Green Book

Il punto è che quel che succede in Green Book è autentico. Si parla di persone vere, di fatti realmente accaduti e di un’amicizia che si è consolidata davvero lungo le strade di un’America arretrata e divisa. Sono proprio i due protagonisti, Lip e Shirley, il collante della storia. Ed è soprattutto merito delle grandi interpretazioni di Mortensen e Ali se il tutto si amalgama così bene: loro due uniscono due mondi, fatti di molteplici
sfaccettature, e lo fanno con grande leggerezza sensibilità.

Lip e Shirley sono come il giorno e la notte. L’uno l’opposto dell’altro. Quindi non sarà difficile vederli evolversi e diventare complementari. L’alchimia tra i due è tale che alla fine sembrano concretamente grandi amici, in grado di rimanere tali per il resto della vita. Questa notevole capacità, unita all’innegabile e innato talento di Mortensen e Ali è valso a entrambi una nomination nelle due categorie individuali più ambite degli Oscar: avranno rispettivamente la chance di concorrere in qualità di Miglior Attore Protagonista e Miglior Attore Non Protagonista (anche se sullo schermo sono praticamente alla pari).

  IL NEGRO MOTORIST GREEN BOOK

Green Book prende il titolo da The Negro Motorist Green Book, una guida turistica che è stata pubblicata annualmente dal 1936 al 1966, che elencava le strutture, come locande, hotel e ristoranti, che ammettevano e servivano clienti di colore. Il Green Book, come veniva chiamato, fu creato e pubblicato da un postino afroamericano di New York, Victor Hugo Green, e divenne uno strumento di sopravvivenza indispensabile per gli afroamericani che viaggiano in auto.

Originariamente copriva solo la zona di New York, ma si espanse gradualmente fino a coprire la maggior parte del Nord America, dei Caraibi e delle Bermuda. Negli Stati Uniti, divenne molto prezioso nel sud, dove le leggi sulla segregazione razziale di Jim Crow variavano da contea a contea e da stato a stato, e le regole non ufficiali nelle “città del coprifuoco” proibivano ai neri americani di stare fuori casa dopo il tramonto.

Dopo che il presidente Lyndon B. Johnson firmò il Civil Rights Act nel 1964 e le leggi di Jim Crow divennero illegali, il Green Book non fu più necessario e lentamente svanì nella storia. Victor Hugo Green morì nel 1960 e non visse fino alla fine della segregazione. La sua vedova, Alma, continuò a pubblicare il Green Book fino al 1966.

LA STORIA

Nick Vallelonga, attore, sceneggiatore, produttore e regista, nonché figlio maggiore di Tony Lip, è cresciuto ascoltando la storia del viaggio di suo padre con Don Shirley. Di seguito le sue parole in merito a ciò che ha ispirato la trama di Green Book.


«Questa era una storia che avevo ascoltato per tutta la mia vita, da quando ero un ragazzino. Era uno di quei personaggi esagerati, alla Damon Runyon. Quando entrava in una stanza, si notava che era lì. Potrei fare 50 film su mio padre. Sebbene avesse smesso di frequentare la scuola molto presto, era loquace e carismatico e si era guadagnato il soprannome “Lip” per la sua capacità di riuscire a persuadere chiunque a fare qualsiasi cosa. Quello che ha vissuto con Dr. Shirley in quel viaggio ha cambiato il modo in cui guardava il mondo, perché ha visto cose che non si era reso conto che stessero accadendo, cose che non aveva mai visto prima. In definitiva, penso che la stessa cosa valesse anche per Dr. Shirley».

Tony, dopo essere cresciuto nel Bronx, iniziò a lavorare nel locale notturno “Copacabana”, rimanendoci per 12 anni, avendo così modo di conoscere diverse celebrità, tra cui Frank Sinatra, Tony Bennett e Bobby Darin. A Tony, quel viaggio con Shirley nel 1962 aveva aperto gli occhi per la prima volta sulla piaga degli afroamericani nel sud, e sull’enormità di umiliazioni, nonché pericoli davvero reali, che riversavano sui neri con le leggi razziali e i privilegi dei bianchi. I dettami di Jim Crow imponevano limiti su dove i neri potessero mangiare, dormire, sedersi, fare acquisti e perfino camminare.

  IL SOGGETTO

Questa meravigliosa storia basata su una grande amicizia alla fine è diventata un film, per ironia della sorte, grazie a un’altra lunga amicizia. Vallelonga conosceva l’attore Brian Hayes Currie da moltissimi anni, e Currie aveva conosciuto bene il padre di Vallelonga ed era apparso nel film diretto dal suo primogenito nel 2008, Stiletto.

Girato in 35 giorni, da novembre 2017 a gennaio 2018, (oltre a una giornata di esterni a New York City con Mortensen e un paio di giorni di lavoro in seconda unità nel nord-est e vicino a Shreveport), tutte le riprese di Green Book si sono svolte in diverse località nell’area di New Orleans. I produttori hanno trovato ogni tipo di clima di cui avevano bisogno nella suddetta località, e spesso proprio quando ne avevano bisogno.

  CASTING

Farrelly aveva pensato proprio a Mortensen mentre stava scrivendo la sceneggiatura e a testimoniarlo è stato lui stesso:

«Il mio primo pensiero su chi potesse interpretare Tony è stato Viggo Mortensen. Quando siamo arrivati al momento dei casting, l’ho proposto e tutti mi dicevano: “Non ci riuscirai, è impossibile, non fa molti film”».

Lo stimato attore è invero noto per essere molto selettivo nella scelta dei suoi ruoli. Sono celebri i rifiuti relativi a offerte per parti principali, in importanti progetti delle Major, motivati dalla preferenza a ricoprire ruoli in film indipendenti più piccoli. Mesi prima che iniziassero le riprese, Mortensen era salito su un aereo dalla sua casa in Spagna, per volare a New York e in seguito guidare fino a Franklin Lakes, nel New Jersey, al fine di incontrare i Vallelonga, ovvero Nick, suo fratello Frank e il loro zio Rudy, al Tony Lip Restaurant, gestito da Frank. Esperienza raccontata dal diretto interessato:

« Sono stati molto generosi con me dal momento in cui ci siamo incontrati. Pensavo di stare lì per un’ora o due, e invece abbiamo passato insieme quattro o cinque ore, incluso un pranzo italiano incredibilmente buono, e una grande conversazione. E ho realizzato qualcosa di sorprendente e molto utile su Tony: quanto fosse simile a mio padre. Anche se le famiglie Vallelonga e Mortensen sono molto diverse tra loro, etnicamente e non solo, ci siamo relazionati l’uno con l’altro con forza, con un senso dell’umorismo e una dinamica familiare comune. Mio padre veniva dalla Danimarca, ma i suoi atteggiamenti nei confronti della razza e della politica, il suo passato da operaio, la sua testardaggine, il suo carisma. Tutto ciò era molto simile a quello che mi stavano dicendo di Tony. Il tipo di battute che Tony faceva, il suo comportamento, le sue contraddizioni. Ho continuato a metterlo in relazione a mio padre e a condividerlo con loro».

Green Book

Mortensen, famoso anche per le minuziose preparazioni dei suoi ruoli, si è immerso nel personaggio, ascoltando e guardando le registrazioni audio e video di Tony, andando nel Bronx dove viveva, e trascorrendo ore lì “parlando di lui con i vecchi abitanti del quartiere”, sempre per sua ammissione. Ha persino divorato tutte le stagioni dei Soprano, che non aveva mai visto. Ad un certo punto prima delle riprese, Mortensen è tornato nel New Jersey e ha trascorso un paio di settimane con la famiglia Vallelonga, ascoltandoli, parlando con loro, imparando da loro, senza nemmeno informare nessuno, come asserito da Wessler.

Mahershala Ali, altro grande protagonista più che personaggio di supporto, è Dr. Don Shirley. L’attore originario di Oakland aveva appena vinto l’Oscar® come Miglior attore non protagonista per la sua performance in Moonlight, seguita dai ruoli nella serie Luke Cage e nel film Il diritto di contare, e aveva appena firmato per la serie HBO True Detective. Farrelly ha spiegato che è stato quindi un grande privilegio riuscire a inserirlo nel progetto:

«Era molto occupato. Ma noi lo volevamo, ci abbiamo provato e la cosa si è risolta miracolosamente, Ali è stato attirato dalla sfida di interpretare un personaggio così enigmatico».

Nonostante l’eccellenza musicale di Shirley, i viaggi mondani e le sue innumerevoli vittorie, Ali crede che il vero Dottore fosse un uomo solitario e che non si sentisse mai appartenere a nessun luogo. In più il suo personaggio apre ad un’altra importante tematica, sempre attuale e soggetta a numerosi pregiudizi, da scoprire insieme all’evoluzione dello stesso introverso pianista. Ali ha motivato la scelta di prendere parte a Green Book e interpretare una persona tanto complessa e interessante:

«Quello che mi ha davvero incuriosito di Don Shirley era quanto fosse complicato. C’è così tanto da tirare fuori da lui, le cose contro cui ha lottato, le cose in cui ha esibito un grado di eccellenza. La gamma di cose che avrei dovuto sfidare e affrontare è stata davvero attraente per me. Penso che il pubblico noterà che lui non apparteneva a nessun mondo. Dr. Shirley ha avuto la capacità di realizzare grandi cose, ma a causa dei tempi, ha dovuto sopportare di vivere una vita di compromessi. Come musicista nero che suonava musica classica, non credo che abbia mai veramente raggiunto il suo massimo potenziale».

Linda Cardellini, invece, è Dolores Vallelonga. Quando è arrivato il momento di trovare l’attrice per il ruolo della moglie di Tony i produttori hanno preso in considerazione molte interpreti eccezionali, ma trovare la persona giusta si è dimostrato difficile. Volevano qualcuno che somigliasse fisicamente alla minuta e femminile Dolores, ma anche qualcuno che potesse tener testa alla grande prestanza di Mortensen nei panni di Tony. Soprattutto, stavano cercando quel fattore impalpabile: la chimica. Hanno trovato tutto questo e molto altro ancora in Linda Cardellini. A conferma di ciò, le parole di
Farrelly:

Green Book

«Linda è nota soprattutto per aver preso parte a molte commedie di ampio respiro, ma mi è sempre piaciuta e ho pensato che fosse un’attrice fantastica. Una volta che hai messo insieme Mahershala Ali e Viggo Mortensen in un film, praticamente tutte le attrici del mondo vogliono lavorare con loro, e inizialmente stavamo pensando a un’interprete drammatica. Ma ho sempre creduto che una grande attrice comica possa fare anche un film drammatico serio, e quando Linda è arrivata, è stato strabiliante. Ciò che l’ha distinta è stata la chimica con Viggo. Sembravano una coppia sposata, di quelle che finiscono a vicenda le frasi, come se si conoscessero da quando erano adolescenti, come Tony e Dolores effettivamente. Abbiamo capito subito che era quella giusta».

E quelle di Currie:

«Linda Cardellini aveva studiato molto seriamente il personaggio di Dolores mentre altre attrici sono arrivate e hanno recitato con un pesante e marcato accento newyorkese. Linda l’aveva ascoltata e sapeva che Dolores non lo aveva. E una volta che abbiamo visto lei e Viggo insieme, combaciavano alla perfezione. Viggo ha messo su 15 chili per il film, e Linda è una donna minuta, e si poteva vedere come la proteggeva anche nella lettura. È stato bello».

LE MUSICHE

Per ricreare il sound unico di Dr. Shirley, i registi volevano sul film il miglior supervisore musicale, compositore e pianista che potessero trovare. Nuovamente Farrelly ha parlato delle scelte finali:

«Per il film abbiamo trovato due superstar come Tom Wolfe e Manish Raval. Tom è uno dei più grandi supervisori musicali degli ultimi 20 anni. Ha fatto quasi tutte le serie e i film che hanno delle grandi musiche. E poi c’è Kris Bowers, uno dei più grandi giovani pianisti del paese. Abbiamo fatto una ricerca su chi fossero i migliori pianisti del paese e il suo nome continuava a venire fuori».

LE SCENOGRAFIE

Come per la sceneggiatura e le musiche, Farrelly ha voluto enfatizzare la realtà e l’autenticità di Green Book con le scenografie. Ha portato quindi nel film lo scenografo Tim Galvin, i cui crediti comprendono film come La formula, Philadelphia e The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca. La ricerca e l’attenzione di Galvin per i dettagli erano esattamente ciò che Farrelly stava cercando.

LA FOTOGRAFIA

Per Green Book, Farrelly voleva che questo film drammatico, che include anche i toni leggeri tipici di una commedia, avesse un aspetto diverso da qualsiasi dei suoi film precedenti.

«Ho visto molti film negli ultimi due anni solo per guardarne la fotografia. Ne ho osservati diversi che non mi piacevano ma che avevano un look fenomenale. Ce n’erano alcuni che ho amato, davvero fantastici. E la persona che aveva fatto quelli che ho amato di più e che mi sono sembrati davvero belli era il Direttore della Fotografia Sean Porter. È un ragazzo dell’Oregon, lo abbiamo chiamato e fatto salire a bordo».

Porter, i cui crediti includono Le donne della mia vita e Green Room, ha utilizzato un obiettivo con filtro color tabacco nella maggior parte delle scene, per dare al film un tono caldo e brunito, con una tavolozza che spaziava da toni monocromatici freschi a colori pastello primaverili. Il suo abile lavoro segue anche l’evoluzione cromatica della pellicola e delle molteplici location ammirate. Trattandosi di un film on the road le tappe sono ovviamente tante e tutte diverse tra loro anche a livello di colori e atmosfere da ricreare.

I COSTUMI

La costumista Betsy Heimann, che ha più di 50 film e serie televisive al suo attivo, aveva sentito parlare di Green Book e aveva contattato Farrelly, proponendogli di lavorare con lui come ha raccontato la diretta interessata:

«Volevo lavorare con Peter da tempo ma non c’era mai stata occasione. Pensavo che questo film avesse una storia fantastica e un cast meraviglioso, per questo ho praticamente inseguito questo lavoro e l’ho ottenuto. I personaggi si trovano in questi luoghi diversi con persone con atteggiamenti diversi, diverse prospettive razziali in diverse parti del paese. Green Book parla di questi due uomini che viaggiano in auto, ma quello che stanno attraversando si riflette anche dentro di loro, e questo è stato molto interessante da realizzare».

Quando il film inizia, il primo di questi mondi è il Copacabana, che è pieno di colore nero, crema e oro. Il quartiere del Bronx dove vivono Tony e la sua famiglia era un altro mondo: luminoso e pieno di movimento. Era un susseguirsi di look completamente diversi. Si passa dal rappresentare la classe operaia a quella facente parte di un mondo in cui le persone ballano in abiti rosa e colori tenui pastello.

Mentre Tony e Dr. Shirley viaggiano verso sud, la tavolozza si trasforma in toni gialli e verdi come dominanti. Poiché la storia si svolge in un periodo di tempo abbastanza lungo e in molti luoghi diversi, dal punto di vista dei costumi, il contesto generale era importantissimo.

ESTRATTI DALLE LETTERE CHE TONY VALLELO SCRISSE A SUA MOGLIE DOLORES DURANTE IL SUO TOUR CON DR. SHIRLEY

Molte parti divertenti di Green Book, allo stesso tempo profonde e cruciali per conoscere meglio la vera natura dei due protagonisti, sono rappresentate dai siparietti nei quali Tony scrive, come promesso, lettere alla moglie Dolores nel corso del tragitto del tour. Tappa dopo tappa le parole messe nero su bianco da Lip, molto più abile e a suo agio con le chiacchiere, migliorano fino a quando riesce a prenderci -quasi- dimestichezza. Le lettere passano da essere grossolane a romantiche, finalmente capaci di descrivere paesaggi, sensazioni ed emozioni. E il merito è dell’aiuto iniziale del colto Shirley.

Cara Dolores… Tutte le camere d’albergo in cui alloggio hanno la TV e la radio. Sto mangiando ottimo cibo, quindi non preoccuparti per me. Bacia Nicky e Frankie per me. Ti amo moltissimo. Tony.

Ti ho detto che non so scrivere lettere. Ha Ha… Siamo arrivati in Ohio la scorsa notte verso le 19:00. Mi sono svegliato verso le 10, poi ho fatto colazione (bistecca e uova). Devo andare in città tra circa un’ora per preparare tutto per Dr. Shirley che trovo molto interessante e diverso. Devo parlare con tante persone dell’alta società che usano tutti paroloni, ma tu mi conosci, io me la cavo, sono un bravo attore… Proverò a chiamarti al telefono la prossima settimana, posso usare la sua carta di credito (di Dr. Shirley), ma non voglio approfittarne, mi tratta molto bene, non sembra nemmeno un lavoro. Mi sembra di stare in vacanza e essere pagato per questo. Soprattutto mi mancate molto tu e i bambini, ti penso ogni giorno. È tutto per ora. Bacia i bambini per me. Ti amo moltissimo…

IL CAST

VIGGO MORTENSEN – Tony Lip
Attore molto apprezzato dal pubblico e dalla critica per il suo lavoro in un vasto numero di film. Alcuni di questi includono Captain Fantastic, A Dangerous Method, La promessa dell’assassino, A History of Violence, The Road, Appaloosa, Far from men, I due volti di gennaio, Jauja, Il destino di un guerriero e, naturalmente, la trilogia de Il Signore degli Anelli. Mortensen è anche fotografo, pittore e scrive poesie. È fondatore della Perceval Press, una casa editrice indipendente da lui creata nel 2002.

MAHERSHALA ALI – Dr. Don Shirley
Sebbene abbia recitato in moltissimi film acclamati e popolari serie televisive per più di 12 anni, è stato il suo ruolo candidato agli Emmy di ‘Remy Danton’ nella serie di Netflix House of Cards a dare prova del suo incredibile talento. Dopo ruoli di alto profilo, nella serie di Netflix Marvel’s Luke Cage e nel pluripremiato film drammatico Il diritto di contare. Ali ha vinto nel 2017 l’Academy Award® come Miglior attore non protagonista per la sua interpretazione nell’acclamato film drammatico di Barry Jenkins, Moonlight(pellicola che vinse anche in qualità di Miglior Film nonostante l’erronea e ormai storica proclamazione di La La Land). Ali ha inoltre conseguito una laurea in comunicazione di massa al St. Mary College e un master in recitazione presso la New York University.

LINDA CARDELLINI – Dolores Vallelonga
Nominata ai SAG, agli Emmy e agli Spirit Award, è una delle attrici più versatili della sua generazione, che in questo periodo lavora sia nel cinema che in televisione. È stato annunciato di recente che produrrà e reciterà nella nuova serie comica di Netflix, Dead to Me, insieme a Christina Applegate per Liz Feldman e Gloria Sanchez Productions.

SEBASTIAN MANISCALCO – Johnny Venere

DIMITER D. MARINOV – Oleg

P.J. BYRNE – Produttore discografico

I FILM-MAKERS

PETER FARRELLY – Produttore, Regista e Sceneggiatore
È un regista, produttore, produttore esecutivo, sceneggiatore e romanziere, molto noto per le commedie di successo che ha realizzato con suo fratello Bob, come Tutti pazzi per Mary, Kingpin, Amore a prima svista, Fratelli per la pelle, L’amore in gioco e il cult moderno Scemo & più scemo. Più recentemente, la serie televisiva Loudermilk, creata e prodotta da Farrelly, è stata rinnovata per una seconda stagione su Audience Network.

NICK VALLELONGA – Produttore e Sceneggiatore
È attore, produttore e regista, con quasi 50 film e progetti televisivi al suo attivo. Nato nel Bronx, figlio di Frank “Tony Lip” Vallelonga, interpreta anche il ruolo del boss mafioso Augie in Green Book. Altri suoi crediti recenti includono la produzione e la regia del pilot televisivo Unorganized Crime per il quale ha vinto il premio come Miglior regista all’Hollywood International Film Festival. Vallelonga dice di aver capito di voler diventare regista e attore a 12 anni quando lui, suo fratello Frank e il loro padre Tony Lip furono scelti come comparse nelle scene del matrimonio de Il Padrino. Ha studiato recitazione a New York e ha lavorato in molte produzioni off-Broadway e musical.

BRIAN CURRIE – Produttore e Sceneggiatore

SEAN PORTER – Direttore della Fotografia

TIM GALVIN – Scenografo

BETSY HEIMANN – Costumista

KRIS BOWERS – Musicista e Compositore

TRAILER GREEN BOOK

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Written by Veronica Sgaramella

Nata a Roma nel Luglio 1990, laureata in Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione presso La Sapienza. Coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, precedentemente redattrice per Vocegiallorossa, poi collaboratrice e speaker @ 1927 On Air - la storia continua, in onda su Centro Suono Sport. Opinionista periodica sportiva a Gold TV. Ora co-conduttrice di Frequenze Giallorosse (ReteneTVision). SocialMente attiva, amo leggere, viaggiare e immortalare attimi.

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